Covid a Napoli: «Io positivo, ho avvisato tutti ma l’Asl ignora i miei contatti»

Covid a Napoli: «Io positivo, ho avvisato tutti ma l’Asl ignora i miei contatti»
di Melina Chiapparino
Venerdì 16 Ottobre 2020, 22:01 - Ultimo agg. 17 Ottobre, 08:02
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«Ho fatto tutto da solo, senza l’aiuto dell’Asl». Amedeo Giglio, 45enne napoletano, racconta con rabbia la sua esperienza con il virus che lo ha fatto sentire «completamente isolato e costretto al fai da te a cominciare dai tamponi eseguiti privatamente fino alla ricerca dei contatti stretti per avvertirli che avevo il Covid». Il commercialista di Chiaia e sua moglie sono risultati positivi a differenza delle loro due figlie, entrambe negative, e vivono in isolamento domiciliare dal 21 settembre ma «senza i rallentamenti e i disservizi dell’Asl potremmo già essere liberi», sostengono i coniugi. «Ho speso più di 500 euro in tamponi privati e ho contattato tutti gli amici e conoscenti che avevo incontrato nella settimana prima di avere il risultato del tampone, per comunicare la mia positività - aggiunge Amedeo - stiamo agendo con responsabilità ma le istituzioni sanitarie sono assenti». 

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«Sono rientrato il 21 settembre a Napoli dopo una vacanza e per sicurezza, pur non avendo avuto comportamenti a rischio, ho deciso di fare il tampone privatamente» racconta Amedeo che due giorni dopo ha scoperto la sua positività al Covid. «Ho avvertito subito il mio medico di base - dice il professionista - e, anche se non avevo sintomi, ho fatto fare il tampone privato a mia moglie, che è risultata positiva, e alle bambine di 9 e 5 anni, negative».

Da quel momento è cominciato il «senso di abbandono» perché «nessun medico dell’Asl mi ha contattato per sapere come stavo e per fare la ricerca dei miei contatti stretti - spiega il commercialista - per questo mi sono organizzato da solo». 

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«Non c’è nulla di cui vergognarsi nel chiamare conoscenti e amici per spiegare che si ha il Covid ma non è giusto essere abbandonati». In questa storia, il “contact tracing”, cioè la ricerca attivata per recuperare i potenziali contagiati dal positivo, lo ha fatto in prima persona il contagiato ma la procedura spetta all’Asl. «Il tampone dell’Asl arriva solo il 9 ottobre per tutti i componenti della famiglia» confermando la positività dei coniugi e la negatività delle figlie. Un risultato in contraddizione con altri tamponi privati effettuati da Amedeo. «Ho fatto un tampone privato dove il Covid risultava debolmente presente, prima del tampone dell’Asl e un altro dove risulto negativo». Negli ultimi giorni il “contact tracing” dell’Asl sta registrando numeri sempre maggiori: per questo, considerando i possibili rallentamenti, è stata creata la mail segnalazione.ritardo@aslnapoli1centro.it. 

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