«Mia sorella morta da 24 ore mentre noi la credevamo viva. Siamo andati in ospedale perché non avevamo avuto più sue notizie e abbiamo trovato la sua salma nuda, avvolta in un lenzuolo, nella camera mortuaria. Come possiamo sentirci?». C'è dolore e rabbia nelle parole di Luigi Miranda, insegnante dell'istituto «Tilgher» di Ercolano, che denuncia l'incredibile vicenda legata alla morte della sorella Maria, casalinga 53enne deceduta lo scorso 12 novembre all'Ospedale del Mare. E non per Covid-19. I familiari di Maria Miranda, il fratello, il marito e le due figlie ventenni, non riescono a rassegnarsi a ciò che è successo, alla mancata comunicazione del decesso, da loro scoperto per caso, e intendono ricorrere per vie legali contro l'ospedale.
«Mia sorella in passato ha avuto un'embolia polmonare - racconta Luigi - da cui era guarita sebbene assumesse ancora dei farmaci.
Così Luigi e il cognato hanno preso l'auto e da Ercolano hanno raggiunto l'ospedale di Ponticelli. «Qui per ore nessuno ha saputo dirci nulla - racconta ancora Luigi - addirittura ci hanno detto che forse Maria era stata dimessa, lasciandoci sbalorditi. Finché ci hanno dirottato verso due medici che con lo sguardo basso ci hanno detto: Non sapete nulla? La signora é morta ieri alle 19,45, siamo costernati ed affranti che nessuno vi abbia detto nulla. Così siamo andati verso la camera mortuaria e ci siamo trovati di fronte una scena terribile: mia sorella lì sola, morta da 24 ore, nuda e coperta con un lenzuolo bianco. Le guardie ci hanno guardato impietosite e ci hanno riferito che avevano pensato che la donna non avesse famiglia. Oltre il dolore, la vergogna. E se non fossimo andati in ospedale, quanto tempo sarebbe rimasta lì? E noi che la credevamo viva. Sì il Covid, ma non si possono abbandonare così gli altri malati». L'ufficio stampa dell'ospedale ha fatto sapere che i medici avevano contattato i familiari anche alle 19 di giovedì, poco prima della morte, e che dopo la morte hanno provato a contattarli ma erano irreperibili. Ha aggiunto, inoltre, che dopo i primi tentativi «presi da tanta pressione per l'assistenza agli altri malati, gli è poi sfuggito di mente di avvisare i familiari» con i quali si sono scusati e si scusano pubblicamente. La famiglia Miranda, però, smentisce la telefonata poco prima della morte e cerca giustizia.