Covid, San Leonardo allo stremo:
«Esauriti letti e ossigeno»

Covid, San Leonardo allo stremo: «Esauriti letti e ossigeno»
di Fiorangela d'Amora
Martedì 27 Ottobre 2020, 09:11
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Le sirene hanno smesso di suonare, da 24 ore all'ospedale San Leonardo di Castellammare le ambulanze non arrivano. L'ordine firmato dal primario dell'unità complessa di Medicina d'Urgenza, Pietro Di Cicco, è chiaro e specifico: «Non abbiamo possibilità di accettare qualsiasi paziente nel Pronto Soccorso, nel percorso Covid sono presenti ben 22 pazienti - a fronte degli otto disponibili - di cui otto in assistenza ventilatoria». Chiuso anche il percorso pulito dedicato ai malati non affetti da Covid: «Una stanza - scrive il primario - è già occupata da tre pazienti sospetti positivi e sono disponibili solo 5 barelle nella sala dei codici gialli, mentre nella rossa tutte occupate». E ancora: «Tutte le barelle, sedie e letti disponibili in ospedale sono stati requisiti e tutte le fonti di ossigeno, incluso 12 supplementari, utilizzate». Nella notte tra domenica e lunedì la vittima di un incidente avvenuto a Pomigliano è stata portata all'ospedale di Sorrento. Ma qui i posti sono limitati e nel pomeriggio anche l'unica unità di emergenza dell'area stabiese, monti Lattari e penisola sorrentina chiude alle ambulanze. A Castellammare arrivano solo i codici rossi, anche se nell'ala del pronto soccorso riservata ai Covid aumentano i positivi da dializzare.

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LA PSICOSI
«Da due siamo passati a 4 pazienti positivi che hanno bisogno di dialisi, ora siamo a 24 pazienti positivi ricoverati - spiega Di Cicco - chiudere è una scelta dura ma anche relativa.

L'assistenza non si nega, qua non abbiamo cancelli da chiudere». Nella notte in verità in reparto due vite volano via, altri due malati arrivano per essere curati. Le scelte a Castellammare si continuano a fare mentre all'esterno è psicosi da contagio. Il sindaco annuncia altri 94 positivi, in tutto a fine giornata saranno 346 i malati di Covid, per la maggior parte in isolamento nelle proprie abitazioni. Gaetano Cimmino si mette al telefono, parla con il direttore generale della Napoli3 Sud Gennaro Sosto, con il primario Di Cicco, e anche con la Prefettura. «Sono allarmato dalle notizie diffuse - scrive Cimmino ai cittadini - ho dialogato con la Prefettura per capire se fossimo a rischio zona rossa. Da Napoli mi hanno confermato che al momento non è prevista tale eventualità, e che qualsiasi decisione verrà presa previo confronto con Asl e Regione Campania». La situazione è molto grave, prosegue il sindaco, che comprende l'impossibilità di riaprire il Pronto Soccorso se prima questo non viene liberato dai pazienti Covid: «È necessario quanto prima abbassare i numeri e contenere il contagio che sta raggiungendo un'enorme diffusione». Positiva anche la direttrice del San Leonardo, Rosalba Santarpia, così come un consigliere comunale.


I TAMPONI
Il contagio colpisce su più fronti, e il sovraccarico che si vive negli ospedali è lo stesso per i tamponi. Decine di persone in attesa nelle proprie case non hanno visto arrivare il personale Asl come previsto, un lunedì infernale per malati e sanitari. «La situazione sanitaria, forse, sta sfuggendo di mano a chi ha il dovere e il compito di controllarla» denuncia Catello Vitiello, deputato di Italia Viva. E come lui Carmen Di Lauro del Movimento Cinque Stelle: «Il San Leonardo, così come altre strutture critiche, va immediatamente decongestionato: bisogna prima di tutto riaprire i pronto soccorso chiusi nei giorni scorsi mentre la Regione deve allestire con urgenza altre strutture». Alla politica si aggiungono anche i sindacati: «Annunci e chiacchiere - denuncia Gennaro Iovino della Fials - la direzione non è riuscita fino a questo punto catastrofico nemmeno a rimodulare i presidi ospedalieri». Poi la riunione ieri pomeriggio che si è protratta fino a sera. Sul tavolo la delicata decisione di istituire un nuovo Covid Hospital per reperire nuovi posti letto dedicati e liberare i pronto soccorso dai positivi. La direzione dell'Asl, divisa a lungo tra il San Leonardo di Castellammare e il Santa Maria della Pietà di Nola, sembrerebbe aver virato verso quest'ultimo dopo un intenso faccia a faccia con i sindacati durato ore. «Il San Leonardo non si tocca», hanno urlato con forza i sindacalisti dell'area stabiese, una condizione di difficoltà più volte denunciata in questi giorni e arrivata all'apice con l'appello e le decisioni del primario Di Cicco.

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