Covid, la Campania resta ancora gialla ma arrivano le zone rosse locali

Covid, la Campania resta ancora gialla ma arrivano le zone rosse locali
di Adolfo Pappalardo
Martedì 10 Novembre 2020, 23:59 - Ultimo agg. 11 Novembre, 12:48
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Per tutta la giornata sembrano addensarsi gli scenari più cupi: un passaggio della Campania dalla zona gialla alla arancione se non direttamente alla zona rossa. O anche in lockdown solo Napoli e Caserta. Poi alle 19 il colpo di scena: rimane in zona gialla, quella a minor intensità di rischio e, quindi, con minori restrizioni. Nonostante fiocchino appelli alla chiusura totale. Non tanto dal governatore De Luca che lo va dicendo da un mese ma anche dal sindaco di Napoli. Il governatore però, anche ieri, torna a chiedere misure più stringenti: «Solleciterò nelle prossime ore e nei prossimi giorni i ministeri dell’Interno e della Salute ad assumere provvedimenti rigorosi per il rispetto delle regole e per il contrasto all’epidemia. Non sono assolutamente tollerabili - tuona - immagini come quelle del lungomare di Napoli, o di strade e quartieri abbandonati a se stessi, nei quali si continuano a violare le norme senza che nessuno di quelli che hanno il dovere di impedirlo muova un dito». Un punto, quelle delle zone di maggiore assembramento, su cui si punta ora il governatore con una stretta anche se non lo faranno i sindaci. Ieri il Viminale ha espressamente chiesto ai prefetti di convocare i Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica con un duplice obiettivo: incrementare i controlli per evitare gli assembramenti nelle zone più frequentate di città e di coordinare con i primi cittadini la chiusura di quelle strade e piazze dove si concentra la movida. Su Napoli, e su alcune aree della città, De Luca è pronto così a rompere gli indugi: chiudere, ora che c’è l’avvallo del Viminale e anche un ok del ministero della Salute il Lungomare di Napoli e altre zone di assembramento. Senza più attendere palazzo San Giacomo che preferisce lavarsene le mani. Così come è allo studio un’ordinanza per dichiarare Castellammare di Stabia e Giugliano zone rosse a causa dell’impennata dei contagi delle ultime ore. Una decisione non a cuor leggero visto che si parla di due cittadine di, rispettivamente, 65mila e 123mila abitanti. Praticamente due capoluoghi.  

 

Anzitutto il bollettino di ieri che segnala un calo sì di contagi ma anche una flessione di tamponi nelle ventiquattr’ore precedenti. Sono 2.716 (412 con sintomi) i nuovi contagi ma su appena 14.290 tamponi e si arriva così ad un totale di 92.755 dall’inizio della pandemia mentre sono ben 18 i decessi solo nelle ultime 24 ore per un totale di 862 vittime. Sale però a 193 il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva (due in più di 48 ore fa) ma i posti complessivamente disponibili in Campania sono 590. In aumento invece i ricoverati in degenza, che sono 2.061, ben 112 più di due giorni fa, su 3.160 posti letto disponibili. Il calo dei positivi però non indica l’inversione del trend perché il rapporto tra contagi e tamponi rimane alto: 19 per cento.

Mentre è sempre più al limite la situazione delle terapie intensive. Se è al 60 per cento in provincia di Bolzano, al 58 in Umbria e al 54 in Piemonte anche in Campania, secondo il monitoraggio quotidiano di Agenas, si è superata la soglia considerata a rischio del 30 per cento: siamo al 32. 

L'editoriale del direttore Federico Monga 

Naturale che lo scenario diventi anche terreno per lo scontro politico. «Se vogliamo interrompere il contagio bisogna adottare le misure più severe, oltre a quelle piu forti per aiutare i settori in difficoltà. Da un mese abbiamo annunci per un lockdown imminente regionale e nazionale - attacca il sindaco de Magistris riferendosi al governatore De Luca con cui è in atto uno scontro ormai giornaliero - e poi non si sa per quale motivo non è stato fatto. Registriamo tutti testimonianze drammatiche, appelli di medici e infermieri vedo una situazione preoccupante fuori dagli ospedali». Mentre l’ex governatore campano di centrodestra Stefano Caldoro se la prende con De Luca e il ministro Speranza: «Ho l’impressione che vivano - dice riferendosi ai due - che vivano sulla luna. Un pomeriggio a giocare sui numeri mentre medici ed infermieri lanciano allarmi».  

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Intanto il governatore incassa un’altra vittoria nelle aule della giustizia amministrativa per l’ordinanza con cui ha chiuso le scuole di ogni ordine e grado in tutta la regione. Il Tar Campania infatti, ieri, analogamente a quanto deciso due giorni fa, ha respinto in via monocratica ulteriori due ricorsi proposti per la sospensione dell’ordinanza regionale numero che dispone l’attività didattica a distanza nelle scuole della Campania. «Nel pomeriggio di oggi (ieri, ndr), inoltre, il Consiglio di Stato ha confermato - spiega palazzo Santa Lucia - le pronunce del Tar campano del 9 novembre, pur chiedendo alla Regione il deposito di ulteriore documentazione istruttoria. Resta pertanto confermata la didattica a distanza, così come stabilito».

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