Coronavirus a Napoli, Verdoliva in trincea: «Centri Covid, rifarei tutto. E nessun commissario all'Asl»

Coronavirus a Napoli, Verdoliva in trincea: «Centri Covid, rifarei tutto. E nessun commissario all'Asl»
di Ettore Mautone
Mercoledì 3 Giugno 2020, 08:30 - Ultimo agg. 12:03
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Parla di «attacco all'Asl Napoli 1 Centro» il manager Ciro Verdoliva il giorno dopo la trasmissione di Report condotta da Sigfrido Ranucci che getta un grande cono d'ombra su gare e appalti legate all'emergenza Covid e sull'operato del direttore generale al timone della più grande e importante Asl della Campania prima da commissario straordinario (dal 9 febbraio del 2019) e poi da manager (dal 9 agosto dello stesso anno).
 


Ha visto Report?
«Non ho potuto vedere la trasmissione in diretta perché fino a tarda sera sono stato impegnato con la direzione strategica in videoconferenza per completare alcuni programmi finalizzati alla ripresa delle attività sanitarie sospese a seguito del lockdown. L'ho vista dopo e sono pronto a difendere l'Azienda e la mia professionalità nelle sedi opportune. In un momento tanto difficile per la salute della gente però preferisco non alzare i toni e pensare alla salute dei cittadini».

Qual è la sua versione dei fatti?
«Esprimere un giudizio a caldo non sarebbe giusto ma ho dato mandato al mio legale - per il contenuto dei fatti e per come sono stati raccontati - di tutelare, anche in sede giudiziaria, l'onorabilità dell'Azienda e mia personale. Chiaramente sono amareggiato per le ricostruzioni parziali e sommarie proposte in questi giorni nel tentativo di demolire l'immagine della Asl. Sarebbe anche giusto ricordare l'impegno che ho profuso da commissario straordinario e da direttore generale per contrastare i fenomeni di illegalità e i comportamenti sbagliati dei singoli».

Nella trasmissione sono raccontate anche sue vicende personali: cosa ha da dire su quelle?
«Ricordo che è in corso un procedimento penale a mio carico nel quale peraltro non sono stato ancora rinviato a giudizio, la cui prossima udienza davanti al gup del Tribunale di Napoli è fissata per il primo ottobre. Mi sono già difeso, rappresentando le ragioni della mia estraneità alle accuse davanti al pm e al gip. Porterò le mie ragioni anche al gup che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio. Sono convinto che i processi, per rispetto dei giudici e dell'Istituzione, si debbano celebrare nei Tribunali e non sui giornali o attraverso trasmissioni televisive. Ciò non toglie che fa male, umanamente e professionalmente, assistere a spettacolarizzazioni con fake news miste a pochi contenuti veri, decontestualizzati e montati ad arte».

La Asl è stata commissariata o è in procinto di esserlo?
«Anche tale affermazione, non vera, danneggia l'immagine dell'Asl e la direzione strategica ed è ancor più grave tenuto conto di quanto riportato da fonti del Viminale stesso e rilanciato da tutte le agenzie di stampa nel pomeriggio del 30 maggio. Fonti che precisavano che nessuna decisione è stata assunta, fino ad ora, dal ministro dell'Interno ed è ancora in corso al Viminale la fase istruttoria affidata agli uffici competenti. Ho chiesto pertanto smentita e rettifica ma un errore così clamoroso fa capire in quale clima di forzatura sia stata trasmessa la puntata».

Durante l'emergenza perché si è scelto di attivare l'ospedale modulare anziché i reparti vuoti dell'Ospedale del mare?
«La Regione per far fronte all'emergenza Covid-19 ha predisposto un Piano di interventi urgenti di Protezione civile in linea con gli indirizzi del governo nazionale. L'obiettivo era affrontare un'emergenza in cui i posti letto di rianimazione andavano rapidamente saturandosi. Sono stati programmati due Centri Covid 19: all'Ospedale del mare, con 72 posti letto di terapia intensiva, distinti in tre moduli da 24 posti, e al Loreto Nuovo con 70 posti più un complesso operatorio. Nel contesto di crisi di febbraio e marzo e in relazione allo scenario lombardo che incombeva penso sia stata la migliore decisione».

Uno dei nodi irrisolti è la carenza di personale: come avrebbe fatto a far funzionare a pieno regime il Covid-center di Napoli Est?
«Lo scenario era di diffuso contagio. In quella ipotesi tutte le forze disponibili avrebbero dovuto convergere verso i centri dedicati alla lotta contro il Covid-19 lasciando intatte solo le reti tempo-dipendenti (politrauma maggiore, infarto e ictus) e quella oncologica».

Alla luce della situazione epidemiologica attuale, con due pazienti ricoverati a Napoli est e due al Loreto, non ritiene insostenibile tenere entrambi aperti?
«L'emergenza non è ancora finita. Chiaramente al consolidarsi dei dati si provvederà a valutare la sostenibilità dell'esercizio dei due Covid center anche in relazione al piano nazionale fase 2 che tende a separare la rete Covid-19 dal resto dell'offerta sanitaria».

Ci sono ospedali come il San Paolo che con pochi mezzi si sono sobbarcati il peso di decine di pazienti positivi al Covid o sospetti in transito e che ora hanno difficoltà ad assolvere alle funzioni assistenziali nella fase di riapertura.
«Il San Paolo è una delle eccellenze dell'Asl Napoli 1 sia per le risposte clinico-assistenziali in emergenza-urgenza sia per le professionalità che lo contraddistinguono. Stiamo programmando a breve la ripartenza a regime e ci sarà l'apertura del reparto di Cardiologia e l'integrazione di ulteriori anestesisti per una maggiore produzione di interventi».

Screening, distretti e medicina del territorio: il piano sanitario del governo punta al potenziamento di questi anelli cruciali. Qual è il suo piano?
«Mettere in atto, in tempi brevi, i chiari e puntuali indirizzi regionali. Per gli screening, Mi voglio bene e i Sabato dello Screening riprenderanno entro questo mese. Per l'assistenza a domicilio dei pazienti affetti dal virus abbiamo investito in tecnologia digitale per la sorveglianza da remoto integrando la funzione delle Usca. Monitoraggi che saranno estesi a tutti i pazienti cronici».

L'Ospedale del mare va completato come Pronto soccorso di II livello ma già ha difficoltà ad assicurare i turni e discipline chiave di cui è hub, come traumatologia e stroke, sono ancora al palo.
«L'Ospedale del mare dal 30 giugno sarà funzionante come Dea II Livello. È un passo importante.
La pandemia da Covid-19 non ha ostacolato il completamento di un percorso programmato per step precisi e definiti». 

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