Covid a Napoli, la Procura indaga sul caro ambulanze: scoperto deposito abusivo

Covid a Napoli, la Procura indaga sul caro ambulanze: scoperto deposito abusivo
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 26 Novembre 2020, 08:00 - Ultimo agg. 13:27
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Trentacinque euro per ogni chilometro percorso, due vetture senza autorizzazione sanitaria dell'Asl, un manufatto abusivo con tanto di contatore elettrico allacciato alla rete pubblica. Sono i tasselli che emergono da un'indagine della polizia che punta a fare chiarezza sulla gestione di alcune ambulanze da parte di una onlus, una croce impegnata nell'area ospedaliera in questi mesi. Verifiche in corso, al momento sono due le ambulanze ad aver lavorato senza autorizzazione sanitaria dell'Asl, una delle quali sprovvista finanche del tagliando assicurativo. Una sorta di autoparco abusivo, dove sono state registrate altre presunte irregolarità: tra queste, la presenza di due uomini impegnati a svolgere le pulizie in assenza di un regolare contratto di lavoro.

Informativa in Procura, due denunciati: si tratta di un cinquantenne coinvolto in passato in inchieste che hanno riguardato clan camorristici, ma anche una donna di 34 anni.

Entrambi dovranno rispondere dell'accusa di furto di energia elettrica, in uno scenario investigativo destinato a macinare altre verifiche, ma in direzioni differenti. 

Un fascicolo destinato a passare dai presunti abusi o violazioni in materia di energia elettrica, a questioni decisamente più serie, legate ai servizi offerti in campo sanitario, nel pieno dell'emergenza Covid. E lasciamo per un attimo perdere la storia della corrente elettrica, proviamo a ragionare sulla possibile traiettoria della nuova informativa destinata alla Procura di Napoli.

Al di là della mancanza di certificazioni o dei lavoratori in nero, lì nell'autoparco di via Pietravalle, si batte la pista economica: quanto costa un servizio di trasferimento in ambulanza da un punto all'altro della città? E in quali condizioni igieniche avviene il transfert? Stando a quanto emerso finora, c'è un tariffario che viene adottato da alcune croci nell'area collinare di Napoli: fino a 35 euro per ogni chilometro percorso, un prezzo lievitato rispetto al periodo pre covid in modo quanto meno sospetto. Interrogati alcuni potenziali testimoni, i costi di trasporto sarebbero lievitati negli ultimi mesi in relazione all'esigenza di reperire ambulanze con il crescere dei contagi, oltre che per la necessità di ottenere sanificazioni e personale in grado di contenere il virus e proteggere i pazienti.

Costi destinati comunque a finire al vaglio della magistratura, anche in relazione al regime in cui vengono svolti i servizi di trasferimento dei malati. Non tutte le «croci» sono infatti riconosciute da una convenzione con le autorità sanitarie regionali. Agiscono privatamente, pur essendo formalmente delle «onlus», vincolate a un regime no profit. 

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Poche settimane fa, ha fatto discutere la denuncia di alcuni residenti in zona Quartieri spagnoli, per il costo versato dalla famiglia di un infermo al conducente dell'ambulanza: si va dalle 400 euro per compiere pochi chilometri, dalla zona di Montecalvario all'area ospedaliera, fino a 2400 per fare Napoi-Caserta. Una realtà in cui è doveroso fare delle distinzioni: da un lato, c'è infatti chi opera con personale medico e infermieristico specializzato a bordo dell'autovettura, chi può contare anche su attrezzature salvavita all'avanguardia (decisive specie per una malattia che provoca un improvviso peggioramento delle proprie condizioni) e che si preoccupa di sanificare i propri automezzi; dall'altro c'è invece chi si impone in modo abusivo sul mercato cittadino, riuscendo a lucrare sull'emergenza coronavirus, senza offrire prestazioni all'altezza degli standard di sicurezza. Punti apparentemente separati, che ora spetta alla Procura mettere a fuoco, con un fascicolo ad hoc su alcune ambulanze che ronzano in area ospedaliera in modo più o meno abusivo.

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