Covid in Campania, è crisi nera: già bruciati 36 miliardi, a rischio 40mila imprese

Covid in Campania, è crisi nera: già bruciati 36 miliardi, a rischio 40mila imprese
di Gennaro Di Biase
Martedì 13 Ottobre 2020, 08:00
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Il bilancio dei primi tre quarti del 2020, nero su bianco, racconta di un'economia partenopea in ginocchio, che ha perso «il 55% degli incassi rispetto ai primi 9-10 mesi del 2019», secondo le associazioni di categoria. Una cifra enorme, che per Confesercenti Napoli è di «14 miliardi per tutte le imprese, pari a un terzo della Campania». Il calcolo somma i crolli di fatturato di diversi settori trainanti nei dintorni del Vesuvio, che nell'ultimo bimestre sono tornati a picco: negozi al dettaglio, alberghi, b&b, ristorazione, servizi, turismo. Restano tante le domande aperte sul virus, ma di sicuro la pandemia massacra la società dei consumi: come emerge in coro da Federalberghi, Confcommercio, Confesercenti e Abbac, dal post-lockdown le perdite sono inversamente proporzionali alla diffusione del contagio. Lo dimostrano la «parziale fiammata di agosto» e la «nuova gelata autunnale». «In più - dice il presidente di Confesercenti Campania Vincenzo Schiavo - il clima restrittivo e l'aumento di contagi dalla seconda metà di settembre in poi hanno prodotto un calo ulteriore fino al 70-75%. La Campania, in totale, ha perso in questi 9-10 mesi quasi 36 miliardi, il 50% rispetto al 2019».

 

Si spende sempre meno, e non solo per paura del virus. In Campania - spiega Confesercenti - il reddito pro-capite annuo è calato di 1200 euro e si arriva a 100mila dipendenti in cig, cui vanno sommati - secondo i registri della Camera di Commercio - 16mila posti di lavoro evaporati e 5471 imprese in meno. Le associazioni segnalano una «parziale ripresa estiva» degli affari, crollati di nuovo in autunno, «complici lo stop ai pubblici esercizi alle 23 e l'obbligo di mascherina all'aperto», sottolinea Pasquale Russo, direttore generale di Confcommercio Napoli. In città è in rosso tutto il terziario - escluse vendite online e di generi alimentari. «500 milioni in meno per i negozi al dettaglio», aggiunge Russo. «Mezzo miliardo in meno per la ristorazione, 1 miliardo in regione», calcolano da Fipe Napoli. Passando al turismo, secondo i dati Abbac «in 10 mesi è andato in fumo il 75% degli incassi nell'extralberghiero del capoluogo: 18,75 milioni» e il dato è grave anche negli hotel, «che hanno perso 145 milioni da marzo a oggi», spiega Federalberghi. Altre perdite «enormi - aggiunge il presidente di Fiavet Campania Ettore Cucari - sono relative a indotto e servizi turistici.

A parte la breve fiammata di agosto, rispetto al 2019 abbiamo perso il 75% delle commissioni. Crollati dell''80% i viaggi all'estero, visto il taglio dei voli e il boom del turismo di prossimità, e del 70% i viaggi in entrata». 

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E la crisi non promette sconti all'orizzonte, a guardare il trend in discesa libera di settembre-ottobre. «Tra gennaio e giugno 2020 la perdita di fatturato rispetto al 2019 era del 70% - ricorda Russo - Dopo la parziale ripresa estiva, a metà settembre c'è stata una gelata, e si perde di nuovo oltre il 50%». «In queste ore - rincara Agostino Ingenito di Abbac - visti i costi della Tari, stiamo chiudendo 400 Scia a Napoli». «Sul crollo autunnale hanno inciso il clima di paura, le nuove restrizioni da sei persone per ogni tavolo e la nuova riduzione dei flussi - prosegue Di Porzio - E poi lo smart working, la cui ripresa massiccia distrugge il settore dei viaggi business e i locali che servono gli uffici a pranzo. Il calo medio annuo è del 40%, ma nelle ultime settimane, dallo stop alle 23, c'è stata una caduta del 70% dei fatturati». «Gli hotel producono 25 milioni mensili di introiti in città - osserva Antonio Izzo, presidente di Federalberghi Napoli - Oltre ai 100 milioni persi da marzo a giugno, le percentuali di occupazione sono state del 30% a luglio e settembre, e del 50% ad agosto (contro l'85% dello stesso mese del 2019). Nel 2020 avremmo dovuto incassare fin qui 175 milioni, ma ne sono arrivati all'incirca 30. Tra settembre e ottobre i segnali di ripresa estivi sono spariti. E lo stesso vale per novembre. Peccato che il Comune non abbia ridotto la Tari se non in maniera minima e per i 3 mesi di lockdown». «Fino a giugno le imprese campane stavano già perdendo 21.3 miliardi di euro di fatturato rispetto al 2019 - conclude Schiavo - Da luglio a settembre la nuova perdita è stata di 10 miliardi di euro, si è scesi da 24 a 14 miliardi. 40mila imprese sono in grande sofferenza: hanno contratto debiti con le banche per affitti arretrati e tasse da pagare. Lo Stato deve proteggerci».

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