Focolaio Covid a Monte di Procida, è lockdown: «Positivo un tampone su tre»

Focolaio Covid a Monte di Procida, è lockdown: «Positivo un tampone su tre»
di Gennaro Del Giudice
Martedì 13 Ottobre 2020, 08:00 - Ultimo agg. 12:28
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Dodicimila anime, paesino di marittimi e ristoratori, molti emigrati negli Usa, Monte di Procida vive un nuovo lockdown. Paese blindato e un'altra settimana di chiusure dopo il matrimonio-focolaio di tredici giorni fa. Con un'ordinanza firmata nella tarda serata di ieri il sindaco Giuseppe Pugliese ha confermato la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado, sale gioco, sale scommesse, centri per anziani, parchi e giardinetti pubblici, disponendo anche la chiusura per barbieri, parrucchieri, centri estetici fino alla mezzanotte di domenica prossima. Restano aperti bar, ristoranti e negozi di generi alimentari: ma titolari e dipendenti dovranno sottoporsi ai tamponi naso-faringei entro giovedì. Nuove misure restrittive per ridurre al minimo i contatti tra la popolazione e scongiurare eventuali situazioni di contagio. «Abbiamo deciso di adottare nuove restrizioni in seguito ai dati che ci sono arrivati sui tamponi effettuati domenica. Quasi un terzo è risultato positivo e ciò ci preoccupa molto», ha spiegato il sindaco Pugliese. Su 130 tamponi, infatti, 41 sono risultati positivi per un totale di 62 casi di Covid finora accertati dopo lo screening di massa avviato sabato scorso. Numeri che sembrano destinati ancora a salire. Oggi nei laboratori dell'Asl Napoli 2 Nord saranno processati ulteriori 160 tamponi effettuati anche ieri al casello allestito nel parcheggio della casa comunale di Monte di Procida, dove per l'intero pomeriggio adulti e bambini hanno atteso in auto il proprio turno.

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Dopo un primo screening sui contatti diretti con i positivi emersi dalla festa di matrimonio e i loro link, i controlli sono stati allargati anche ai cosiddetti contatti indiretti' e agli studenti delle scuole del territorio, vista la presenza di bambini in età scolare tra i contagiati al matrimonio. «Sono qui perché mi ha chiamato un amico dicendomi che lui era stato contagiato dalla moglie» racconta Ciro, uno dei tanti residenti nella vicina Bacoli rientrati nella catena dei contatti, allargata appositamente per cercare di spegnere il contagio che ha avuto inizio il 30 settembre scorso, durante la festa di matrimonio andata in scena in un ristorante per cerimonie nella zona dello Scalandrone. Lo sposo e la sposa, Andrea De Lillo e Barbora, lui napoletano e lei slovacca, sono risultati anche loro positivi ai test: sono entrambi asintomatici e attualmente si trovano in isolamento domiciliare. «Non siamo untori e abbiamo agito nel modo più responsabile» ha tenuto a precisare De Lillo: «Al mio matrimonio c'erano 76 invitati e 12 fornitori tra band musicale, service audio e fotografi.

Appena abbiamo scoperto che una persona asintomatica è risultata positiva, abbiamo contattato tutti invitandoli a fare un test per evitare ulteriori contagi. Abbiamo agito nel modo più responsabile possibile nel prevenire la diffusione, insieme al sindaco Pugliese e tutta l'amministrazione comunale che ringrazio, abbiamo costruito i links dei contatti e invitato tutti a fare il covid-19 test, isolarsi ed evitare contatti stretti». In questi giorni i neo sposi sono stati accusati in paese di aver provocato il contagio a catena dopo un viaggio all'estero. De Lillo si difende: «Io, la mia famiglia e i miei amici non ci siamo di certo nascosti, abbiamo fatto il tampone privatamente per avere il risultato in tempi brevi, e così abbiamo scoperto tanti positivi asintomatici che avrebbero potuto diffondere ulteriormente il virus. Voci in giro dicono che abbiamo portato il virus dalla Slovacchia, io e la mia famiglia abbiamo fatto il test al rientro, e siamo risultati negativi, purtroppo abbiamo contratto il virus in Campania, dove la diffusione del virus è oggettivamente in aumento».

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Ieri intanto paese è rimasto semideserto, complice il maltempo che ha reso ancora più surreale il clima che si respirava tra le stradine battute dalle pattuglie della Polizia municipale impegnate a scongiurare assembramenti, soprattutto in via Panoramica, Acquamorta e nella piazza del paese dove hanno fatto allontanare alcuni anziani seduti sulle panchine. Deserte anche la strade che collegano Monte di Procida con Miseno e Fusaro e Cappella. Scene simili a quelle vissute nei mesi del lockdown nazionale, se non fosse stato per la presenza di qualche cliente in fila ai bancomat. «Un calo c'è stato, stamattina è mancata la solita affluenza di insegnanti, mamme e studenti - racconta Diego, che lavora nel bar che prende il nome dalla piazza del paese, XXVII Gennaio - A ciò si aggiunge anche la chiusura del palazzetto, del campo di calcetto e del centro scommesse in piazza. Speriamo che non ci facciano chiudere nuovamente». 

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