Covid in Campania, arrivano le tende militari negli ospedali ma mancano i medici

Covid in Campania, arrivano le tende militari negli ospedali ma mancano i medici
di Ettore Mautone
Lunedì 2 Novembre 2020, 09:00 - Ultimo agg. 14:12
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Sono una manciata sotto quota 4 mila, i nuovi positivi al Coronavirus registrati ieri in Campania: con 3.860 segnano un nuovo record a fronte però di ben 21.785 tamponi che riescono a tenere stabile il rapporto tra nuovi positivi e test eseguiti. Al crescere dei casi aumentano i sintomatici (174) e così a catena l'impegno della rete ospedaliera e delle cure sul territorio che non riescono più ad erigere in tempi utili la barriera del tracciamento dei contatti e dell'isolamento. Ieri si sono contati solo 3 morti ma aumentano ancora le terapie intensive occupate (due unità in più per un totale di 170) e i ricoveri (che crescono di 13 per un totale di 1.460). In Campania solo lo 0,36 per cento degli attualmente positivi è in terapia intensiva e un altro 3 per cento è ricoverato con sintomi, percentuali più basse di quelle nazionali (rispettivamente 0,51 per cento e 5 per cento) ma la pressione sulla rete ospedaliera ha raggiunto valori massimi e il 118 non riesce più a individuare in nessuna provincia posti liberi se non in Rianimazione. 

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Uno scenario in cui danno speranza e sollievo ma scatenano anche polemiche, insofferenze e proteste, gli arrivi ieri, di buon mattino, nei viali del Cardarelli, dei grandi Tir della Protezione civile con la Croce rossa gigante stampata sulle fiancate.

All'interno le grandi tende bianche utilizzate dalla sanità militare nelle zone di guerra. Perché è una vera e propria guerra quella che si combatte nelle trincee del pronto soccorso. Il Cardarelli, come tutte le prime linee della Campania, continua a essere in grandissimo affanno. I pazienti Covid in attesa di tampone rapido (processati in un angusto gabbiotto posto nelle vicinanze del triage e della vecchia sala di attesa dell'emergency), sono decine e ce ne sono tantissimi altri che affollano ogni angolo del pronto soccorso. Quest'ultimo deve accogliere anche i codici rossi e gialli (per i verdi non c'è più possibilità) per patologie ordinarie. Al montaggio dei moduli mobili, che occupano il parcheggio retrostante il padiglione di emergenza, si è lavorato fino a sera mentre le sirene delle ambulanze hanno continuato a segnare l'arrivo di decine di pazienti, quasi tutti in gravi condizioni. Una cosa mai vista. Le tende ospiteranno cinque moduli di cinque o sei posti ciascuno per 20 posti letto di degenza. Per mercoledì sarà tutto pronto: i pazienti saranno assistiti dal personale medico e di comparto del Cardarelli. L'obiettivo è creare un luogo di compensazione al collo di bottiglia del pronto soccorso al collasso ma i camici bianchi del comparto, aderenti ai confederali di Cgil, Cisl e Uil, Fials, Nursing-Up Usae, sono sul piede di guerra e proclamano lo stato di agitazione. Dito puntando sui carichi di lavoro e sulle mancate indennità infettivologiche. Chiesto il reclutamento ad horas di personale in tutte le aree. 

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Ma è tutta la sanità campana a soffrire il sovraccarico dei malati affetti da Covid-19. Una tenda arriverà oggi anche al Cotugno, in questo caso a rinforzo del triage al pronto soccorso. Per la Asl Napoli 1, dopo i sopralluoghi nel piazzale del san Giovanni Bosco e dell'Ospedale del mare si aspetta l'entrata in funzione del nuovo Covid multispecialistico alla Doganella per decidere. Il San Paolo è la nuova frontiera in cui il 118 sta trasferendo decine di malati. Un modulo è stato prenotato anche dalla Asl Napoli 2 (Pozzuoli), dal Policlinico Federico II per l'area ginecologica e da Castellammare (Asl Napoli 3) il cui pronto soccorso è ancora paralizzato. Qui i codici rossi non infettivi sono dirottati al primo piano, nella rianimazione chirurgica. A Nola il secondo piano appena aperto è stato subito riempito. Gli altri ospedali Covid di Boscotrecase e Torre del Greco sono saturi e a corto di personale per il focolaio registrato a Boscoreale (quattro medici, 23 infermieri e dieci operatori socio-sanitari sono a casa con linee di febbre). Mantenere l'assistenza non è facile. Grande lavoro per le direzioni sanitarie: medici da Gragnano sono stati trasferiti a Castellammare e Boscotrecase e quattro medici di Vico Equense sono stati spostati a supporto del pronto soccorso di Sorrento mentre sul territorio ci sono 400 pazienti seguiti a domicilio dalle Usca. A parte l'organizzazione che risente dell'emergenza e della mancanza di un piano regionale organico la crisi è un fatto di numeri: i malati sono troppi e bisogna tenere duro con i mezzi che ci sono.

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