Coronavirus, altra vittima a Torre del Greco: morto il padre di una cassiera del supermercato

Medici e primari Bosco
Medici e primari Bosco
di Francesca Mari
Giovedì 26 Marzo 2020, 17:57 - Ultimo agg. 22:00
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Un’altra vittima di Torre del Greco si è spenta questa notte nel reparto di terapia intensiva del Covid Hospital a Boscotrecase. Sale a nove il numero dei decessi nella città con 37 casi conclamati di positività al virus, mentre sul polo di riferimento di Bosco piovono accuse pesanti. Ma i medici «Attacchi strumentali, lasciateci lavorare e salvare vite».

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Non ce l’ha fatta C.S., ottantenne di Torre del Greco padre di una commessa di un supermercato in città, che era ricoverato al Covid Hospital da una settimana lottando contro il virus e pregresse patologie. Ancora morti, psicosi e tanta paura per i parenti dei malati che temono di non ricevere un’assistenza adeguata, per cui il polo di Bosco è sotto continuo attacco. Dopo la denuncia dell’assessore Enrico Pensati, anche altri parenti di ricoverati e destinati al Covid alzano la voce.

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In particolare i residenti del quartiere di Santa Maria la Bruna dove la presenza del focolaio legato ai due parroci positivi (della stessa comunità sono già morti i due familiari dell’assessore, alcuni ricoverati ed altri con febbre e sintomi a casa) sta seminando panico anche per l’assistenza sanitaria. «Mia cugina è stata in contatto con Ciro Onesto – ha detto Marilina Vinci – il commerciante di Torre Annunziata morto qualche giorno fa. Lui vendeva biancheria per le case, è stato in contatto con tutti qui. Ora mia cugina, dopo 10 giorni di preghiere per farsi fare il tampone è ricoverata al Maresca e non sappiamo che fine farà. Intanto altri 3 familiari sono a casa malati in attesa di tampone. Non vogliamo i nostri parenti vadano a Bosco, preferiamo poi vadano al Cotugno. Qui non sappiamo da dove siano partiti i contagi, ma è certo che il 10 marzo si è tenuta una messa nella tensostruttura (celebrata dal parroco infetto) dove si mantenevano le distanze, ma è stata fatta comunque la Comunione. Le comunità si intrecciano nelle due parrocchie. Qui ci sono molti ammalati disperati, il sindaco dice che i contagi sono 37, mente. Sono molto di più. Alla gente non fanno i tamponi e alcune persone devono provvedere a comprare farmaci e bombole di ossigeno».
 


Una situazione complicata, mentre nel Covid Center l’equipe in prima, formata dal direttore sanitario Gaetano D’Onofrio, il responsabile infettivologo Scarano Ferdinando, il responsabile del pronto soccorso Pietro De Cicco e il responsabile della terapia intensiva Emilio Di Caterino provano a far chiarezza. «Da un giorno all’altro – ha detto il dottor D’Onofrio – abbiamo trasformato il presidio in ospedale specializzato e stiamo lavorando no stop per attrezzarlo secondo le normative. Tutti gli attacchi sono strumentali, mentre i nostri professionisti possono confermare che qui si lavora in prima linea per salvare vite, fino all’ultimo respiro. Gli strumenti, i farmaci, considerando le difficoltà oggettive ovunque, stanno arrivando». «Le cinque morti l’una vicina all’altra- ha detto il primario di Ti Emilio Di Caterino – purtroppo sono legate a tanti fattori, anche alla co morbilità e all’età. Tuttavia, noi non ci arrendiamo mai di fronte alla morte dei nostri pazienti, fino a quando esalano l’ultimo respiro».

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