Coronavirus a Napoli, 44 contagiati nel focolaio della Sonrisa: «Ma ora è sotto controllo»

Coronavirus a Napoli, 44 contagiati nel focolaio della Sonrisa: «Ma ora è sotto controllo»
di Fiorangela d'Amora
Giovedì 20 Agosto 2020, 11:00 - Ultimo agg. 14:37
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Sant'Antonio Abate, Piano di Sorrento e i rientri dall'estero: i nodi della nuova emergenza Coronavirus all'interno dell'Asl Napoli 3 Sud. «Nel complesso dal focolaio proveniente dalla Sonrisa abbiamo riscontrato 44 positivi divisi in vari comuni». Gennaro Sosto, direttore dell'azienda sanitaria che conta 13 distretti, 57 comuni e una popolazione di un milione di abitanti, ha tra le mani i numeri e le relazioni del personale medico, un'attività frenetica ricominciata ad inizio agosto.
 


Si può considerare superata la criticità esplosa attorno al noto Castello delle Cerimonie?
«Abbiamo effettuato quasi duemila tamponi a tutti i soggetti che hanno partecipato ad eventi o che hanno avuto a che fare con la Sonrisa. Il focolaio è sotto controllo, rispetto ai 26 iniziali si sono aggiunti altri positivi ma tutti legati in maniera diretta o quasi ai primi contagiati».

E nei comuni limitrofi? 
«Ieri mattina abbiamo terminato di eseguire i tamponi a Lettere, Gragnano e Castellammare». 

Eppure alcuni sindaci, come a Castellammare, lamentano una lentezza nella comunicazione sia per gli esiti, sia per la realizzazione dei test.
«Ci siamo trovati difronte una difficoltà incredibile in un periodo per nulla facile. Forse si è allungata la tempistica per ricevere un tampone, i numeri stanno salendo in trend con l'andamento nazionale. Posso dire che man mano che arrivano gli esiti sia dalle nostre strutture che dall'Istituto Zooprofilattico di Portici informiamo i comuni interessati, forse qualcuno vuole anche i negativi».

Collegato al focolaio della Sonrisa potrebbe essere anche il caso del bar di Piano di Sorrento che ha portato per ora a 4 dipendenti positivi.
«Fino a stamattina c'è la possibilità di eseguire il test rapido e in caso di presenza di anticorpi si farà il tampone. Per ora su Piano abbiamo realizzato 800 test rapidi, di questi una decina hanno avuto la necessità del tampone. Per oggi sono tutti negativi, intanto stiamo processando i tamponi della seconda giornata. Alla fine supereremo le duemila unità controllate». 

I rientri dalle vacanze sono il nuovo fronte critico.
«Per chi rientra e si segnala offriamo due possibilità. Aspettare che il nostro mezzo arrivi a domicilio o recarsi verso i 4 punti istituiti in altrettante città dove sarà possibile effettuare il tampone restando in auto, abbassando il finestrino».

Il criterio per la scelta delle città? 
«Avevamo bisogno di zone dove non si creassero ingorghi di auto e che si trovassero fuori dal centro abitato. Per questo sono già attivi i caselli di Pomigliano D'Arco (via Nilde Jotti 17) e Palma Campania (via Nuova Sarno 442). Terminato lo screening sarà attivo il centro di Piano di Sorrento (via Carlo Amalfi ex clinica San Michele), e da stamattina a Castellammare nelle Antiche Terme».

Avete avuto difficoltà a trovare i luoghi adatti?
«I sindaci manifestano la volontà di voler controllare solo i loro abitanti e questo non può essere. Avremmo bisogno di moltiplicare le postazioni per tutti e 57 i comuni, e per ognuna 2 medici e due infermieri. Una cosa impossibile da realizzare. I centri individuati sono abbastanza centrali anche per i comuni limitrofi».

Negli ospedali sta tornando l'emergenza?
«Per ora 3 ospedali della nostra azienda sono attrezzati per eseguire tamponi d'urgenza. A Nola ogni 51 minuti si possono processare 4 tamponi, a Castellammare 2 ogni ora e ora anche a Sorrento c'è un macchinario che analizza un tampone ogni ora».

E le terapie intensive? 
«Gli ospedali che attualmente ricoverano i positivi sono il Cotugno, l'Ospedale del Mare e per le puerpere la Federico II. Il Covid di Boscotrecase è tornato alla sue funzioni ordinarie, se dovessero aumentare i ricoveri e l'Unità di Crisi regionale ce lo chiederà, sarà riconvertito in due o tre giorni per curare i positivi».

Torneremo al mese di marzo?
«Non credo ma questa è una fase delicata.
Ci vuole responsabilità nei comportamenti». 

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