Covid a Napoli, l'ospedale Cardarelli scoppia: barelle nel pronto soccorso

Covid a Napoli, l'ospedale Cardarelli scoppia: barelle nel pronto soccorso
di Melina Chiapparino
Venerdì 5 Marzo 2021, 09:00
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Scoppia l'ospedale Cardarelli, invaso dalla barellopoli nel pronto soccorso e al limite della saturazione nei reparti ordinari e Covid. Negli ultimi giorni, il presidio napoletano è stato preso letteralmente d'assalto, registrando un'impennata nel numero degli accessi. Varcata la soglia del pronto soccorso, la folla di ammalati sistemati sulle lettighe, occupa ogni spazio delle aree mediche allestite al piano terra dell'edificio.

Le distese di barelle sono tornate a occupare il pronto soccorso dove, ieri, erano 100 i pazienti sistemati sui «letti tecnici» dotati di rotelle e freni ma, in ogni caso, adattati ai ricoveri pur non essendo posti letto.

Si tratta di ammalati tutti negativi ai test rapidi per il Covid ma che arrivano a sostare diversi giorni sui lettini prima di giungere nei reparti di destinazione. Il caos non è solo dovuto all'aumento degli accessi registrati ogni giorno, con una media di 150 ingressi, perché a complicare le cose, c'è un «reparto fantasma». In pratica, dall'inizio dell'emergenza pandemica, gli ampi locali al piano terra del pronto soccorso stanno ospitando anche i ricoverati del reparto di Osservazione Breve Intensiva (Obi), situata al piano superiore con soli 20 posti letto a disposizione. Questo vuol dire che i ricoverati in Obi che non trovano posto in reparto, vengono dirottati nel pronto soccorso dove si aggiungono altre barelle a quelle già presenti, raggiungendo cifre da record. Non è un caso che per la mole di lavoro e il rischio di contagio, gli operatori sanitari hanno richiesto un'indennità.

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I reparti del Cardarelli destinati all'assistenza Covid sono tutti pieni con la presenza di 120 ricoverati distribuiti tra le palazzine M, H ed il padiglione A. Anche le due Terapie Intensive sono quasi sature con 12 pazienti su una disponibilità totale di 15 degenze. I numeri riflettono l'aumento dei contagi che si sta verificando a Napoli ma, per adesso, «il sistema di smistamento dei pazienti affetti da Coronavirus sta progressivamente decongestionando i reparti e il pronto soccorso» spiega Giuseppe Longo, direttore generale del Cardarelli che essendo un presidio con la duplice funzione di assistenza ordinaria e Covid, sta vivendo una situazione complessa. «Nelle ultime due settimane il numero di ricoveri Covid si è stabilizzato e siamo pieni ma non al collasso aggiunge Longo - possiamo contare sui trasferimenti dei pazienti Covid nei presidi dell'Asl Napoli 1 e presso il Policlinico Federiciano». A riprova della velocità di questi trasferimenti, ieri, erano 6 i contagiati presenti nell'Obi Covid, dove vengono ricoverati gli ammalati risultati positivi ai test.

Le buone notizie riguardano il drastico calo dei contagi tra sanitari al Cardarelli, ormai vaccinati e probabilmente immuni al virus e l'allestimento delle attrezzature che consentiranno di sequenziare le varianti del Covid. Il laboratorio del presidio collinare ha già avviato le procedure per il modello operativo che consentirà questo balzo in avanti nel monitoraggio dell'evoluzione genetica del virus. Sul caos delle lettighe nel pronto soccorso, Longo spiega che «nelle altre ondate pandemiche si era attivato il blocco dei ricoveri ordinari mentre in questa fase, il presidio sta garantendo tutte le prestazioni assistenziali sebbene con posti ridotti, causati dall'accorpamento dei reparti per creare spazi e degenze destinate agli ammalati Covid». In aumento il numero di pazienti che arrivano al pronto soccorso con una fase già avanzata delle proprie patologie e, dunque, richiedono un'assistenza su vari livelli di comorbidità. 

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