Entro sabato, la tabella di marcia prevede la fine del montaggio, con il sistema brevettato dall'azienda veneta Med (Manufacturing Engineering Devolopment), dei due moduli prefabbricati per un totale di 48 posti letto. Nell'area dell'ex parcheggio all'Ospedale del mare sarà pronta la struttura acquistata dalla Regione per affrontare una possibile grande emergenza da contagiati di coronavirus.
Un costo di 7 milioni e 600mila euro chiavi in mano per la struttura prefabbricata, che ospiterà la terapia intensiva aggiuntiva diretta dal dottore Pio Zannetti. Un costo contestato da un'interrogazione regionale del Movimento 5 stelle, che parla di sperpero di denaro. La scelta della Regione Campania è stata l'urgenza, attraverso un bando rapido cui hanno risposto sette ditte. A metà marzo, la crescita dei contagi era imprevedibile e l'unità di crisi ha pensato al peggio, con la necessità di avere a disposizione più posti letto di terapia intensiva per gli ammalati più gravi. Ai 48 posti letto saranno collegati i ventilatori respiratori in arrivo dalla Cina.
Naturalmente, terminato il montaggio dei moduli, entro la fine della prossima settimana saranno sistemati gli arredi in aggiunta alla Tac che verrà installata in queste ore. Posti letto pronti per affrontare eventuali incrementi di contagiati da curare in terapia intensiva. Risposte al coronavirus, come i dieci posti letto di terapia intensiva realizzata in pochi giorni al Loreto mare. Per fortuna, non di tutti quei posti letto, che si sono aggiunti a quelli a Napoli utilizzati agli ospedali Cotugno e Monaldi, c'è stato finora bisogno.
Se il costo per la struttura prefabbricata al Loreto mare è stata di 7 milioni e 600mila euro, l'importo complessivo dell'appalto, che comprende anche l'allestimento di strutture analoghe all'ospedale Ruggi di Salerno e al Sant'Anna di Caserta, è di 12 milioni e 270mila euro. In ognuno dei moduli che saranno montati negli altri due capoluoghi di provincia alla fine saranno disponibili 24 posti letto. I lavori sono già iniziati a Salerno, dove due giorni fa si sono trasferiti alcuni degli operai arrivati a Napoli lunedì sera con il materiale dei prefabbricati, .
«Tutto è stato fatto prevedendo un aggravamento dell'emergenza - ha detto il presidente della Asl Napoli uno, Ciro Verdoliva - Le terapie intensive sono necessarie ai casi più gravi di contagiati da coronavirus. Aumentarne il numero pronto per il Covid-19 era indispensabile».
Una previsione in vista del peggio, che si spera non debba mai arrivare. Ma cosa ne sarà, dopo l'emergenza, delle struttura prefabbricate? Dice Roberta Santaniello, ingegnere che nell'unità di crisi segue l'attività sulle strutture sanitarie: «Non saranno smantellate, ma riutilizzate in maniera razionale. Finito il loro compito per l'emergenza da coronavirus, le Asl e le direzioni ospedaliere ne decideranno l'uso».
Qualche idea, a Napoli, c'è già. E l'ha anticipata l'architetto Antonio Bruno, direttore dei lavori all'Ospedale del mare: «I prefabbricati possono diventare sedi di una centrale del 118. Ma è possibile anche destinarli a strutture per un asilo nido aziendale».
Una conversione di uso, che scatterà solo quando si sarà conclusa la fase dell'emergenza da Covid-19, su cui dovranno essere fatte valutazioni. La posizione logistica dell'ospedale del Mare, ben collegato con strade dirette in provincia, renderebbe idoneo l'uso per una centrale del 118 con mezzi che potrebbero muoversi con rapidità. Ma non è escluso che, quando sarà il momento, possano nascere differenti esigenze interne all'ospedale. E i prefabbricati, diventati parte integrante e non precaria della struttura ospedaliera, potrebbero avere ulteriori utilizzi, per ora tutti da decidere.