Coronavirus a Napoli: è allarme rianimazioni, liberi 13 posti su cento

Coronavirus a Napoli: è allarme rianimazioni, liberi 13 posti su cento
di Ettore Mautone
Venerdì 20 Marzo 2020, 23:13 - Ultimo agg. 21 Marzo, 10:41
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Tutta le rete dell’emergenza del 118 è assorbita dagli attacchi di Covid-19. La crisi si concentra nelle rianimazioni, è quella la sottile linea rossa della lotta al Coronavirus: la disponibilità di posti di degenza e di sub intensiva per chi sta male. I letti sono quasi tutti pieni, la ricettività vicina allo zero. 

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LE EMERGENZE
I malati più gravi vanno in rianimazione per essere intubati ma i posti residui ieri erano solo 13 su 100 in tutta la Regione. A Napoli solo alla Federico II qualche unità, poi Benevento, Eboli, Scafati, Ariano Irpino, Maddaloni o Boscotrecase. Il nodo più intricato quello dei casi sospetti. I malati vanno in ospedale anche in fase intermedia: pazienti in difficoltà respiratoria dopo giorni di quarantena a casa ma non ancora testati col tampone. Le regole d’ingaggio dei primi decreti non lo prevedevano. Così si crea il caos nei pronto soccorso. Al Cto la sala codici rossi dispone di due posti con monitor e ventilatori, i pazienti sono inquadrati con l’ecografia (che ha dato finora il 100% di conferme al tampone) e se necessario intubati. L’area codici gialli è dedicata ai pazienti non Covid. Ma tutto questo al San Giovanni Bosco non è possibile e la commistione tra pazienti infettivi e non si verifica ogni notte. Qui la tenda del pretriage è inattiva e la Rianimazione funge da area comune con i codici rossi con scarse protezioni per il personale costretto a centellinare le poche mascherine rimaste. Va un po’ meglio al San Paolo: al pronto soccorso sono arrivati i rinforzi dal 118 anche per il colloquio tra Valeria Ciarambino dei 5 Stelle e il manager della Asl Ciro Verdoliva. 
 


IL COTUGNO
Intanto nella trincea del Cotugno i due letti intesivi liberati ieri dai pazienti svezzati dal respiratore (anche grazie alla terapia con il farmaco sperimentale proposto col Pascale) sono stati subito occupati dai nuovi arrivi dalle retrovie. Qui ci sono quasi 100 posti occupati da pazienti Covid positivi e altri 30 occupati nel nuovo padiglione G. Anche al Monaldi la ricettività è minima: al completo gli 8 posti di rianimazione ricavati in un percorso separato per gli infettivi. Il reparto di sub intensiva, con altre 8 unità, ottenuto dalle cardiochirurgie, è soggetto a sanificazione dopo il contagio del primario Antonio Corcione. Stamattina dovrebbe dare ossigeno alla rete delle emergenze. Altri 8 posti sarebbero allestibili se arrivassero i ventilatori e le apparecchiature prenotate ma ci si dovrà fermare a un totale di 11 o 12 unità funzionanti sulle 16 o 25 progettate. La consegna dei materiali (una cinquantina di respiratori automatici) attesi per l’11 marzo, è slittata al 18 del mese e ora si parla del 25. I più realisti dell’unità di crisi sanno che queste macchine potrebbero non arrivare prima di settimane o mesi, addirittura giugno, bloccate nei paesi dove in questo momento il virus sta esplodendo. «Bisogna fare presto - dice Antonio Corcione a casa con la febbre - inutile aspettare il treno con la prospettiva che non arrivi. Utilizzare se necessario le sale operatorie in questo momento ferme concentrando le apparecchiature dove serve. Il virus è micidiale, bisogna proteggersi con qualunque tipo di mascherina. Se non si trovano non è colpa delle autorità. Le possiamo ben prendere dalla Cina anche se non hanno il marchio Ce».

POLICLINICO
Al policlinico sono pieni i 13 posti di rianimazione (ne resta uno per le emergenze). Anche il dilemma dei sospetti che, se negativi, danno un gran dispendio di energie e di presidi di protezione. Pressoché saturi anche i 12 letti di degenza in malattie infettive. Sul tavolo l’ipotesi di raddoppiare i posti di rianimazione al piano terra, nell’area della biblioteca a patto di reperire i ventilatori. Qui un contingente di mascherine è arrivato dalle scorte di altre Asl. Due specializzandi sono stati assunti a Monza e altri 20 contattati da Cotugno, Ruggi e altri presidi. Tutto pieno anche alla Asl Napoli 2 (4 posti intensivi e 6 sub-intensivi di Pozzuoli e gli 11 in Pneumologia.
Oggi dovrebbero aprire altre unità intensive a Fratta e forse a Giugliano. Alla Napoli 3 sud funziona l’organizzazione proposta dai vertici, il manager Gennaro Sosto e il direttore sanitario Gaetano D’Onofrio: a Boscotrecase ci sono 5 pazienti intubati e altri 7 posti vuoti ricavati nel blocco operatorio. Si potrebbe arrivare a 30 posti tra sub intensiva e pneumologia se arrivassero le macchine. Infine 8 posti di pronto soccorso fungono da area filtro per i sospetti e da mercoledì anche a Nola si faranno i test. 

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