Coronavirus in Campania, De Luca valuta chiusura di tutte le attività di commercio. «Vietati cibo asporto e consegne a domicilio»

Coronavirus in Campania, De Luca valuta chiusura di tutte le attività di commercio. «Vietati cibo asporto e consegne a domicilio»
Mercoledì 11 Marzo 2020, 12:10 - Ultimo agg. 16:27
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«I cittadini di Napoli, ieri, hanno dato una prova di compostezza straordinaria. A Napoli in giro non c'era nessuno». Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca a Radio Crc. De Luca ha parlato anche di ipotesi di chiusura di tutte le attività commerciali tranne quelle indispensabili: «Credo - ha detto - che la Lombardia e il Veneto facciano bene a fare quella richiesta: meglio interrompere tutte le attività economiche. Il sindaco di Bergamo dice 'facciamo come se fossimo a ferragostò. Teniamo conto che in Lombardia ci sono dei numeri eccezionali, ci sono oltre 5mila contagi e una grande difficoltà sulla terapia intensiva. Valutiamo nelle prossime ore, se servirà io non avrò problemi a chiedere la chiusura di tutto, e cioè resteranno aperti sono farmacie e negozi alimentari e supermercati». Il governatore ha anche stimolato le forze dell'ordine a controllare il rispetto delle nuove regole: «Se facciamo le ordinanze e poi non ci sono i controlli il sistema non funziona, per questo faccio appello alle forze dell'ordine e alla polizia municipale perché siano attivi. Non si può tollerare chi abbassa a metà la saracinesca per continuare a fare un pò di attività. Se alle 18.00 chiudono le attività commerciali, bisogna controllare. Chi non si attiene alle ordinanze, compie un reato penale, perchè la diffusione di epidemia è un reato penale grave». 

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«Io dico di no al cibo da asporto, nonostante il Governo abbia detto sì. Lancerò l'ordinanza questa mattina». ha proseguito il presidente. «Se abbiamo 100 pizzerie - ha aggiunto - che ogni sera fanno almeno dieci consegne a domicilio diventano mille contatti in dieci giorni, con la consegna di pizze a meno di un metro dal cliente. È una piccola cosa che rischia di creare migliaia di contatti personali e moltiplicare il contagio. Mettere in campo misure rigorose significa questo, le mezze misure non servono. Se non siamo rigorosi oggi, rischiamo di trascinarci questo problema per mesi e mesi, con una crisi economica drammatica. Tante lamentazioni sono superflue, facciamo due settimane di sacrificio, così che dopo ci sarà una ripresa economica inimmaginabile, perché la gente avrà voglia di vivere». «Il dopo - ha proseguito De Luca - non mi preoccupa ma dobbiamo avere un rigore spartano, non deve esserci nemmeno una sbavatura nei comportamenti. Io ripeto sempre a chi me lo chiede: se tra un mese, tua madre, tuo padre, tuo nonno, ha una difficoltà respiratoria drammatica e deve andare in ospedale, ma non ci sono posti in terapia intensiva, che si fa? A Bergamo questa situazione già accade, e i medici devono fare una scelta su chi ricoverare in terapia intensiva, se ricoverare uno che ha il coronavirus o magari uno che ha avuto un trauma cranico in incidente stradale. Decidono chi deve vivere e chi deve morire».

«Stiamo lavorando anche al piano B, nel caso ci fosse un'esplosione del contagio. Lavoriamo per raddoppiare i posti letto in terapia intensiva. Oggi abbiamo 320 posti ma abbiamo intenzione di aggiungerne altri 590». «Ho chiesto alle Asl - ha detto il governatore - di ragionare su un contagio venti volte maggiore di oggi, dobbiamo pensare alla situazione più grave che può capitare, lavoriamo sulla situazione della Lombardia. Quindi c'è bisogno di 1600 unità di nuovo personale tra medici, infermieri, collaboratori tecnici, e poi servono letti attrezzati e le macchine che servono per la terapia intensiva. Il governo sta facendo un acquisto di 2mila ventilatori a livello nazionale, noi intanto cerchiamo di acquistare tutto quello che possiamo in maniera diretta, abbiamo già acquistato una cinquantina di strutture di ventilazione e ossigeno, poi attendiamo le forniture nazionali. Vorrei avere 500-590 posti letto nell'arco di una settimana, non immaginiamo di usarli tutti ma preferisco essere prudente piuttosto che scontare situazioni drammatiche». «Non chiudiamo i centri di riabilitazione - ha aggiunto De Luca - ma tutte le visite rinviabili si rimandino. I B&B? Possono restare aperti se hanno una sala per la colazione abbastanza grande per rispettare la distanza tra i clienti».


«Abbiamo avuto l'autorizzazione ad utilizzare altri due laboratori per i tamponi, quindi da oggi li esaminano anche il Moscati di Avellino e del Ruggi di Salerno, così da velocizzare ancora di più i tempi per individuare chi ha problemi». «Attualmente - ha spiegato - l'unico laboratorio accreditato era quello dell'ospedale Cotugno che proseguirà e farà anche supervisione sugli altri due centri. Su questo dobbiamo essere estremamente attenti e avere prudenza: ho notizie che negli ultimi giorni ci sono laboratori privati che fanno tamponi il più delle volte a pagamento ai cittadini che lo richiedono. I tamponi vanno fatti con grande serietà e affidabili altrimenti rischiamo risultati fantasiosi». De Luca ha sottolineato anche l'improvvisa carenza di donatori di sangue: «La mancanza di sangue è una delle tematiche che più mi preoccupa: abbiamo 7 bambini, oggi, in attesa di un trapianto di midollo al Santobono e c'è poco sangue disponibile. Faccio un appello a donatori: che riprendano a donare sangue, non c'è nessuna preoccupazione nel farlo. Vedremo di mettere in campo anche un camper per far stare tutti più tranquilli, bisogna fare in modo che non ci sia una carenza di sangue». 

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«Una situazione preoccupante è quello dei medici, che mano mano si stanno contagiando: abbiamo 6 medici positivi alla Federico II». «La situazione - ha aggiunto - rischia di aggravarsi nei prossimi giorni e c'è un evidente che sovraccarico di lavoro per medici, infermieri e personale amministrativo. Cominciamo ad avere problemi anche da quel punto di vista». Il governatore ha anche ricordato la situazione del contagio in Regione: «Al momento - ha spiegato De Luca - il quadro è questo: ieri sera contavamo 147 persone contagiate, quindi più 9 rispetto al giorno prima, 2 persone guarite, 44 in terapia intensiva».
 


«Sono migliaia le persone rientrate.
Ne abbiamo identificate 1733 che adesso sono in isolamento domiciliare. Se dovessimo avere, tra queste persone rientrate, una percentuale elevata di contagiati, sarebbe un problema» ha detto il presidente della Regione. «Chiedo - ha aggiunto - a chi è rientrato con mezzi propri, in auto, di segnalare la propria presenza sul territorio». 

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