Campania, in arrivo i Covid-resort ​per gli ammalati quasi guariti

Campania, in arrivo i Covid-resort per gli ammalati quasi guariti
di Ettore Mautone
Martedì 29 Settembre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 12:10
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Arrivano a quota 295 - nuovo record dall’inizio dell’epidemia - i nuovi positivi a Covid-19 di ieri: sono 50 più del giorno prima a fronte di un numero di tamponi più basso (5.592, appena 53 test in più) dato che consolida l’alta percentuale di positivi rispetto ai tamponi eseguiti (52,8 ogni mille). Si registra un decesso (a Napoli) e 144 guariti e nessun nuovo ingresso in terapia intensiva (dove il totale dei malati resta a quota 30, uno in meno dei 31 della Lombardia che guida la classifica delle regioni) mentre sono 12 i nuovi ricoveri di cui otto a Napoli per un totale di 412 in Campania. Mai così tanti dal’11 maggio. L’indice di infettività Rt sale ancora da 1,36 a 1,4 laddove il livello di allarme, in base alle linee guida nazionali, è fissato a circa due. 
 

 

Tutte condizioni che spingono l’Unità di crisi della Campania a tenere bene accesi i riflettori con monitoraggi continui a cui corrispondono una serie di misure (obbligo delle mascherine all’aperto, stretta sui rientri dai viaggi all’estero, restrizioni alla movida) per correggere al ribasso l’attuale trend. Il punto è stato tracciato in un webinar a cui hanno partecipato i direttori generali di Asl e ospedali e i dirigenti dell’assessorato con il coordinamento di Enrico Coscioni, consigliere per la Sanità del governatore De Luca. Fari accesi soprattutto sul versante ospedaliero per rendere chiari e omogenei i percorsi e i controlli di accesso in ospedale dei pazienti non Covid o con sintomatologia sospetta. L’obiettivo è evitare di ingolfare i pronto soccorso. La riunione è stata conclusa prima di dipanare i nodi che riguardano la medicina di famiglia. Su questo fronte si vince o si perde la partita autunnale contro il Coronavirus. Quando un paziente ha la febbre infatti chiama il proprio medico. Questo prenota il tampone ma intanto ha l’esigenza di effettuare un prelievo e misurare la saturazione di ossigeno per fare una prima diagnosi per capire di cosa si tratti tra influenza, infezione batterica o Covid-19. Da qui gestire le prime cure facendo filtro all’accesso in ospedale. Filtro che per funzionare ha bisogno di integrazione e percorsi ben codificati. Al lavoro c’è il gruppo di tecnici dell’unità di crisi che starebbe scrivendo in queste ora i percorsi da seguire ma senza sentire i medici. 
 
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Una delle esigenze, emerse nel corso del confronto, è individuare strutture sanitarie a bassa intensità di cura gestite da infermieri e operatori sociosanitari sotto la regia di un medico in cui garantire da un lato la quarantena a soggetti asintomatici o poco sintomatici che non abbiano condizioni abitative idonee alla quarantena e a rischio di diffusione intrafamiliare del contagio (che oggi prevale) e dall’altro consentire le dimissioni protette di pazienti guariti clinicamente ma non ancora negativizzati al Coronavirus che occupano attualmente impropriamente decine di posti in ospedale. Alcune Asl hanno già allestito a questo scopo ospedali dismessi o declassati (l’ospedale di Teano a Caserta con 21 posti letto attivato tre giorni fa ad esempio). In altre Asl sguarnite si pensa invece di riattivare i protocolli di collaborazione con la ospedalità accreditata dotata di personale e posti letto già allestiti in primavera.

Intanto nella città capoluogo, che nell’ultima settimana ha scontato veri e propri picchi di nuovi casi, si contano 93 nuovi contagi su 1.456 tamponi (il 6,39%). In città sono 23 i guariti e dei 93 nuovi casi 29 sono stati individuati con tamponi domiciliari di contatti di precedenti positivi, 12 dopo test richiesti dai medici di famiglia (sintomatici), cinque da screening sierologici privati e due sono l’esito di tamponi di screening di viaggiatori. 
 

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