Coronavirus in Campania, è contagio di massa: due morti, 30 ricoverati, sette pazienti in terapia intensiva

Coronavirus in Campania, è contagio di massa: due morti, 30 ricoverati, sette pazienti in terapia intensiva
di Maria Pirro
Lunedì 9 Marzo 2020, 07:00 - Ultimo agg. 20 Marzo, 12:36
5 Minuti di Lettura

Coronavirus, superano «quota cento» i contagi, sono 115 in Campania. Due i morti, 30 ricoverati, sette i pazienti in terapia intensiva, una guarigione già nei giorni scorsi e almeno 50 medici in quarantena, tra cui un dirigente di esperienza del Cardarelli, dove è scattata fino all'alba la chiusura del pronto soccorso per la sanificazione, e un'altra infermiera dei Pellegrini (a casa con la polmonite in attesa dell'esito del tampone). Ma il bilancio sembra destinato ad aggravarsi dopo la «fuga» di massa dalla Lombardia, tant'è che la Regione è corsa ai ripari, disponendo ulteriori misure: dalla quarantena obbligatoria per chi viene dalle zone rosse all'acquisto dei caschi respiratori, ma potrebbero essere usate anche le sale operatorie per i ricoveri bloccando gli interventi programmati, in attesa di raddoppiare i posti in rianimazione. E, per trattare la polmonite severa da Covid-19, un farmaco off label è stato usato su due casi al Cotugno grazie alla collaborazione con l'istituto tumori Pascale: una novità in Italia.
 

 

Ottant'anni, ammalata. Già ricoverata in una struttura privata, la stessa in cui avrebbe prestato assistenza un medico risultato infettato. Poi, da casa, trasferita all'ospedale di Caserta. La seconda vittima è una vedova di San Prisco che potrebbe essere stata contagiata dallo stesso «ceppo» di Santa Maria Capua Vetere, la cittadina in cui ieri si è registrato un altro tampone positivo. I restanti casi sono tra Napoli città, Sant'Antimo, Somma Vesuviana, Sant'Antonio Abate, Pompei, Casalnuovo, Portico di Caserta, Falciano del MassiCo, cui se ne aggiunge uno proveniente da Formia e disseminati nel resto della regione. E un'intera famiglia di Scafati, marito moglie e due figli adolescenti con diagnosi conclamata: già in isolamento domiciliare, come la nonna tornata 15 giorni fa da Casalpusterlengo. Salgono, inoltre, a cinque i casi ad Ariano Irpino: il medico che aveva trasportato la moglie nel pronto soccorso determinandone la sospensione temporanea delle attività, più un barista, un professore universitario e una veterinaria. Un'altra zona con alto numero di casi resta Torre del Greco, aumentano ancora i ricoveri collegati alla scuola Don Bosco.
 
 
User Dashboard
Infogram


Dal Cotugno arriva, intanto, una speranza di cure: un farmaco per l'artrite e per contrastare la tossicità dei trattamenti oncologici con i Car-T è stato somministrato a due pazienti napoletani e, a distanza di 24 ore dall'infusione, si sono avuti «incoraggianti miglioramenti», soprattutto nei parametri di ossigenazione per l'ammalato intubato con il quadro clinico più critico. Il medicinale off label, già usato in Cina su 21 pazienti con coronavirus, per la prima volta è stato somministrato in Italia dall'équipe dell'azienda dei Colli (che comprende il Cotugno) e del Pascale in contatto con i medici dell'University of science and technology of China. «Il trattamento spiegano i professionisti Paolo Ascierto e Vincenzo Montesarchio - avviene in un'unica soluzione e agisce senza interferire con il protocollo terapeutico a base di antivirali, la speranza è che possa risultare efficace anche su altri pazienti italiani».
 

Con la stretta anti-contagio, il governatore Vincenzo De Luca ha annunciato che verranno raddoppiati i posti in terapia intensiva (fino a sfiorare gli 800, reclutando 1.600 medici). Ma la Regione ha anche ordinato i caschi respiratori già usati in Lombardia per assistere i degenti senza doverli intubare, come soluzione d'emergenza. Vista la carenza di disinfettanti commerciali per lavare le mani, la Farmacia della Federico II diretta da Angela Zampella con il laboratorio di Tecnologia farmaceutica (professoressa Agnese Miro) ha avviato la produzione «in house». In Ateneo. 300 i chili di gel igienizzante già preparati e distribuiti, anche in occasione dei concorsi . Ma le scorte di presidi finiscono rapidamente in ospedale. «Chi viene al pronto soccorso o non può rinviare le visite in ambulatorio porti con sé Amuchina, carta assorbente e mascherina. Nelle strutture sanitarie è più alto il rischio di infezioni», è l'appello lanciato dai medici dei Pellegrini, dove una infermiera con la polmonite è in attesa del risultato del tampone. Anche Dafne Palmieri, la mamma di un adolescente con un «cuore nuovo», ha diffuso una accorata lettera in occasione dell'8 marzo.
Ha un figlio immunodepresso, in quanto trapiantato. «Ho imparato così a convivere con le abitudini che oggi vengono consigliate senza rinunciare alla vita stessa. Il messaggio giusto è uscite, facendo attenzione». E, sulla sua pagina Fb, indica un preciso vademecum. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA