Covid in Campania, la previsione choc: se continua così 15 mila positivi e 550 ricoverati

Covid in Campania, la previsione choc: se continua così 15 mila positivi e 550 ricoverati
di Ettore Mautone
Venerdì 25 Settembre 2020, 23:30 - Ultimo agg. 26 Settembre, 18:33
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Covid-19: crescono ancora i contagi in Campania (253 i positivi di ieri su 7.579 tamponi) e il trend dei positivi al Coronavirus, in proiezione al primo dicembre, farebbe lievitare il loro numero dai 5.147 attuali a circa 15 mila. È questo il dato che ha fatto allarmare il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che si dice pronto a tirare il freno alla movida senza regole. «Siamo in una fase delicata - avverte su Facebook - nei prossimi giorni se non avremo dati tranquillizzanti ripercorreremo senza esitazione quanto già fatto per fermare luoghi di ritrovo, discoteche, assembramenti. Siamo nel pieno dell’epidemia, se la curva continua a salire chiuderemo tutto. Se l’alternativa è tra avere morti in strada o fare un’allegra passeggiata, non ci sarà alcun dubbio». Usa parole forti il governatore della Campania De Luca, per ribadire l’appello a comportamenti corretti specie sull’uso delle mascherine, reso obbligatorio anche all’aperto. «Dobbiamo fare oggi uno sforzo straordinario, altrimenti avremo momenti davvero difficili per le nostre famiglie. Solo con comportamenti responsabili non avremo ripercussioni sulle attività economiche». 
 


De Luca ragiona avendo davanti i grafici elaborati dai tecnici dell’Unità di crisi. Un algoritmo matematico elaborato su dati statistici aggiornato ogni dieci giorni in base ad alcune variabili (positivi ai tamponi, quota di asintomatici, ricoveri). Curve su cui dovrebbero incidere le restrizioni assunte da De Luca come l’ordinanza sull’obbligo delle mascherine anche all’aperto e una eventuale chiusura di sera dei pub e bar frequentati fino a tarda sera e senza alcuna cautela al virus e attenzione alle regole della prevenzione. I grafici disegnano una curva che parte dall’attuale andamento dell’epidemia stimando il tasso di crescita dei casi e il riverbero di questi su ricoveri e terapie intensive. Nessuno può sapere se questa retta si piegherà o si impennerà e le misure di restrizione mirano a frenare la crescita dei contagi. Le proiezioni disegnano la progressione dell’epidemia tenendo conto che l’attuale maggioranza dei casi sono asintomatici. La prima stima prevede che dagli 11 mila casi registrati finora (dall’inizio dell’epidemia) in un mese si arrivi a quota 14.255. Ma questo potrebbe interessarci poco se non avesse risvolti su chi si ammala: nello stesso intervallo di tempo i ricoveri passerebbero infatti dagli attuali 371 a 552 e le terapie intensive da 25 a 38. 
 
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La fase attuale, a elevato impegno sanitario, programmata dalla Regione prevede un’offerta massima di 1.095 posti letto (245 di intensiva, 303 di subintensiva e 547 di degenza ordinaria) distribuiti in tutte le province (537 a Napoli, 177 ad Avellino e Benevento, 135 a Caserta e 246 a Salerno). La tendenza dei contagi è crescente e non può essere sottovalutata. In Italia mediamente su 100 tamponi 1,5 è positivo ma in Campania si arriva a 5,6. La Campania è poi la regione in cui si registra la maggiore crescita: in soli 30 giorni (dal 24 agosto al 24 settembre) il numero dei positivi è lievitato di 5.069 unità. Lla percentuale dei nuovi positivi rispetto ai casi testati in Campania è del 3,6% a fronte di una media nazionale del 2,5%. Una crescita lenta ma costante. Ieri due decessi, due terapie intensive e 11 ricoveri in più. Rispetto alla media nazionale in questo momento in Campania c’è un 10% di terapie intensive in più, un 40% di ricoveri ordinari in più e un 60% di morti in meno. Forse li curiamo meglio. Di contro avere molti asintomatici che circolano porta a un aumento del serbatoio in quanto chi sta bene non si fa visitare, non fa il tampone e non va dal medico. Da queste considerazioni è nata l’ordinanza che ripristina l’obbligo delle mascherine. L’attuale trend potrebbe avere un impatto sui ricoveri ordinari simile a quello della prima ondata. La differenza tra la settimana di picco (28 marzo/4 aprile) è che da un lato ora non c’è il lockdown e dall’altro il virus sembra fare meno danni. 
 
 

In Campania nelle due ultime settimane si è osservato un aumento significativo dell’età media alla diagnosi con maggiori rischi per i malati e una trasmissione dalla popolazione più giovane a quella più fragile o anziana all’interno della famiglia da parte di persone asintomatiche.
Gli scenari disegnati dall’Unità di crisi tengono conto della diffusione del virus e dell’incremento dei casi connessi a soggetti asintomatici o poco sintomatici, di cui non sempre è possibile tracciare con precisione l’origine del contagio. La ripresa delle attività scolastiche, l’approssimarsi della stagione autunnale, le conseguenti variazioni di temperatura e tasso di umidità che faciliteranno le affezioni delle prime vie aeree respiratorie suggeriscono l’adozione di provvedimenti di contenimento del contagio a partire dall’uso delle mascherine.  

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