Covid a Napoli, manca l'ossigeno: «Così scoviamo le bombole non restituite»

Covid a Napoli, manca l'ossigeno: «Così scoviamo le bombole non restituite»
di Maria Pirro
Domenica 29 Novembre 2020, 10:30 - Ultimo agg. 22 Marzo, 14:16
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Non solo in farmacia e su Facebook. Ora è caccia alle bombole di ossigeno, che restano inutilizzate nelle case, attraverso una piattaforma realizzata da tre studenti di Ingegneria informatica della Federico II pronti a offrire assistenza (tecnica e gratuita) per l'emergenza Coronavirus. Ecco come.

Digitando il link www.emergenzao2campania.it si entra nel sito web, si vede una immagine del Castel dell'Ovo in bianco e nero come sfondo e, avanti, una scritta che avvisa: «Ormai da settimane, nel pieno di questa seconda ondata, in Campania si susseguono appelli di medici, farmacisti, spesso anche di sindaci: le bombole di ossigeno mancano, e vengono utilizzate non solo per chi soffre di patologie respiratorie croniche, ma anche per i malati Covid che seguono la terapia dedicata a domicilio. Aiutaci nella ridistribuzione». All'appello segue una spiegazione ulteriore, sulle finalità del sito, che chiarisce come aderire all'iniziativa. «Inserisci i tuoi dati qui sotto, se hai una bombola a casa da restituire. Il tuo contributo fa la differenza», il messaggio chiaro e diretto. Campi obbligatori da compilare: nome, cognome, email, telefono, indirizzo, città, specificando la provincia, codice di avviamento postale. In più, si può indicare l'azienda proprietaria e il numero di matricola (dati in genere riportati sulla bombola), e vanno precisate le modalità di restituzione, che prevedono anche il ritiro a domicilio senza dover pagare un euro. E questo, perché Roberto Costa, 21 anni napoletano di Poggioreale, Antonio Golia, 20 anni di Casoria, e Francesco Garzone, 20 anni di Acerra, non si sono limitati a creare una modalità rapida per tracciare le bombole inutilizzate nella regione, ma hanno contattato i farmacisti, organizzando una rete che va oltre quella virtuale. In particolare, «grazie all'aiuto fornitoci dal farmacista Nicola Stabile, che ci ha dato pieno appoggio nell'iniziativa», l'impegno condiviso. Un bel modo per cercare di affrontare le difficoltà, a partire dalle proprie competenze ed esperienze.

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«Siamo al secondo anno di Ingegneria informatica, abbiamo vissuto poco la normale vita universitaria, siamo in DaD, la didattica a distanza, da quasi un anno; sicuramente non è facile», ammettono i ragazzi. «Ma, con gli strumenti comunicativi a disposizione, riusciamo a seguire le lezioni e a sostenere esami. Speriamo, comunque, di ritornare tra i banchi il prima possibile». Nell'attesa, internet può tornare utile: «Abbiamo deciso di creare il sito web dedicato alla tracciabilità delle bombole d'ossigeno nella nostra regione, poiché la carenza di queste settimane è causata, in parte, dalle bombole inutilizzate che spesso non vengono restituite». «Il nostro obiettivo è localizzarle perché possano essere date a chi ne ha bisogno e non può aspettare», aggiungono i ragazzi. Difatti, il sito è online da quattro giorni, e sono già molte le richieste di Sos da parte dai parenti di ammalati, che hanno bisogno di ossigeno. «Ma noi non provvediamo a questo servizio», la precisazione necessaria. «Una bombola da restituire ci è stata invece segnalata al Vomero ed è stata mandata al collaudo per poi rientrare nel circuito distributivo: la signora che dal 2011 la custodiva in casa non sapeva come fare». Con i suoi canali, e una campagna social, Federfarma Napoli ne ha recuperate, intanto, 150. «Basta inviarci un'e-mail, siamo in contatto con i distributori e la prefettura (ieri, l'ultima riunione)», dice il presidente Riccardo Iorio. «Speriamo che il messaggio si diffonda il più possibile per poter dare il nostro piccolo contributo», concludono Roberto, Antonio e Francesco. 

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