Coronavirus a Napoli, i malati tornano a casa: chiudono i reparti Covid al Policlinico e al Monaldi

Coronavirus a Napoli, i malati tornano a casa: chiudono i reparti Covid al Policlinico e al Monaldi
di Ettore Mautone
Domenica 10 Maggio 2020, 12:00 - Ultimo agg. 17:10
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Quattro casi trattati in rianimazione, non più di tanti in terapia sub intensiva e una ventina di malati in tutto (in fase di guarigione) ancora ricoverati nei sette reparti di degenza Covid del Cotugno: numeri che rimandano al rapido calo dei malati di Sars Cov-2 nell'azienda dei Colli. Una discesa così repentina che il manager Maurizio Di Mauro, due giorni fa, con il trasferimento al Cotugno dell'ultimo malato, ha liberato e chiuso i 24 posti dei reparti intensivi Covid allestiti al Monaldi durante il picco dell'epidemia. Le sale operatorie da lunedì, dopo la sanificazione, saranno restituite all'attività ordinaria chirurgica. Anche i reparti Covid e la rianimazione del Policlinico della Federico II sono rimasti senza malati e ora tornano all'attività ordinaria che è sempre nel campo della malattie infettive.

«Per prudenza abbiamo lasciato in piedi - avverte Di Mauro - le infrastrutture murarie realizzate durante l'emergenza per separare i percorsi. Nel caso fosse necessario nell'arco di un giorno torneremmo all'assetto di difesa da Covid. Serve ancora molta prudenza nei riguardi del virus aggiunge - sa infettivologo so bene che le epidemie nuove, come quella da Covid-19, hanno questo andamento altalenante. Lo ebbe la Spagnola nel 1919 che nella seconda ondata fece milioni di morti. Attualmente il virus sembra circolare non solo con un minor numero di casi ma anche con un decorso clinico più benevolo e non solo in quanto abbiamo compreso meglio come curarlo. Sebbene restino alcuni casi letali il fatto che si sia addolcito può essere legato al clima più favorevole ma anche a mutazioni che stabiliscono un nuovo equilibrio tra virus ed essere umano. È noto nella letteratura delle grandi epidemie virali - conclude Di Mauro - che i microorganismi più virulenti si autoestinguono e si riproducono con minore efficienza rispetto alle varianti più tenui che marciano quasi sotto traccia, con pochi sintomi e quasi mai in maniera letale ricevendo da ciò un vantaggio replicato rispetto ai suoi fratelli più violenti. Non bisogna, tuttavia, assolutamente abbassare la guardia in quanto proprio il distanziamento sociale ha favorito questa selezione naturale e dobbiamo essere pronti ad eventuali nuove emergenze soprattutto a partire dalla prossima stagione fredda che giocherà a favore del virus».
 


Il passaggio alla nuova fase del Monaldi è stato sottolineato anche su facebook da infermieri come Antonio Sannino che in questi due mesi hanno spesso raccontato tramite i social, l'evoluzione dell'emergenza. Racconta i momenti difficili passati nelle ultime settimane: «Questa è stata una esperienza terribile ma allo stesso tempo unica».

Nell'azienda dei Colli i Cto e il Monaldi tornano a svolgere le funzioni ordinarie ma anche il Cotugno sarà presto riorganizzato. Ad essere dedicati al Covid saranno solo i 60 posti letto del nuovo padiglione che sarà dotato di una rianimazione propria sempre sotto l'egida dell'unità diretta da Fiorentino Fragranza che potrà tornare ad occuparsi di meningiti di adulti e bambini, di tubercolosi, di gravi casi di botulismo, tetano, legionellosi, che fanno di questa unità un centro multispecialistico infettivologico che non ha eguali al centro sud.
In corso di appalto c'è inoltre la realizzazione di un nuovo plesso chirurgico per pazienti infettivi, la ristrutturazione della Cardiologia in cui eseguire interventi di emodinamica per infettivi. 

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