Consegnati sin dal mese di aprile, ma non ancora utilizzati o in qualche caso sfruttati solo in minima parte. Sono i famosi Covid center, le strutture a moduli prefabbricati volute dal presidente Vincenzo De Luca, in accordo con l'intera unità di crisi campana, per affrontare l'emergenza coronavirus. Sono parte di quei 977 posti letto totali in Campania (563 per ricoveri ordinari, 210 di terapia intensiva e 204 di sub-intensiva), allestiti per le cure agli ammalati di Covid-19.
Arrivarono a Napoli tra gli applausi della gente, i primi moduli dell'azienda veneta Med che si aggiudicò l'appalto. Erano le strutture prefabbricate destinate all'ospedale del Mare di Napoli, ma anche all'ospedale Ruggi di Salerno e all'ospedale civile di Caserta. Moduli agili, di rapido montaggio. E infatti le strutture furono rapidamente allestite, ma la piena entrata in funzione è rimasta sempre al passo. Sia perché l'emergenza si era attenuata a ridosso dell'estate sia per difficoltà tecnico-burocratiche sui collaudi. Sono 24 i posti letto nel Covid center di Napoli, ma nei prossimi giorni dovrebbero esserne allestiti altri 24. Dodici le disponibilità di terapia intensiva, ma ne sono in funzione solo la metà. Ne mancano due nella terapia sub-intensiva, dove sono attivi sei posti invece degli otto previsti. La difficoltà principale, per rendere la struttura napoletana pronta a ospitare ammalati di Covid, è la carenza di personale specializzato, che blocca la piena attività. In questo momento, sono occupati due posti letto in terapia intensiva e tre in sub-intensiva. E così, tra Napoli e provincia, i ricoveri e l'assistenza agli ammalati di Covid-19 continuano ad essere assicurati in prevalenza dal Cotugno, con 122 posti letto occupati su 144 disponibili, dal Loreto mare, con 50 posti letto attivi su 70, e in parte dai due Policlinici. Il timore dell'unità di crisi regionale è che si possa arrivare alla cosiddetta fase C, con una nuova emergenza da affrontare soprattutto intensificando l'attività dei reparti di terapia sub-intensiva che, con le metodologie di cura affinate in questi mesi, vengono preferiti alla terapia intensiva.
I moduli prefabbricati sono sistemati dinanzi all'ospedale Ruggi dal 28 aprile scorso, giorno della consegna. Finora, la struttura (455 metri quadri su un'area di circa mille metri quadri e un costo di 2,6 milioni di euro) ha aperto solo per l'inaugurazione ufficiale con la visita del presidente De Luca. Finora, nessun paziente, né ricoveri, in assenza di collaudi degli impianti. Agli inizi, i problemi principali erano rappresentati dai software delle macchine di ventilazione in terapia sub-intensiva. Erano stati programmati in una lingua diversa dall'italiano ed è stato necessario un aggiustamento. Poi, ci sono state anche difficoltà nei collegamenti dei diversi impianti. In questi giorni, l'attività dei tecnici del Ruggi va avanti a pieno ritmo, dopo che il presidente De Luca ha alzato la voce chiedendo di risolvere rapidamente tutti i problemi. L'ultima data fissata per la concreta entrata in funzione del Covid center salernitano è il 15 ottobre. Si tratta di 24 posti in terapia intensiva, che si aggiungono ai 10 di terapia intensiva e ai 6 di sub-intensiva già in funzione al Ruggi. L'obiettivo è di arrivare, in previsione di una possibile nuova emergenza, a un totale di 40 posti letto. Ma a Salerno sono eventualmente disponibili anche 114 posti letto attivabili nel vecchio ospedale «Da Procida».
È all'ospedale di Maddaloni che è stata affrontata la prima emergenza Covid in provincia di Caserta. Anche nel capoluogo casertano sono arrivati i famosi moduli prefabbricati, montati dinanzi all'ospedale civile per non farsi trovare impreparati in una possibile fase C di emergenza. La consegna è avvenuta, ma anche in questo caso i collaudi sono ancora in corso. Il problema principale l'hanno dato quattro ventilatori respiratori. Ma la Asl di Caserta annuncia, proprio come a Salerno, l'entrata in funzione al massimo per la prossima settimana. L'intera provincia casertana, così, arriverà a un totale di 150 posti letto, con 18 posti di terapia intensiva nel Covid center. La nuova struttura dovrebbe essere utilizzata solo se l'ospedale di Maddaloni supererà il 70 per cento dei ricoveri. Per eventuali emergenze, la Asl potrebbe allestire anche l'ospedale di Teano. Un'eventualità drammatica, che si spera non si verifichi mai.