Covid a Napoli, odissea per un posto letto:
anziana ricoverata finisce a Maddaloni

Covid a Napoli, odissea per un posto letto: anziana ricoverata finisce a Maddaloni
di Ettore Mautone
Venerdì 26 Febbraio 2021, 10:00
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Da Napoli ricoverata a Caserta per una forma di Covid che, vista l'età della paziente, richiede un supporto di sub intensiva. Nessun posto di media intensità assistenziale libero in città e la prospettiva, per l'anziana donna, a fronte della carenza di ricettività della rete ospedaliera Covid, di un trasferimento addirittura fuori regione, nelle aree limitrofe e di confine ma anche, nella iniziale risposta negativa di tutti, in Toscana. Il posto poi è stato individuato dopo una lunga ricerca presso il Covid center di Maddaloni.

Per la signora Clara, classe 1922, 98 anni, sola e senza figli (solo un nipote che sta a Milano) ospite di una nota Residenza per anziani in città ubicata a Posillipo, è stata una vera e propria odissea.

Sono le 4 del pomeriggio, alla centrale operativa del 118 arriva un alert di un medico della struttura per anziani. C'è una paziente positiva al Covid che va visitata. La signora, già registrata da diversi giorni sulla piattaforma regionale Covid, è positiva al tampone molecolare e si teme che le sue condizioni di salute siano peggiorate. Arriva il team del 118: il medico esegue la visita alle spalle e misura i parametri vitali della paziente. La saturazione è discreta ma vista l'età e la richiesta dei sanitari che la seguono si depone per un ricovero in subintensiva. Clara è vigile e ben orientata ma ha 98 anni: il posto inizialmente non si trova. Poi scatta il semaforo verde per Maddaloni dove però poi, dopo i primi accertamenti, la signora va ad occupare un posto di degenza ordinaria. Resta il disagio riferito alla lontananza da Napoli e al cruccio di non sapere come fare per tornare in città.

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Un caso sentinella che rimanda alla mancanza di caselle libere per un ricovero di media intensità clinica, chiaro segnale dello stress cui in questo momento è sottoposta la rete sanitaria Covid in città. I posti di terapia sub intensiva sono pieni ovunque e anche per le degenze ordinarie e di terapia intensiva le disponibilità sono centellinate ovunque. Al Cotugno ad esempio, principale hub della rete Covid dell'intera regione, su 286 posti letto residuano 5 o 6 unità di terapia intensiva mentre la sub intensiva è satura da giorni. Le degenze ordinarie sono infine ballerine, dispongono di 4 o 5 posti che si liberano al mattino ma si riempiono inesorabilmente con gli arrivi nel corso della giornata, sia tramite i trasferimenti del 118 sia per accessi spontanei. Anche al Policlinico di via Pansini la situazione è difficile: con 10 posti occupati in rianimazione (2 liberi) e 5 di subintensiva (1 libero) tutta l'area critica è praticamente all'orlo e in alcuni giorni del tutto satura mentre nei tre reparti di degenza ordinaria, per complessivi 48 posti letto, risultano dai 2 ai 7 posti liberi a seconda dei giorni. Per questo ne sono stati attivati altri 10 al quarto e quinto piano del padiglione 18. 

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Il flusso maggiore di pazienti e il successivo smistamento, proviene dai grandi pronto soccorso della città (Cardarelli e Ospedale del mare) che nelle prime linee intercettano sia pazienti Covid, con sintomatologia specifica, sia pazienti che accedono per altre malattie acute ma riconosciuti positivi al tampone. Il Cardarelli, che sulla carta, nelle sue retrovie, ha 95 posti letto Covid viaggia ormai costantemente tra i 140 e i 150 ricoverati e il pronto soccorso è costantemente affollato. Per evitare che si verifichino ingorghi, come a novembre, chiede pertanto aiuto al Cotugno e al Loreto. Nel presidio di via Vespucci ieri risultavano zero posti letto liberi in subintensiva (su 50) e 10 (su 20) liberi in degenza ordinaria riservati appunto ai trasferimenti dal Cardarelli. Non va meglio all'ospedale del mare dove a fronte di un pronto soccorso strapieno sono in over booking i 39 posti di degenza ordinaria e gli 8 posti di subintensiva e c'è capienza solo in rianimazione. Stress che si registra anche al Covid center specialistico del San Giovanni Bosco dove sono stati attivati altri posti di degenza ordinaria e su 39 unità attive c'è capienza per 26. Uno scenario a tinte fosche legato alla crescita della curva pandemica.

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