Covid, la Spoon River della Campania: dal vescovo all'anestesista, i morti della seconda ondata

Covid, la Spoon River della Campania: dal vescovo all'anestesista, i morti della seconda ondata
di Gigi Di Fiore
Giovedì 15 Ottobre 2020, 23:00 - Ultimo agg. 16 Ottobre, 19:32
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Ventotto morti solo negli ultimi nove giorni. In Campania, il virus uccide di nuovo, proprio come nei giorni dell’emergenza da lockdown. Con storie e volti diversi, ma anche contagi che sembravano spenti e poi sono ripresi con violenza. Sono le vittime degli ultimi due mesi, quelli che non ce l’hanno fatta dopo il lockdown quando il Covid sembrava un mostro sconfitto.

Si era scoperto ammalato a fine settembre. È morto in 4 giorni Giovanni D’Alise, 72 anni, vescovo di Caserta napoletano di nascita, famoso anche per essere stato collaboratore storico del vescovo di Acerra, Antonio Riboldi. Complicazioni polmonari e all’ospedale di Caserta non hanno potuto fare nulla per salvarlo. Prima la febbre, poi la positività accertata con il tampone e il ricovero.

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«Ciao Peppe, per sempre nel nostro cuore» diceva a inizio ottobre lo striscione all’ospedale Loreto mare. Salutava Giuseppe Ascione, 55 anni, anestesista originario di Ischia che aveva scoperto di avere il Covid addirittura il 18 marzo. Una storia emblematica, dimostra quanto sia insidioso un virus che continua ancora a fare paura. Vedovo con un figlio, Ascione lavorava al Loreto Mare ma era di supporto all’ospedale San Paolo quando scoprì il contagio. Rimase due mesi in terapia intensiva al Cotugno, poi i miglioramenti a maggio e le dimissioni dall’ospedale ad agosto. Alla sua guarigione, Matteo Salvini dedicò un tweet attribuendola al plasma inviato da Mantova a Napoli: «Sacche plasma da Lombardia alla Campania, una vita salvata» scrisse. A settembre il ritorno dei sintomi, che lo hanno portato alla morte il primo ottobre. Si muore anche sotto i 60 anni e, dopo il dottore Ascione, diventato il 179esimo medico deceduto dall’inizio della pandemia, è toccato a Giuseppe De Stefano, 58 anni, dipendente del Comune di Tufino in provincia di Napoli. Il sette ottobre ne venne data notizia sul sito comunale, che annunciava il lutto cittadino. Aveva invece 72 anni Giacomina Caporaso, mamma del sindaco di Moiano in Valle Caudina, Giacomo Buonanno.

La donna aveva scoperto la positività il 24 settembre, è morta all’ospedale Rummo di Benevento il 14 ottobre. 

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L’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità parla di un’età media di morti per Covid salita dai 77 agli 80 anni. Tra giugno e agosto, però, ci sono stati 407 morti di età inferiore ai 50 anni. In 89 casi, si è trattato di vittime con meno di 40 anni e in 14 senza patologie pregresse. Sulla mortalità, sempre secondo l’Istituto di sanità, incidono complicazioni come insufficienze respiratorie (al 94,7 per cento), i problemi renali (23,2 per cento), le infezioni (18,2 per cento), danni miocardiaci acuti (10,9 per cento). Elementi confermati dai morti in Campania negli ultimi due mesi. All’ospedale di Benevento, il 14 ottobre due vittime: un 79enne dializzato di San Martino Sannita e un 80enne originario di Casoria. In precedenza, era morto un 81enne e una signora 87enne contagiata dal figlio 57enne pure deceduto al Rummo. Decessi che riflettono il report nazionale, ma con eccezioni come l’infermiera di Solopaca morta a 57 anni. Patologie pregresse aveva invece il 68enne di Cervinara morto l’11 ottobre all’ospedale Moscati di Avellino. Particolare la storia del contagio del 71enne di Mirabella Eclano prima vittima del Covid l’otto ottobre nel dopo lockdown in Irpinia. Aveva avuto i primi sintomi il 3 settembre, dopo un pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo sulla tomba di Padre Pio. Da quella gita, diventata vero e proprio focolaio di contagi, tornarono 34 positivi. L’unico morto, il 71enne di Mirabella, aveva già problemi cardiaci e il diabete. Avevano patologie pregresse anche i due morti l’11 ottobre al Moscati di Avellino: un 87enne di Avella, ricoverato dal 16 settembre, e un 81enne di Avellino. Tutta da chiarire la storia del 70ennne morto di Covid all’ospedale Cotugno di Napoli il 10 ottobre scorso. Una vittima con problemi di ipertensione e diabete arrivato al Cotugno dopo una prima tappa all’ospedale Pellegrini e un primo suo rifiuto di ricovero dopo i primi sintomi di tosse e febbre.
 

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