Coronavirus a Napoli, sei nuovi contagi e anche gli avvocati scioperano

Coronavirus a Napoli, sei nuovi contagi e anche gli avvocati scioperano
di Maria Pirro e Giuseppe Crimaldi
Martedì 3 Marzo 2020, 07:00 - Ultimo agg. 11:00
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Una morte al centro delle verifiche e sei nuovi contagiati dal coronavirus; 28 in totale. È il bilancio di una giornata convulsa in Campania, segnata dalla paura di contrarre l'infezione che diventa più forte della malattia. Con gli avvocati in rivolta a Napoli, le mamme che non mandano i figli a scuola, anche se gli esperti assicurano che non c'è pericolo e udienze e lezioni possono riprendere. «Si guarisce il 98 per cento delle volte», spiega Giuseppe Galano, responsabile del 118 e componente della task-force regionale.

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Due tamponi positivi nel Salernitano: una 60enne di Agropoli, in mattinata accompagnata dalla figlia all'ospedale di Vallo, e una 47enne di Striano che ha chiesto aiuto all'ospedale di Sarno, dove anche i tre medici che hanno avuto contatto con lei sono ora in quarantena. Più uno nel Sannio, una ragazza di 26 anni probabilmente infettata dal militare ora in isolamento. E tre a Napoli: il primo, all'Arenaccia, potrebbe essere collegato all'avvocato considerato «il paziente 1»; altri due al Vomero, tra cui un docente universitario colpito dal virus, già in quarantena assieme alla moglie (negativa, invece, al test). Attenzione alta anche alla Federico II. La Dermatologia adotta, in via cautelativa, la telemedicina via Skype, come conseguenza del coronavirus, per i pazienti oncologici.
 

 

Allarme in zona piazza Nazionale per il sequestro della salma di un 47enne, rientrato a metà febbraio da una vacanza a Sharm el-Sheikh organizzata in occasione del suo compleanno. L'uomo è deceduto ieri per cause tutte da accertare, ma viveva da solo, era già in auto-quarantena. «Ed era affetto da una sarcoidosi, complessa patologia polmonare, che potrebbe essere stata aggravata dal coronavirus», puntualizza Galano, spiegando che si tratta di un'ipotesi: «Solo l'autopsia può chiarire le cause della morte». Accertamenti disposti nell'istituto di medicina legale del Policlinico della Federico II, sul posto i carabinieri e la polizia mortuaria del Comune.

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Tra le scuole il caso più clamoroso è quello della «Ristori», la scuola di Forcella con 700 iscritti. Qui il timore di contrarre la malattia, dopo un caso registrato in zona, ha spinto i genitori in massa a trattenere i figli a casa. Provvedimenti fai-da-te ingiustificati: la preside ha immediatamente diffuso una circolare. E anche i sindaci dei comuni con le scuole ancora chiuse sono stati invitati a ritirare le ordinanze. Ma a Cesa resta lo stop, in Valle Telesina domani si torna tra i banchi.
 
 

A Napoli prosegue il braccio di ferro tra avvocati e magistrati: il Consiglio dell'Ordine ha proclamato l'astensione dalle udienze civili, penali, amministrative e tributarie. Sette giorni di stop, fino all'11 marzo. L'agitazione, dopo che un legale di ritorno da Milano ha trasmesso il virus a colleghi e segretarie di studio. Ma «solo 2 dei 6 avvocati hanno frequentato, insieme, una sola udienza dopo il 25 febbraio davanti al tribunale di Napoli. Dal 28 febbraio scorso sono, come gli altri, in quarantena», è la precisazione diramata dal presidente della Corte di Appello Giuseppe De Carolis di Prossedi e dal procuratore generale Luigi Riello, che ricordano che la media per il contagio registrata in Campania è di 4,5 giorni e che «dal 25 febbraio nessun caso riconducibile ai 7 avvocati è stato accertato». Oggi le udienze sono sospese anche a Torre Annunziata, ma per le pulizie straordinarie.

E non cade nel vuoto l'invito a denunciare «gli irresponsabili, che mettono in pericolo se stessi e la comunità, diffondendo la malattia», formulato dal governatore Vincenzo De Luca: la Procura di Avellino ha un fascicolo di indagine, ipotizzando il reato di epidemia. Nessun indagato al momento, al centro degli accertamenti tutti gli spostamenti di cittadini, in «fuga» da Codogno e altre zone del focolaio.
 

Cambia la procedura per i test: presto non più effettuati in ospedale, trasportando i pazienti al Cotugno, ma direttamente a domicilio in modo da evitare di dover sanificare ogni volta le ambulanze utilizzate dai trasporti. Conteggiati di nuovo i posti in corsia per fronteggiare una eventuale emergenza: 300 in rianimazione, 27 in isolamento, 200 per le malattie infettive, 150 in pneumologia. I letti sono ritenuti sufficienti al punto che la Campania ne metterà 20, nei reparti di terapia intensiva, a disposizione della Lombardia, rispondendo alla sollecitazione del ministero della Salute, e indicando anche una struttura residenziale per i familiari dei pazienti. «Consideriamo questo un atto doveroso di solidarietà e responsabilità nazionale», dichiara De Luca, che ieri ha incontrato anche i rappresentanti delle categorie produttive interessati alle misure di sostegno del governo. Turismo ko. Tra le iniziative di sostegno, spot con attori e vip sono «per promuovere l'immagine di Napoli e della Campania sulla scena internazionale». 

(ha collaborato Melina Chiapparino

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