Covid, Campania in bilico tra zona gialla e arancione. La decisione è vicina: il rebus dell'indice Rt

Covid, Campania in bilico tra zona gialla e arancione. La decisione è vicina: il rebus dell'indice Rt
di Ettore Mautone
Domenica 8 Novembre 2020, 23:01 - Ultimo agg. 9 Novembre, 07:05
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Sars-Cov-2 continua a imperversare in Campania e ovunque ci sono ospedali con le file nei pronto soccorso a dispetto della fascia gialla in cui la Regione è stata collocata, la più tiepida tra le tre individuate dall’Istituto superiore di Sanità. «Ci sono file di ambulanze e auto private in tutti gli ospedali di Napoli, al Cotugno, Cardarelli, Ospedale del Mare sono tutti in crisi totale nel ricevere i pazienti Covid». Questo l’allarme lanciato da Giuseppe Galano, responsabile del 118 a Napoli e coordinatore della rete regionale del soccorso d’emergenza. 

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Intanto la riunione programmata ieri dal Comitato tecnico scientifico per l’aggiornamento dei dati epidemiologici delle regioni da inserire nell’algoritmo che automaticamente attribuisce le nuove fasce di rischio delle Regioni e le relative misure di contenimento è stata spostata alla tarda mattinata di oggi. L’huffingtonpost.it adombra che alcune regioni diano dati incompleti: «Ci sono Regioni - si legge - che non informano e sono valutate in nodo ottimistico mentre altre protestano, asserendo di essere state valutate in modo troppo severo» auspicando che i numeri siano resi pubblici e differenziati anche all’interno dei territori. Fari puntati sul fattore più importante per le decisioni: l’indice Rt. È la misura della diffusività del virus. Quando è a livello 2 i casi raddoppiano ogni settimana (crescita esponenziale), sotto 1 decrescono. Negli intervalli tra 1 e 2 la diffusione ha un profilo più o meno ripido. Anche un Rt maggiore di 1 è quindi insostenibile nel lungo periodo ma il Cts corregge il dato dei positivi al tampone con la conta del numero giornaliero di chi tra questi ha avvertito i sintomi (anche se provenienti dalla platea degli asintomatici) e di quelli che vanno in ospedale. In Campania la percentuale dei ricoveri, in degenza ordinaria o in terapia intensiva, rispetto alla massa dei positivi al virus, è molto più bassa rispetto ad altre regioni d’Italia. Così anche per i decessi. Da questa presunta incompleta informazione cruciale deriverebbe un Rt basso per la Campania e la collocazione in area gialla. «Ogni stima del valore di Rt con la metodologia standard è assolutamente inaffidabile - conclude l’articolo - e la valutazione finale che appare sui media è assolutamente arbitraria». 

 


«In realtà - obietta Nicola Fusco, ordinario di Matematica alla Federico II - l’Rt calcolato senza correzioni è un valore epidemiologico riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Anzi, calcolare Rt solo sui sintomatici è discutibile quando si ha a che fare con un virus che viene trasmesso anche dagli asintomatici che potrebbero sviluppare i sintomi e non comunicarlo perché sfumati.

Oggi si fanno moltissimi tamponi e il calcolo dell’Rt su tutti i positivi sta funzionando molto bene in Campania per prevedere lo sviluppo dell’epidemia e preventivare il numero dei decessi, tant’è che il profilo epidemico risponde alle percentuali di ospedalizzazioni e decessi attesi dalla letteratura scientifica internazionale mentre in altre regioni i dati sono molto più alti di quelli attesi. Un dato che si registrava anche nella prima ondata”. 

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L’Rt assoluto della Campania è passato da 1,88 del 26 ottobre a 1,45 il 5 novembre ed è sostanzialmente stabile. La correzione al ribasso operata dall’Istituto superiore di Sanità, in base a sintomatici e ospedalizzati, dovrebbe dunque confermare la fascia gialla ma c’è anche da considerare il grave affanno della rete ospedaliera che depone per quella arancione, nonostante la Campania continui ad avere un basso tasso di mortalità. In Italia i ricoverati con sintomi sono il 5,01 per cento dei positivi mentre in Campania sono il 2,88%. Il Piemonte che è in zona rossa con molti meno positivi della Campania e 1,5 milioni di abitanti in meno (quindi anche una incidenza inferiore) ha però quasi il doppio delle terapie intensive occupate e anche degenze e morti più numerosi. Ciò potrebbe voler dire che la resilienza della Sanità campana è maggiore ma non è detto che questo vantaggio sia mantenuto nel tempo: il sistema ospedaliero è al limite. Intanto ieri è stato registrato un nuovo record di tamponi e nuovi casi: 4.601 pari al 17,8 per cento di positivi, 7 malati in terapia intensiva in più e 61 nuovi ricoveri, 15 decessi e l’indice Rt resta stabile. Questa settimana sono stati 21 i morti al giorno in media ed erano solo 2 un mese fa ma ciononostante l’indice di mortalità è stabile, il più basso fra le regioni. In totale sono 186 le terapie intensive occupate ed erano 61 un mese fa ma in questo momento è in terapia intensiva solo lo 0,27 per cento degli attualmente positivi, la percentuale più bassa in Italia. 
 

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