Coronavirus a Napoli, nuovi posti letto dalle case di cura ma è allarme al Cardarelli

Coronavirus a Napoli, nuovi posti letto dalle case di cura ma è allarme al Cardarelli
di Ettore Mautone
Martedì 24 Marzo 2020, 08:00 - Ultimo agg. 14:24
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Emergenza Coronavirus, arriva la svolta sul fronte della sanità privata accreditata: entro 48 ore sarà stilato un piano in grado di indicare - nell'ambito dei 2.756 posti letto disponibili nella rete regionale delle Case di cura - tre linee di assistenza articolate tra i diversi tipi di cure necessarie per dare respiro agli ospedali pubblici ormai al tracollo. È quanto deciso al termine del vertice che si è svolto ieri, al Centro direzionale, presso la sede dell'Unità di crisi della Protezione civile, tra la parte pubblica e Aiop Campania e Confindustria Sanità.

La prima linea di assistenza dovrà essere dedicata unicamente a malati non infetti dal Coronavirus dimessi dalle strutture pubbliche in cui sono attualmente ricoverati. Il trasloco è finalizzato a liberare spazio negli ospedali pubblici e consentire le trasformazioni e riconversioni necessarie a creare presìdi pubblici per i soli Covid seguendo il modello del Loreto nuovo. L'obiettivo è mettere fine alle commistioni di ricoveri di pazienti infetti e non infetti presupposto di nuovi contagi negli ospedali. La seconda linea di attività riguarda i pazienti Covid positivi che hanno bisogno di ricovero nelle unità di Terapia intensiva e sub intensiva ma anche in reparti di degenza ordinaria in Pneumologia e Malattie infettive. Ricoveri che dovranno avvenire in reparti attrezzati per il biocontenimento e l'isolamento. Infine la terza linea di attività che riguarda i pazienti clinicamente guariti dal Covid 19 ma che devono attendere 14 giorni dalla scomparsa dei sintomi per verificare, con due tamponi a distanza di 48 ore, la negatività al virus. Saranno distribuiti in reparti a specialità mediche, chirurgiche e soprattutto di riabilitazione. «Abbiamo consegnato il documento di sintesi con la articolazione degli oltre 2.700 posti disponibili - spiega il presidente dell'Aiop Sergio Crispino - ora con i titolari delle singole strutture faremo un punto sui dettagli e tra due giorni ci rivedremo per consegnare il Piano organico».
 

 

Intanto sul fronte pubblico al Monaldi oggi aprono 18 posti aggiuntivi di subintensiva del nuovo padiglione G del Cotugno che vanno a incrementare la dotazione dei 36 già attivi. Qui ieri sono arrivate due ecografi donati dal Cardinale Sepe. Ai 60 posti programmati nel nuovo plesso del Cotugno mancano ora solo 6-8 posti letto che saranno in funzione all'arrivo di respiratori. Sul fronte delle terapie intensive sono 8 i posti ulteriori aperti ieri per un totale di 24 postazioni ricavate tra la vecchia unità coronarica e le sale operatorie della piastra cardiochirurgica. In tutto i posti liberi ieri sera erano solo 4. L'Azienda dei Colli guarda anche al Cto dove sono pronti subito altri 14 posti più 8 di sub-intensiva attivabili già da stamattina se arrivano tute, mascherine e visori per il personale. Nel frattempo il Cto i pazienti infettati li sta già accettando, collocandoli in isolamento in due stanze a pressione negativa presenti nel pronto soccorso. Tra le novità c'è poi la Vanvitelli che da domani attiverà 24 posti di Malattie infettive (degenza ordinaria) al padiglione 3 ospitato nella cittadella ospedaliera di via Pansini.
 

Molto critica intanto la situazione negli altri ospedali della città e della provincia. Gli ospedali Covid di Pozzuoli Fratta e Giugliano sono pressoché saturi sia nei posti intensivi sia di subintensiva. Al Cardarelli ieri erano due i pazienti ospitati nella tenda esterna al pronto soccorso e altri due in isolamento in una stanzetta a fianco del codice rosso. Per aprire i nuovi padiglioni dedicati ai pazienti ammalati col Coronavirus il manager Giuseppe Longo aspetta la dotazione di tute e mascherine. Qui si inserisce il nervo scoperto della rete di assistenza. Nessuno è ovviamente disposto a lavorare a contatto con pazienti altamente infettivi senza adeguati strumenti di protezione individuale.
Non va meglio al San Giovanni Bosco dove da ieri sera, secondo una disposizione di servizio dell'Asl Napoli 1, è entrata in funzione la tenda esterna con la dislocazione h 24 di un anestesista, un infermiere di rianimazione, un internista, infermieri di pronto soccorso e un Oss e specialisti a richiesta dai vari reparti. Mancano però le tute di protezione (solo una disponibile per il turno di notte), non è descritto il percorso differenziato per effettuare la Tac e infine manca un responsabile della tenda che disciplini l'uso dei materiali e del personale. 

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