Covid in Campania, da domani stop ai viaggi tra le province ma controlli solo a campione

Covid in Campania, da domani stop ai viaggi tra le province ma controlli solo a campione
di Gigi Di Fiore
Giovedì 22 Ottobre 2020, 11:00 - Ultimo agg. 14:41
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Prove generali di lockdown. Da domani e fino al 30 ottobre niente più spostamenti da una provincia all'altra della Campania. Chi ha seconde case e vi passa ancora il week end, ma anche i ragazzi che pensavano di trascorrere una serata in una città diversa dalla propria devono dimenticarlo. Per almeno nove giorni. I napoletani non potranno andare in Cilento o in costiera amalfitana, ad esempio. Ma naturalmente, c'è da starne certi, lo farà chi risulta residente nella seconda casa. Dice Alessandro Perrella, medico virologo dell'unità di crisi regionale: «Il problema era tenere sotto controllo e monitorare con precisione l'origine dei contagi. In questo momento, le province di Napoli e Caserta sono quelle che preoccupano di più». 

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In Prefettura, una riunione pomeridiana del Comitato per l'ordine pubblico ha deciso come organizzare i controlli. Spiega il prefetto Marco Valentini: «Bisogna capire bene come distribuire controlli a campione, tra le diverse forze dell'ordine e i militari che hanno 100 unità in più».

Controlli a campione, con turni alle stazioni, ai caselli autostradali, prevedendo posti di blocco anche sulle strade provinciali. C'è chi potrà muoversi, dichiarando in un'auto certificazione che è per motivi di salute, familiari, di lavoro, o straordinari. Agli inizi, sembra quasi scontato che ci sarà un po' di confusione. Dice Clemente Mastella, sindaco di Benevento: «Mi sembra un provvedimento sensato, di cui ho parlato con De Luca. È evidente che, specie tra i ragazzi, nei fine settimana ci sono anche spostamenti lunghi interprovinciali.

L'obiettivo è fermare i flussi migratori, magari nelle seconde case. Nel Sannio, ad esempio, diversi napoletani hanno case in alcune zone come a Melizzano dove vengono il sabato. Limitando i movimenti, si riuscirà a tenere meglio sotto controllo la situazione». 

 

Non è un lockdown totale, ma una limitazione regionale parziale. E Italo Giulivo, coordinatore dell'unità di crisi campana, chiarisce: «Dovevamo intervenire in un quadro pandemico che ha dati preoccupanti, come evidenziato dall'Istituto superiore di sanità. Il blocco degli spostamenti interprovinciali consente di tracciare i contatti, in un momento in cui si registra un generale allentamento di attenzione. La Campania ha raggiunto una percentuale tra positivi e tamponi del 13 per cento, che è una situazione a rischio. C'è necessità di controllare i flussi di chi si muove senza necessità particolari. Da qui la decisione».

C'è chi ricorda come l'introduzione dei controlli a Capodichino sui rientri dalle vacanze ha consentito di individuare tremila positivi. Gente che si è spostata all'estero o in altre regioni ed è sfuggita, in quel periodo, a qualsiasi possibilità di controlli. 

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C'è anche chi è critico con la decisione della Regione. Come il sindaco di Avellino, Gianluca Festa. Esibisce i dati dei positivi nella sua città assai inferiori ad altre zone campane e dice: «Ero contrario alla chiusura delle scuole, che ad Avellino non hanno avuto situazioni preoccupanti. Anche il blocco degli spostamenti tra province mi sembra eccessivo. Persino nella fase acuta la mia città ha avuto solo 40 casi di positivi. Non credo, almeno in Irpinia, che esistano le condizioni per poter solo ipotizzare un eventuale lockdown. Come se un padre con due figli, di cui uno solo ha fatto qualcosa di sbagliato, senza fare distinzioni punisca entrambi».

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La decisione alimenta anche incertezze. Il presidente del Comitato regionale del Coni, Sergio Roncelli, ha scritto a De Luca. Chiede chiarimenti su come devono comportarsi gli atleti di più sport che devono spostarsi da una provincia all'altra per le gare. Scrive: «Non viene riconosciuta la mobilità per il mondo sportivo affiliato al Coni, impedendo di fatto lo svolgimento di tutti i campionati e gare regionali. Si tratta di attività agonistica, non amatoriale, regolata da protocolli». Alla preoccupazione si sono uniti il presidente della Lega nazionale dilettanti di calcio, Cosimo Sibilia, e il presidente del Comitato regionale Figc, Carmine Zigarelli. Sarà De Luca a fare chiarezza, magari considerando quegli spostamenti, come per lavoro. Ma l'incertezza resta, come la preoccupazione dei gestori dei servizi di bus privati che assicurano collegamenti tra le province e temono ulteriori cali di guadagni.

«Ci rendiamo conto che ogni restrizione è impopolare - spiega ancora Italo Giulivo - Bisogna però capire che si tratta di intervenire sui pericoli legati alla salute. L'obiettivo è far capire che ci si deve muovere solo per necessità. Il lockdown generalizzato consentiva di tenere sotto controllo la situazione, gli spostamenti incontrollati hanno reso difficile i tracciamenti per risalire alla catena dei contagi e quindi a individuare i positivi asintomatici. Molti asintomatici ignorano come sono stati contagiati».

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