Si aggrava la carenza di medici del 118 in città: dall'ultimo allarme, lanciato nello scorso novembre dal responsabile della centrale operativa Giuseppe Galano che segnalava la mancanza nelle varie postazioni di 28 camici bianchi, lo scenario oggi si configura sempre più a tinte fosche. Negli ultimi mesi si sono registrati infatti ulteriori pensionamenti, malattie, assenze per Covid, e ora c'è da fare i conti anche con l'addio all'ambulanza di camici bianchi che, dopo 15, o 20 anni di lavoro in prima linea, trovano più attraente trasferirsi in guardia medica o aprire uno studio di medicina generale. Medici formati, esperti, abituati a fronteggiare situazioni in cui il malato è in pericolo di vita, professionalità che vanno irrimediabilmente perse e difficili da rimpiazzare.
Se il turn-over dei medici di base - attualmente in corso di perfezionamento dopo anni di ritardi nella pubblicazione delle graduatorie - è un nodo che va dunque finalmente a soluzione, resta irrisolta la questione dei dottori dell'emergenza da impiegare sia nelle prime linee degli ospedali sia sui mezzi di soccorso del 118. «Sto lasciando un lavoro scelto per passione - dice Antonella Barbi, 57 anni - in quanto siamo stanchi, sfiduciati, non gratificati e non riconosciuti nel ruolo che svolgiamo, gravati dalle precarie garanzie, di carriera e contrattuali, logorati dopo anni di impiego». «Vado via dal 118 soprattutto per stanchezza - aggiunge Mariolina Luongo, 63 anni, una delle pioniere del servizio in Campania - stare tanto tempo in ambulanza logora.
L'ultima tegola, piovuta sul capo dei medici del 118, riguarda un'indennità di servizio inserita in un vecchio contratto, (10 mila lire oggi 5,16 euro) su cui ha acceso i riflettori la Corte dei conti considerandola indebita. Una scure che vale 800 euro sullo stipendio a cui si aggiungono restituzioni che oscillano da 20 a 70 mila euro. Della questione è stata investita l'avvocatura regionale per un'interpretazione autentica nel transito da un accordo di lavoro all'altro 15 anni fa. Un tavolo per affrontare questa partita è in programma in Regione il 2 febbraio con i sindacati di categoria (Fimmg, Cisl medici-intesa sindacale e lo Smi) e la parte pubblica. L'indennità sarà recuperata con un'altra voce di 6 euro ma sugli arretrati da restituire (dai 20 ai 70 mila euro) non c'è alcuna certezza. Il 118 è un servizio pubblico salvavita che interviene nei codici rossi di persone in pericolo di vita per gravi traumi, ictus, infarti. Il medico è necessario: un patrimonio della collettività da coltivare sul piano della qualità e delle garanzie anziché ripiegando su convenzioni e privatizzazioni.