«Sai, mi hanno detto che un mio conoscente è positivo», sussurra una donna sulla quarantina a un'amica. «Ah, sì anche una mia amica. Ormai di contagiati ce ne sono dappertutto», risponde sfiorando un abito sulla bancarella. Mercatino di Casale de Bustis, dalle parti di piazza Medaglie d'Oro, si cammina tra la gente che fa acquisti mentre parla solo del virus: folla da una parte e paura per il Covid che avanza dall'altra. Ieri, in tarda mattinata, stesse scene anche al mercatino di Antignano, quello di via Paisiello, e alla Pignasecca, nel cuore del centro. L'autunno 2020 lo si vive in una contraddizione evidente: se è fisiologicamente impossibile mantenere le distanze di sicurezza nei vicoli stretti del commercio ambulante, i mercatali, dal canto loro, lamentano la crisi di incassi e di presenze, scesi «tra 50 e 70%».
L'assembramento nei mercati è fisiologico: anche se tanti commercianti fanno rispettare regole e distanze, anche se tanti clienti portano la mascherina ma qualcuno sempre non la indossa o la tiene a naso e bocca scoperti lo spazio è poco. E spesso si è obbligati allo spalla a spalla per avanzare nel vicolo stretto tra le bancarelle. Alla Pignasecca, per esempio, poco prima di pranzo c'è un fiume di gente: utenti del mercatino, ma anche passanti che vanno verso la funicolare e la Cumana di Montesanto. «Vengo a comprare il pesce qua perché risparmio dice la signora Assunta E poi se non ci diamo una mano tra noi piccoli commercianti, va a finire che restano solo le grandi catene». Lo stesso discorso vale per l'abbigliamento: «Si spende meno sulla bancarella - racconta Paola, in zona Tino da Camaino - E con la crisi del virus non posso permettermi di spendere quanto spendevo prima per vestirmi. Non ho tante alternative, insomma».
Il contagio avanza e l'economia non si riprende: è questa la fotografia delle strade in questi giorni di smarrimento, dpcm e ordinanze. Durante la quarantena la città si è stretta e unita per tenere fuori il virus. Oggi le cose stanno diversamente. Napoli ma anche il resto d'Italia fatica a recepire le misure a metà imposte da questa seconda ondata, in cui istituzioni e cittadini cercano di arginare il virus senza soffocare l'economia e la vita quotidiana. Una situazione che non piace alla totalità dei commercianti: «C'è parecchia gente in meno del normale - spiega Ciro Cimmino, mercatale di abiti a Casale de Bustis, mentre dà una mano a sua moglie titolare dell'esercizio Stamattina la metà dei clienti. Non siamo rientrati nelle spese, anche se De Luca ci ha dato 2000 euro: non bastano. Una chiusura con gli incentivi sarebbe meglio a questo punto». Gli affari, insomma non girano. Sono i tempi di misure a metà che stentano però a trovare equilibrio. «Se continua così chiudiamo pure noi sospira un fruttivendolo di Antignano Poi però dobbiamo vedere che cosa fare per campare», aggiunge. Intanto, nessun controllo dei vigili contro gli assembramenti.
La tensione del comparto e i tempi più che delicati sono confermati anche dal sindacato di categoria: «Ci hanno fatto riaprire il 22 maggio - ricorda Mario Petrillo, presidente dell'Unione Sincacale Venditori Ambulanti (Unva) Ma non sono state calcolate le perdite post-riapertura che abbiamo subito. La gente è impaurita e non spende. Inoltre lo smart-working fa crollare i mercati di strada e favorisce i grossi supermercati e il commercio online. I piccoli commercianti sono destinati a saltare ovunque. Nei mercati napoletani si arriva a perdite anche del 70%, nei quartieri periferici come Secondigliano, ad esempio. A Napoli il 15%, 20% degli ambulanti autorizzati non sta aprendo, parliamo di centinaia di lavoratori sparsi tra Posillipo, Fuorigrotta, Vomero e hinterland. Inoltre, questa situazione non combatte né il virus né la crisi economica: in certe zone, come alla Pignasecca e a piazza degli Artisti, lo spazio è pochissimo. Non chiediamo elemosina ma chiediamo di lavorare in sicurezza: abbiamo regalato mascherine ai clienti e fatto partire una intensa campagna di volantinaggio anti-Covid per sensibilizzare i cittadini sulle norme da rispettare per combattere il virus».