Vaccino Covid, è un chirurgo il primo volontario in Campania: «Così finisce l'incubo»

Vaccino Covid, è un chirurgo il primo volontario in Campania: «Così finisce l'incubo»
di Ettore Mautone
Mercoledì 23 Dicembre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 11:11
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Sono 720 i camici bianchi - individuati tra medici e operatori sanitari in prima linea nei Covid center e tra i “vaccinatori” che dovranno poi attuare il piano regionale a partire dai primi giorni di gennaio 2021 - che si sono fatti avanti, su base volontaria, per ricevere la prima dose di vaccino anti-Covid distribuita in Campania domenica 27 dicembre. Coinvolta anche una prima Residenza per anziani (Rsa) del napoletano. Tutto pronto dunque per il V-Day, una giornata dimostrativa e simbolica celebrata in tutti Europa per fare da viatico al piano vaccinale vero e proprio che partirà nei primi giorni di gennaio. 


Tra i primi a porgere il braccio già domenica prossima c’è Angelo Sorge, chirurgo, dirigente medico responsabile dell’hernia center presso la Day surgery del San Giovanni Bosco. «Se sono pronto a vaccinarmi? Prontissimo ma soprattutto ho un grande desiderio di tornare a lavorare».

La struttura guidata da Sorge è un’eccellenza del ramo, premiata dalla Regione per la buona sanità un anno fa, riconosciuta a livello nazionale come centro ultraspecialistico attratto di malati da tutta Italia e anche dall’estero. Un’unità dove viene trattata l’ernia inguinale con un’innovativa tecnica, ribattezzata con il nome del chirurgo napoletano che l’ha messa a punto, che scongiura il rischio di recidive e dolore cronico. «Ho colto questa opportunità - aggiunge Sorge - per dare un segno responsabile. Il mio è un desiderio di rinascita per la Sanità campana. La Campania ha fatto la storia della medicina, è la tradizione dei Moscati, Cardarelli, dei Ruggieri, della Scuola salernitana con i loro eredi che hanno segnato un’epoca pionieristica e tracciato una strada seguita da allievi riconosciuti in tutto il mondo e che, negli ultimi venti o trent’anni, si sono progressivamente dispersi emigrando altrove. Dobbiamo risorgere dalle ceneri. Io porto pazienti dal nord al sud ma lavoro in un ospedale prima identificato con le formiche, poi associato alla corruzione e alla camorra e adesso diventato un Covid center dove è difficile dare continuità a quanto seminato. Ho sempre scelto di lavorare nel settore pubblico ma vedo i miei colleghi che hanno fatto scelte diverse, nel privato, che oggi lavorano il doppio di me. Ho 300 persone in lista di attesa da mesi che vengono da tutta Italia e un potenziale di 30 o 40 malati che scegliendo l’intramoenia finanzierebbero non me ma la sanità pubblica, la mia azienda e la stessa sanità regionale. Come me ci sono tanti altri colleghi che hanno tra mille difficoltà portato avanti un’assistenza di grande qualità tra queste mura pur logore e che con il Covid hanno visto arrivare uno scoglio che sembra oggi insormontabile. Abbiamo tutti il grande desiderio di archiviare questo virus. Speriamo tutti che il cronoprogramma annunciato dal manager per riattivare il San Giovanni Bosco già dal prossimo mese e potenziarlo come previsto dal Piano ospedaliero veda presto la luce. Per questo non ho avuto esitazioni a vaccinarmi. Stiamo facendo una guerra e questa è l’unica arma di difesa e subiamo usarla tutti». 

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Le prime vaccinazioni antiCovid di domenica coinvolgono una ventina di camici bianchi per ogni struttura che hanno raccolto l’invito non solo a Napoli. In città le prime sedute sono programmate all’Ospedale del mare, al Cardarelli, al Cotugno e al Monaldi mentre nelle altre province presso le principali aziende ospedaliere. Il Piano vaccinale vero e proprio scatterà nei primi giorni del 2021, già prima della Befana quando ad accendere i motori saranno i 27 centri hub identificati nella rete campana. Il primo lotto delle Pfizer è di 140 mila dosi destinate alla Campania per la prima somministrazione destinata a personale sanitario e sociosanitario di strutture pubbliche, private e accreditate compresi autonomi, convenzionati, dentisti. Le fiale aumenteranno a 250 mila per il secondo lotto necessario per il richiamo e per iniziare ad allargare la profilassi alle strutture per anziani. Via via saranno coinvolte le altre fasce di popolazione fragile. Esclusi sono solo quelli che si sono già ammalati e che si presuppone immunizzati. In realtà in molti, anche medici, ammalatisi durante la prima e seconda ondata, non hanno invece sviluppato anticorpi e rivendicano a gran voce l’accesso alla vaccinazione anche in prima battuta. In prima linea su questo fronte scende in campo la Cisl medici «Sarebbe gravissima l’esclusione di soggetti potenzialmente a rischio con conseguenti ricadute, sotto il profilo civile e penale, per coloro che dovessero rendersi responsabili».
 

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