Coronavirus a Napoli, nuovo focolaio nella centrale del 118 di Castellammare: ancora un positivo, tamponi a tutti

Coronavirus a Napoli, nuovo focolaio nella centrale del 118 di Castellammare: ancora un positivo, tamponi a tutti
di Fiorangela D'Amora
Sabato 11 Aprile 2020, 10:30
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Il focolaio si sposta nella centrale del 118. Non c'è pace attorno all'ospedale San Leonardo già dimezzato nei reparti di Medicina d'urgenza e Pronto Soccorso per la presenza di otto positivi tra medici e infermieri. Dall'inizio dell'emergenza in verità sono 14 i casi registrati tra il personale sanitario e tra questi c'era anche un medico in servizio sulle ambulanze del 118. Da ieri non è il solo, perché anche una dottoressa che lavora in centrale è risultata positiva, oltre a una infermiera di neonatologia.
 
 

La notizia, arrivata giovedì sera, ha scatenato il panico e la sanificazione immediata del 118. La stessa donna, 64 anni, era andata a lavoro, salvo poi conoscere l'esito del tampone e rincasare velocemente a Gragnano dove risiede. Gli operatori e soprattutto i 25 infermieri addetti al call center hanno minacciato la sospensione del servizio e chiesto tamponi immediati per tutti, che sono stati eseguiti ieri proprio per evitare assembramenti nella struttura che ha stanze piccole e anguste. Resta l'agitazione del personale che si è confrontato con il responsabile della centrale operativa Salvatore Criscuolo, impegnato a calmare gli animi. Prima dei tamponi, erano stati eseguiti i test veloci del sangue e un medico e un infermiere erano risultati possibili positivi.
 

Il clima resta teso al 118 così come all'interno del San Leonardo. Dopo il trasferimento dell'ex direttore sanitario Mauro Muto, c'è stato il ritorno del responsabile del Pronto soccorso Pietro Di Cicco. Il primario, dopo un breve periodo al Covid di Boscotrecase, è tornato per gestire il percorso dei sospetti che si trova nell'ala del Pronto soccorso dell'Osservazione breve intensiva (Obi). Quattordici posti letto per i casi sospetti, ma spesso è accaduto che pazienti positivi venissero ricoverati nei reparti. Tamponi negativi che avevano tratto in inganno il personale medico, salvo poi scoprire al secondo o al terzo esame l'infezione in corso. Un quadro clinico chiaro smentito troppo spesso dai primi tamponi. È accaduto per un infermiere del distretto di via Allende, poi trasferito a Boscotrecase ma ricoverato per circa una settimana in rianimazione, così come per il paziente rimasto in cardiologia - ma con forte tosse e dispnea - che solo al secondo tampone è stato portato nell'area Covid. 
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