Coronavirus a Napoli, nei cimiteri scatta la ressa e i controlli fanno flop

Coronavirus a Napoli, nei cimiteri scatta la ressa e i controlli fanno flop
di Paolo Barbuto
Sabato 31 Ottobre 2020, 23:41 - Ultimo agg. 1 Novembre, 10:02
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Ieri la gente c’era, anche se non s’è trattato di folla incontrollabile. Oggi l’afflusso sarà decuplicato e scopriremo se i cimiteri di Napoli, nei giorni della commemorazione dei defunti, sono realmente a prova di norme anti Covid o no. Se dovessimo basarci sull’esperienza che abbiamo vissuto ieri mattina a Poggioreale dovremmo dire che niente va per il verso giusto, ma vogliamo dare un’altra chance all’organizzazione messa in piedi dall’amministrazione comunale che nel sabato “dei morti” ci è sembrata totalmente piena di falle.

LE NORME
L’avvicinarsi al due novembre ha generato la consueta tensione fra governo regionale e Comune: il primo sperava in una presa di coscienza sulla pericolosa diffusione della pandemia e in una chiusura dolorosa ma indispensabile, il secondo ha garantito che tutto sarebbe filato liscio e che ci sarebbe stato un rigoroso rispetto delle norme previste proprio per i giorni dell’assalto ai cimiteri. Poche regole ma ben chiare: accessi regolamentati per evitare assembramenti; misurazione della temperatura in ingresso; sanificante per le mani a disposizione degli utenti; entrate scaglionate e tempi di sosta brevissimi; percorsi separati per ingresso e uscita; cartelli recanti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente; controlli serrati del rispetto delle norme anche all’esterno presso i venditori di fiori.

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IL FLOP
Noi siamo stati sicuramente sfortunati nel nostro piccolo test di ieri mattina, però al passaggio attraverso uno degli ingressi del cimitero nuovissimo (quello di fianco alla cappella “Risorgeremo”) nessuno ci ha controllato la temperatura, non abbiamo notato cartelli con il numero massimo di persone da accogliere contemporaneamente, non ci siamo imbattuti in distributori di gel per le mani, nessuno è venuto a verificare che il nostro tempo di sosta all’interno del cimitero fosse breve. Lungo il percorso, però, abbiamo incrociato decine di persone con la mascherina abbassata sotto al mento o portata a mo’ di braccialetto, ci siamo imbattuti in più d’una “rimpatriata” con persone che si baciavano e abbracciavano dopo un lungo periodo in cui non s’erano incontrate, abbiamo intercettato poderosi assembramenti con decine di persone in gilet giallo che avrebbe dovuto garantire proprio il distanziamento personale e, infine, abbiamo visto folla ai banchi dei fiori con qualche venditore decisamente riottoso all’utilizzo della mascherina.


Insomma, l’esatto contrario di quel che era previsto. Ma siamo certi che da stamane i controlli saranno decisamente più rigorosi.

Anche perché di polizia municipale ne abbiamo incrociata in abbondanza per vietare il passaggio con le auto e per osservare quel che accadeva all’esterno ma con una (comprensibile?) “distrazione” per il parcheggio selvaggio che, soprattutto nella porzione alta di via del Riposo, è sembrato ai nostri occhi lecito e consentito perfino sul marciapiede.


L’APPELLO
Di fronte al previsto assalto ai cimiteri è scesa in campo anche la Curia di Napoli che, su sollecitazione del Cardinale Crescenzio Sepe ha chiesto ai fedeli «di rispettare rigorosamente le norme contro la pandemia perché anche il culto dei defunti in questo momento deve adeguarsi alle regole per frenare la diffusione del virus», la Curia non lo dice esplicitamente ma l’invito è quello di dilazionare nel tempo la visita ai cari defunti, perché non è la presenza al cimitero in un preciso giorno dell’anno che determina il nostro affetto e il dolore per le persone che ci hanno lasciato.


Un appello arriva anche dagli operatori cimiteriali che già ieri si sono ritrovati di fronte a una situazione al limite del consentito. Non sono loro a dover garantire il rispetto delle norme, però sono preoccupati perché rilevano gravi difficoltà nelle possibilità di imporre ai visitatori certi comportamenti. Già ieri la costante presenza di persone senza mascherine li ha messi in allarme: «La nostra è una piccolissima comunità che per una volta l’anno fa i conti con una marea di persone - dice Gennaro che lavora presso il “nuovissimo” cimitero - fino ad ora siamo stati in grado di tenerci lontani dal virus e non vorremmo incrociarlo proprio adesso. Ma abbiamo già notato che non c’è controllo sulla temperatura, sugli assembramenti, sulle mascherine. Chi è che ci tutela in questi giorni?».

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