Coronavirus a Napoli, cardinale Sepe:
assoluzione dei peccati per i ricoverati

Coronavirus a Napoli, cardinale Sepe: assoluzione dei peccati per i ricoverati
Lunedì 23 Marzo 2020, 14:14
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Assoluzione dai peccati senza confessione individuale per chi è ricoverato. È la decisione del cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli. I sacerdoti assistenti religiosi nei presidi ospedalieri e le case di cura possono assolvere dai peccati, anche senza la confessione, gli ammalati in pericolo di vita o che sono ricoverati in reparti nei quali non è possibile garantire il segreto professionale né le misure sanitarie adeguate. L'assoluzione può essere impartita anche al personale sanitario che ne fa richiesta. Ai religiosi è chiesto di impartire l'assoluzione in maniera tale che tutti i presenti abbiano la possibilità di ascoltare le parole del sacerdote, nel rispetto dei non credenti o di chi professa un'altra religione. I pazienti «per quanto possibile siano in qualche modo avvisati delle condizioni per l'assoluzione: pentimento e proposito di confessare quelli più gravi», quando si potrà di nuovo accedere alla confessione individuale. 

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Un fondo speciale è stato poi annunciato dal presule per le parrocchie, chiuse per l'emergenza sanitaria da coronavirus, che non riescono, di conseguenza, a ricevere offerte dai fedeli. La chiusura delle chiese sta avendo ricadute negative anche nella loro gestione, così Sepe ha deciso di istituire il fondo, per andare incontro alle loro esigenze. Il Fondo durerà per tutto il periodo della pandemia.
I parroci dovranno indirizzare una richiesta, indirizzata al cardinale Sepe, indicando la somma necessaria, che sarà elargita una tantum, per far fronte alle necessità più urgenti, alle quali non è possibile provvedere. Le richieste devono pervenire tramite il decano che esprimerà il proprio parere. «Questo momento di necessità può diventare anche un momento di solidarietà e fraternità sacerdotale - scrive il presule ai sacerdoti - Per questo rinnovato l'invito, già rivolto nel passato, affinché le parrocchie più 'ricchè aiutino quelle più 'poverè. Tutto deve passare per la mediazione del vescovo».
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