Coronavirus a Napoli, notte folle ai baretti: raffica di multe e locali chiusi

Coronavirus a Napoli, notte folle ai baretti: raffica di multe e locali chiusi
di Gennaro Di Biase
Lunedì 9 Marzo 2020, 07:30 - Ultimo agg. 13:18
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«Il Coronavirus non ci ferma», sorride Marco. Di fianco a lui ci sono centinaia di suoi coetanei liceali a passare il sabato sera in via Carducci. Ci si abbraccia, ci si bacia, in molti casi si beve dallo stesso bicchiere o ci si passa un tiro di sigaretta. L'assembramento c'è eccome. Non avviene in prossimità di un locale, ma sul ciglio di una strada. E lo stesso succede in centro storico, in piazza Bellini e in vico Monteleone. Il weekend è stato convulso: ordinanze e decreti si sono rincorsi veloci modificando in poche ore divieti e concessioni. Le bozze del provvedimento che ha blindato il Nord (e anche i pub del Sud, oltre a cinema, musei, e alle discoteche già chiuse) circolavano online dalle 20 di sabato, ma il popolo della movida partenopea non ha rinunciato alla sua domenica notte, nonostante le centinaia di diffide di sospensione dell'attività di polizia municipale (100 ai locali tra Vomero e Aniello Falcone e 53 in zona Chiaia) e carabinieri del comando provinciale di Napoli, che hanno denunciato per inosservanza il titolare di un locale a Sorrento e in via Merliani, dove si somministravano bevande a clienti distanziati da meno di un metro, in contrasto con l'ordinanza regionale. Un weekend di folla e diffide, insomma.
 

 

Tra le 21 e le 22, gli orari dell'aperitivo «adulto» degli over 30, i baretti di Chiaia sfiorano la desolazione un po' dappertutto, tranne che in piazza Rodinò, dove lo spritz esterno è movimentato. Chi vuole «accorciare» il metro di distanza lo fa spesso sul marciapiede e al tavolo.

In tabaccheria però si entra uno per volta. Le misure si irrigidiscono quando si sparge la voce di un imminente arrivo dei controlli. «Siamo di sabato, ma sembra martedì. Staremo a vedere cosa succede nei prossimi giorni, se ci lasciano aperti dal prossimo weekend mi organizzerò per servire una sorta di drink away», sospira Gianluca Fedele del Kiki's. E come lui tanti gestori di locali.

Passano due ore e le cose si stravolgono. Scende in strada il popolo di giovani e giovanissimi. I primi iniziano a popolare i vicoli. I secondi invadono i marciapiedi di via Carducci. Baci, abbracci e musica. «Siamo meno del solito - avverte però Marco - ma il virus non ci ferma». «Non scrivete che siamo usciti stasera - commenta Luigi - altrimenti riaprono le scuole». «Non è che ci scherziamo su chiarisce Carlo Noi giovani non siamo vittime del Covid. Per un po' non andremo dai nonni». In via Bisignano si incontra un quartetto di quarantenni, spritz alla mano. «Cambiare le abitudini di vita è come morire prima del tempo», dice Marianna Iovannone. Di fianco a lei, Tito Allegretto espone un'idea tra fatalismo e cospirazione: «Ci stanno impoverendo per gestirci meglio. Se bisogna morire si muore». Laura Reali, di fianco a lui, è appena scesa da Roma «per una serata tra amici».
 

I vigili urbani, qui, domenica notte hanno disperso una folla di giovani, ma tra piazza Bellini e piazza del Gesù l'assembramento c'è fino a tardi. E anche in centro si conferma l'abitudine della movida partenopea ai tempi del virus: ci si concentra su «suolo pubblico», lontano dai locali. Succede all'ingresso della Brau, al Bellini. Succede in piazza e sui marciapiedi. Si parla dell'epidemia tra uno spritz e l'altro. Centinaia di giovanissimi sono assiepati tra Calata Trinità Maggiore e vico Monteleone. «Ci divertiamo finché possiamo», sorride Martina. Qui il Coronavirus è ignorato.

Molti bar hanno deciso di chiudere, anche a seguito delle nuove restrizioni imposte del governo che prevedono la sospensione della licenza per bar e ristoranti che non rispettano i divieti anti-virus. «Sebbene nessuno si sia assunto la responsabilità di imporci la chiusura - spiega Aldo Maccaroni, presidente Chiaia Night e Baretti di via Aniello Falcone - abbiamo scelto di evitare situazioni di pericolo per tutti. Ci saremmo aspettati che il governatore prendesse una decisione precisa, come quella di far chiudere tutti gli esercizi pubblici non di prima necessità per 15 giorni, anziché attaccare i baretti che erano rimasti aperti contravvenendo indicazioni che non sono precise». Chiusi Bisi, Tumbler, Jazzy, H2no, Rewild, Seventy, Fishbar, Babar, Mosto, Corner, Happening e Smove.
Enoteca Belledonne (non di mattina). Il Flanagan's, invece, era già off limits sabato. 66 e Spritz chiuderanno stasera. Anche Cammarota Spritz, noto bar ai Quartieri Spagnoli, resterà chiuso fino al 16 marzo. In via Aniello Falcone off limits Gate 342, Made, Mag e One. 

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