Coronavirus in Campania, da due settimane ​nessuno in rianimazione

Coronavirus in Campania, da due settimane nessuno in rianimazione
di Ettore Mautone
Mercoledì 27 Maggio 2020, 00:00 - Ultimo agg. 15:21
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L’epidemia da Sars Cov-2 in Campania come in altre regioni si sta progressivamente spegnendo. I nuovi casi sono in maggioranza asintomatici e quei pochi in ospedale guariscono in pochi giorni senza mai approdare in rianimazione. Anche i decessi sempre più rarefatti riferiti a casi di 50 giorni fa. In totale in Campania sono 286 i malati di Covid ricoverati con sintomi su un totale di 1184 positivi. In pochi utilizzano anche la maschera a ossigeno (5 o 6 al Cotugno di cui 2 oncologici). Solo 5 i malati in rianimazione (1 al Cotugno, trasferito dal Ruggi), 2 al Loreto, 1 a Ischia e 1 a Maddaloni) tutti ad esito della prima ondata epidemica. Nessuno al Covid center dell’ospedale del mare dove ci sono solo 2 ricoverati. Dei 247 nuovi casi registrati dal 4 maggio scorso, il 90 per cento sono pazienti giovani (dai 20 ai 40 anni) asintomatici seguiti a domicilio dai medici delle Usca. Pochi accusano sintomi sfumati (qualche colpo di tosse, starnuti, vaghi problemi intestinali, qualche decimo di febbre). Il protocollo di cura a domicilio si basa sull’idrossiclorochina, un antibiotico, l’eparina a basso peso molecolare altri sintomatici compresi alcuni antinfiammatori. Al perdurare dei sintomi e della febbre (oltre 38) scatta l’ospedalizzazione (10 per cento dei contagiati) ma anche il decorso in ospedale è benigno (fatte salve le comorbilità). 
 

 

«Al momento la patologia non c’è - conferma Enzo Schiavo, medico di famiglia alla Asl Napoli 3 - nemmeno nella forma casalinga. Abbiamo appreso dello stop alla sperimentazione dell’idrossiclorochina da parte dell’Oms dopo una pubblicazione su Lancet di uno studio su migliaia di pazienti. Certamente dovremo valutare meglio l’uso di questo farmaco soprattutto rispetto ai controlli cardiologici». «Molti nostri pazienti - aggiunge Pina Tommasielli, studio Soccavo - chiedono di fare il test sierologico privatamente e noi li prescriviamo. In caso di positività alle IgG, IgM o entrambi c’è l’obbligo di effettuare il tampone. Per non ricadere nella quarantena molti vanno direttamente alla tenda del Cotugno o al Fast Track dell’ospedale del mare dove è possibile effettuare appunto il prelievo nasofaringeo. Anche le Usca sono mobilitate: oggi andranno ad effettuare a domicilio 100 tamponi prenotati tra i positivi al sierologico». 

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«I casi nuovi ci sono ma in numero ridotto - spiega Rodolfo Punzi, direttore del dipartimento di emergenze infettivologiche del Cotugno - tra ieri e oggi abbiamo ricoverato 3 nuovi pazienti, in tutto l’ospedale ci sono una sessantina di malati, 3 in rianimazione, uno trasferito dal Ruggi di Salerno da oltre un mese in intensiva e altri due negativizzati. A parte i numeri ridotti i nuovi casi emergono con un quadro clinico non drammatico. Oggi a rischio sono i malati già fragili per altre patologie. Nella terapia dovremo rivedere alcuni protocolli in particolare per l’uso dell’idrossiclorochina che sembra peggiorare i dati di mortalità. Qualche paziente lo teniamo in sub intensiva perché è un padiglione nuovo con stanze singole. Casi drammatici che in 24 ore finivano in rianimazione oggi sono del tutto assenti». Tra i clinici campani si discute anche del dato che giunge da Brescia dove sarebbe stato isolato un ceppo mutante del Coronavirus che provoca una malattia meno grave. 
 

Anche sul fronte della terapia è in corso una revisione. L’antivirale Kaletra non modifica l’esito della malattia ed è stato accantonato mentre sembra dare chiari segni di efficacia il Remdesivir già usato contro l’Ebola. Tutte terapie empiriche cui non c’è certezza. Anche l’ idrossiclorochina non sembra modificare l’esito finale della malattia in uso ospedaliero, anzi aumentano alcune morti improvvise. Da verificare un utilizzo in profilassi come consigliato al presidente Usa Trump dal suo staff medico e suggerito da alcuni medici sul web. Resistono invece in clinica il cortisone e l’eparina a basso peso molecolare, quest’ultima capace di prevenire la tromboembolia. Sull’uso del plasma lavori in corso al Cotugno: i primi 8 lotti di plasma dovranno essere inviati allo Spallanzani per il dosaggio degli anticorpi neutralizzanti. Promettente il Tocilizumab di cui si attendono ulteriori studi più approfonditi in doppio cieco (uno prende il farmaco e un altro paziente no) oggi più complessi proprio per la mancanza di casi gravi.
 

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