Covid a Napoli, il pronto soccorso dell'ospedale Cardarelli è saturo e il manager apre un altro reparto

Covid a Napoli, il pronto soccorso dell'ospedale Cardarelli è saturo e il manager apre un altro reparto
di Ettore Mautone
Martedì 9 Marzo 2021, 09:00
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Se Atene piange (il pronto soccorso dell'Ospedale del mare) Sparta (la prima linea del Cardarelli) non ride. L'affollamento da iperafflusso, nel fine settimana, ha raggiunto livelli record anche nell'ospedale collinare con una cinquantina tra letti e barelle in fila nel grande salone dell'emergency, alle spalle del triage, più altrettanti in Obi, un gran caos. Attenzione, non si tratta di malati Covid che hanno i propri spazi e un percorso separato, ma di pazienti ordinari.

Un ingorgo creato dall'iperafflusso e dalla ridotta ricettività dei reparti alle spalle del pronto soccorso. Le corsie delle 3 unità di Medicina, dedicate ai malati affetti da pluripatologie croniche sono limitati. I dispositivi di distanziamento adottati a fronte della vetustà dei reparti (solo tra un anno si avranno i nuovi padiglioni in ristrutturazione) hanno sottratto trenta o quaranta posti letto che aggiunti a quelli dedicati ai malati Covid (160) fanno circa un quarto della dotazione totale del Cardarelli. L'effetto imbuto in pronto soccorso è inevitabile. «A prescindere dalla numerosità degli accessi dei malati Covid, che in questo momento sono stabili e sotto controllo - avverte il direttore generale Giuseppe Longo - subiamo certamente i contraccolpi della pandemia.

Il maggiore distanziamento cui sono sottoposti i letti delle corsie non Covid delle Medicine più vecchie, diventate stanze singole, riducono la capienza. Il Cardarelli non si può sottrarre alla sua funzione di centro pubblico nevralgico per la rete dell'emergenza in città, Covid e non Covid. È mia intenzione recuperare almeno una quarantina di posti letto di Medicina in altri padiglioni. Abbiamo allo studio varie ipotesi e a breve prenderemo una decisione con nuove attivazioni di reparti per avere un drenaggio più rapido dal pronto soccorso». «Sulle assunzioni - conclude il manager - siamo forse l'azienda sanitaria che ha assunto più personale e fatto più concorsi in Campania». «Il Cardarelli paga la fragilità degli altri presidi accogliendo un numero spropositato di pazienti Covid replicano i sindacati basterebbe trasferire automaticamente altrove i malati infetti».

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Soluzione in effetti già adottata finché c'è stato posto, con un accordo con la Asl Napoli 1. Ma i medici chiedono anche di chiudere il Covid 4 per rilanciare la Medicina interna e restituire la Week-surgery e l'intramoenia in chirurgia. L'intersindacale elenca poi i punti al palo delle trattative in corso: la sottrazione della linea Trauma all'urgenza affidandola ai chirurghi, e l'affidamento del codice rosso agli anestesisti. «Tutte proposte che sono state accolte e discusse - conclude Longo - e che se utili ai fini della migliore gestione degli afflussi valuteremo di attuare. Sui tempi e i modi decidiamo noi che abbiamo la responsabilità della gestione dell'azienda. Oggi l'emergenza pandemica non può essere derogata nemmeno al Cardarelli. I suggerimenti e il dialogo sono il mio faro ma le decisioni vanno ponderate nella visione che ha il management e non i sindacati».

«Al Cardarelli - spiega Maurizio Cappiello, dirigente Anaao - stiamo viaggiando mediamente su un numero di circa 100-110 pazienti presenti contemporaneamente nel pronto soccorso e nell'Osservazione breve intensiva. Questo è un fenomeno che si chiama stazionamento. Da cittadino comune mi chiederei perché ci sono tutti questi pazienti, un numero enorme. Il motivo è che sia quelli che hanno il Covid sia quelli che non hanno l'infezione non si riesce a ricoverarli in quanto i reparti sono pieni. La ricettività è dimezzata». Una situazione preoccupante soprattutto perché da un lato la penuria di posti letto Covid in città riguarda pazienti sintomatici e subintensivi, dall'altro le specialistiche di altre attività sono ingolfate mentre mancano medici dell'urgenza, infermieri e anestesisti.

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