Sedici bambini ricoverati al Santobono nelle ultime settimane a causa di gravi complicanze tardive da Covid. Un vero e proprio allarme che ha convinto i medici dell'ospedale pediatrico - coordinati da Vincenzo Tipo, direttore dell'Unità operativa di Pronto soccorso - a organizzare una riunione on line con tutti i pediatri di famiglia.
L'incontro - promosso da Carolina D'Anna, dirigente medico del Pronto soccorso - si è svolto ieri sera con l'obiettivo di offrire informazioni circa la nuova patologia che sta colpendo un sempre maggior numero di bambini. Si tratta di una sindrome infiammatoria multisistemica che compare in seguito al coronavirus: «Può rimanere latente anche quattro o sei settimane - spiega il primario - poi esplode mettendo fuori strada gli stessi medici. Il bimbo ha già avuto il Covid e, dunque, al virus nessuno pensa più. In molti casi poi provoca anche forti dolori addominali: facile ipotizzare una peritonite. La bambina che abbiamo salvato nei giorni scorsi, Luisa, era pronta per la sala operatoria se un collega, per nulla convinto di quella diagnosi, non avesse deciso di mandarla al Santobono». Da qui la necessità di informare i pediatri del territorio, quelli che di solito vengono consultati prima degli altri: «I bambini arrivati in ospedale erano già stati curati dai medici di base che ignoravano l'esistenza di questa nuova patologia. - spiega meglio Carolina D'Anna - Ovviamente non è colpa loro, non potevano saperlo ma ora che abbiamo le idee più chiare è indispensabile fare informazione e lavorare insieme».
In parole assai semplici si tratta di una malattia legata a una disregolazione del sistema immunitario in seguito all'attacco del virus.
Il primario spiega inoltre che la cura messa a punto per trattare le nuove complicanze da Covid è molto simile alle terapie utilizzate per le malattie infiammatorie sistemiche di tipo reumatico: «Abbiamo mutuato gli stessi trattamenti - conclude Vincenzo Tipo - ovviamente adattandoli ai nostri piccoli pazienti. Ad oggi, su 16 bambini, uno solo ha avuto bisogno della terapia intensiva, gli altri li stiamo curando così con risultati più che soddisfacenti. Ma stiamo attenti: la malattia è subdola, il vaccino è l'unico rimedio».