Covid a Napoli, il primario del Cotugno: «Contagi in aumento, a rischio i più giovani»

Covid a Napoli, il primario del Cotugno: «Contagi in aumento, a rischio i più giovani»
di Maria Chiara Aulisio
Domenica 17 Gennaio 2021, 09:00 - Ultimo agg. 18 Gennaio, 07:09
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Nicola Maturo, responsabile del pronto soccorso del Cotugno, tira un respiro di sollievo. Dopo il tutto esaurito registrato nei giorni scorsi, l'ospedale sta lentamente rientrando in una apparente normalità: fino a ieri mattina si contava perfino qualche posto letto ancora libero.

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Tutto tranquillo?
«Qui tranquilli non si è mai, è meglio chiarirlo: la situazione dal punto di vista sanitario può cambiare con grande rapidità. In queste ore c'è minore affluenza, è vero, ma abbiamo appena smaltito i contagi di Natale e ora aspettiamo quelli di Capodanno».

La conseguenza dei festeggiamenti del 31 dicembre?
«Certo.

Tutto previsto».

Basta poco, dunque, per ripiombare nell'emergenza.
«Appena si ricomincia con assembramenti e raduni, il virus torna a circolare e a contagiare. Quando la scorsa estate vedevo balli, feste e vacanze spensierate, ero consapevole di quel che ci sarebbe costato in termini di epidemia».

Quanto sarà severo l'effetto Capodanno?
«Come per Natale ci aspettiamo un dieci per cento di pazienti in più. Per fortuna si tratta di arrivi graduali e, dunque, più gestibili. Un flusso costante ma non imponente come quello delle ultime settimane».

L'età media dei contagiati delle feste?
«L'età si è abbassata a prescindere».

Come mai?
«Gli anziani si proteggono. Escono poco e sono molti attenti. Hanno anche capito che devono ridurre al minimo gli incontri con figli e nipoti, il veicolo attraverso il quale la malattia viaggia verso di loro. Oggi ad alto rischio ci sono i cinquantenni e i sessantenni».

Meno paura e quindi minor rispetto delle regole?
«Sono più disinvolti - e questo ovviamente fa la differenza - ma non solo: il pericolo vero è rappresentato molto spesso dal lavoro».

In molti casi è inevitabile: lo smart working non può valere per tutti.
«Infatti, è così. E però gli uffici, le frequentazioni, i mezzi pubblici a bordo dei quali si viaggia costituiscono una fonte di trasmissione senza scampo».

L'apertura della scuole è destinata, secondo lei, a aggravare la situazione?
«Senza dubbio. Vedrete che appena si tornerà in classe l'età media dei contagiati si abbasserà ulteriormente e ricominceremo a curare i ragazzini».

Quanti anni ha la paziente Covid più giovane attualmente ricoverata al Cotugno?
«Appena sedici anni».

Come sta?
«Per fortuna adesso sta bene ma è stato un decorso impegnativo. In ogni caso è superato».

Naturalmente voi del Pronto soccorso siete stati tra i primi a vaccinarvi?
«Necessariamente. E se Pfizer consegna le fiale, lunedì dovremmo sottoporci anche alla seconda dose».

Il cosiddetto richiamo?
«Si, poi vediamo che cosa succede».

Ha forse qualche dubbio sull'efficacia del vaccino anti Covid?
«No, non dico questo ma dal richiamo dovrà passare almeno una settimana prima di essere immuni. Poi si capirà quanto dura, come funziona».

Per adesso è difficile stabilirlo.
«In realtà stiamo facendo le cavie. Felici di farle, naturalmente. Ma è chiaro che ad oggi nessuno può saperne di più. Il bilancio si farà in un secondo momento. Ho notato però, e con piacere, che ora vogliono vaccinarsi tutti - fino a qualche tempo fa in tanti erano piuttosto scettici, anche tra i colleghi - adesso invece c'è una vera e propria corsa alla vaccinazione. Per fortuna». 

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