Coronavirus, De Luca si convince per i tamponi: «In Campania 12mila al giorno»

Coronavirus, De Luca si convince per i tamponi: «In Campania 12mila al giorno»
di Adolfo Pappalardo
Domenica 6 Settembre 2020, 09:35 - Ultimo agg. 13:48
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L'obiettivo di De Luca è arrivare, da qui ai prossimi 3 mesi, a 12mila tamponi al giorno con risultati entro le 24 ore dal prelievo. Per questo ieri pomeriggio il governatore De Luca ha incontrato a palazzo Santa Lucia i direttori delle Asl campane in una riunione fiume. Ed è stato chiaro: azzerare i ritardi e risultati nel giro di poche ore.
Da domani si dovrebbe entrare a pieno regime anche se ieri si è passati a ben 7mila tamponi dopo che per giorni ci si attestava su una media di poco meno di 2mila. Ma Stefano Caldoro e Valeria Ciarambino, i candidati presidente di centrodestra ed M5s, attaccano: «Al di là degli slogan ci sono ritardi enormi».

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LO SCENARIO
Nelle ultime ore De Luca ha tentato un cambio di rotta. Troppi ritardi nei risultati dei tamponi, anche una settimana, e gente costretta a rimanere in quarantena per l'attesa di sapere se fosse stata contagiata o no. Anche colpa dell'ordinanza che ha imposto, solo in Campania, tampone obbligatorio per i rientri dall'estero e dalla Sardegna. Il risultato è stato un ingorgo. Da qui l'ira di De Luca che ha chiesto poche ore, massimo 24, per i risultati dei test. Senza contare l'aumento dei tamponi che dovrà coinvolgere anche 130mila tra insegnanti e personale scolastico vario. Un lavoro enorme. Per questo è stato dato il sospirato via libera ai tamponi anche ai lavoratori privati e non solo le strutture pubbliche, come da mesi chiedeva l'opposizione.
 



IL GOVERNATORE
«Con la task force regionale abbiamo deciso di mettere in piedi un piano straordinario per i tamponi di 3 mesi, per coinvolgere tutte le strutture pubbliche ma anche private per la lavorazione dei tamponi, per avere il risultato nell'arco di 6 ore, massimo 24. Dobbiamo affrontare poi - spiega De Luca ieri mattina a Vallo della Lucania, nel Salernitano - un'emergenza straordinaria, l'apertura dell'anno scolastico. «La struttura sanitaria regionale è già sovraccarica perché - ammette - abbiamo deciso, unica regione d'Italia, di rendere obbligatori i controlli per chi viene dall'estero e dalla Sardegna. Questo ha sovraccaricato tutto: oggi abbiamo un trend di 6mila tamponi al giorno e i tempi di lavorazione sono diventati troppo lunghi per l'apertura dell'anno scolastico».

Al momento, infatti, si registrano attese anche di sette/otto giorni per conoscere gli esiti ma «il nostro obiettivo è di dare i risultati dei tamponi entro le 24 ore. Le strutture che processano i tamponi sono - continua l'ex sindaco di Salerno - sovraccaricate perché è notevolmente aumentato il numero dei tamponi». Perché si punta a far fare i test a tutto il personale scolastico (a ieri i docenti che hanno aderito erano una percentuale del 23,8 per cento) in previsione dell'inizio delle lezioni che dovrebbe essere spostato, è ormai sicuro, al prossimo 24 settembre e non il 14.

LE POLEMICHE
In questi ritardi si insinuano ovviamente i competitor di De Luca alla poltrona più alta di Santa Lucia. Da giorni sia Stefano Caldoro che la grillina Valeria Ciarambino puntano il dito sui ritardi ma ieri rincarano la dose.
«Dall'inizio della pandemia dico di fare il quadruplo dei tamponi ma De Luca disse che era una doppia idiozia e parlò di tamponite acuta. Oggi - attacca Caldoro, il candidato presidente di centrodestra - dice che dobbiamo fare tamponi a tutti, ma lui ne fa la metà del Lazio eu n quarto rispetto alla Lombardia che tanto amava citare. Noi chiedevano di coinvolgere i laboratori privati e lui diceva di no. Adesso ha deciso di coinvolgere i laboratori privati, dopo averli esclusi per mesi così da poter tenere i dati sotto controllo del suo staff. Ricordiamo che la scarsità di tamponi può configurare il reato di epidemia colposa. La verità è che De Luca pensa solo alla sua campagna elettorale, ma in proporzione ai tamponi, la Campania rimane purtroppo la regione con più contagiati».
Sulla stessa scia anche la Ciarambino: «Solo oggi ammette di aver fallito.
La verità è che restiamo l'ultima regione per numero di tamponi», è la sciabolata della grillina. Poi aggiunge: «La Campania ad oggi avrebbe dovuto avere almeno 120 unità speciali di continuità assistenziale, mentre ne sono state attivate poco più di qualche decina. Non è stato reclutato altro personale. E il paradosso è che oggi cerca di coinvolgere laboratori privati, dopo il pasticcio del bando notturno dei mesi scorsi su cui c'è un'inchiesta della Procura».

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