Coronavirus, Napoli diventa deserta: brava la città che reagisce compatta

Coronavirus, Napoli diventa deserta: brava la città che reagisce compatta
di Paolo Barbuto
Mercoledì 11 Marzo 2020, 08:04 - Ultimo agg. 10:56
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Capelli bianchi, passo incerto, marito e moglie sull'ottantina si tengono per mano, attraversano senza paura perché a via Petrarca non passa nessuno, vanno a sedersi sulla panchina che punta dritta verso Capri: si guardano come due bambini che hanno fatto una marachella poi lei poggia la testa sulla spalla dell'uomo. Hanno appena violato la norma che impone loro di restare chiusi in casa, non hanno resistito al richiamo del sole primaverile, sono dolci, si amano. I due anziani innamorati sono tra i pochissimi napoletani che hanno violato la norma uscendo di casa. Ieri la città s'è risvegliata con la consapevolezza che bisogna rispettare rigorosamente le richieste del Governo per sconfiggere il contagio: la battaglia è iniziata e Napoli vuol combatterla con decisione, evitando stupidaggini.

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IL DESERTO
Strade vuote, anche quelle del turismo e dello shopping. Gli artigiani e i bottegai di via San Gregorio Armeno hanno deciso di tenere chiuse le serrande: non è stata una scelta collegiale, è successo per caso. Nessuno è andato ad aprire il negozio, così «per la prima volta dai tempi della guerra», come sostiene Gennaro, un anziano residente della strada, la via dei pastori è rimasta deserta. Non succede mai, nemmeno a Natale o a Capodanno, nemmeno a Ferragosto: San Gregorio è sempre stata a disposizione dei turisti e dei napoletani, l'ha fermata solo la paura del contagio, la scelta lodevole di non contribuire all'affollamento.

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LO SHOPPING
Anche le vie dello shopping napoletano sono rimaste deserte, dal Vomero a Chiaia, da Toledo al Corso Umberto. Sul marciapiede pochissimi passanti, quasi tutti con la mascherina, ognuno costretto a uscire per motivi lontani dallo shopping: tra le mani buste colme di spesa o confezioni di farmacia, nulla a che vedere con acquisti voluttuari, ecco perché tanti esercizi hanno deciso di restare chiusi.
Solo nella City, in mattinata, movimento più intenso, soprattutto di automobili, non di pedoni. Professionisti in giacca e cravatta diretti ai loro uffici, pochi dentro i bar e distanze di sicurezza mantenute.
 

 

LA VERDURA
Via Epomeo poco prima dell'ora di pranzo abitualmente è un tappeto d'auto e di persone ovunque. Ieri era un deserto di serrande abbassate e persone col contagocce, sia in auto che a piedi. Un pizzico di ressa davanti ai negozi di alimentari di prossimità, soprattutto rivenditori di frutta e verdura che invadono il marciapiede e attirano clienti. Qui a Soccavo bar più affollati, pochissima distanza tra clienti e personale senza misure di prevenzione. Anche a Corso Secondigliano situazione analoga, zero automobili, quasi nessuno a passeggio. Davanti alla caffetteria Patrizia c'è un gruppo di cinque uomini, chiacchierano con intensità, indossano tutti la mascherina per evitare contagio, dopo un po' si salutano a distanza senza sfiorarsi. Parte opposta della città, Bagnoli, situazione simile, bar Di Lauro: anche qui verso le 16, nel deserto di auto e persone, c'è una crocchia di uomini che chiacchiera, solo che nessuno porta la mascherina e quando il gruppo si scinde, i tre che si allontanano abbracciano e baciano gli altri.
 


I BAMBINI
Tra coloro che hanno deciso di fuggire dalle mura domestiche abbiamo incontrato una decina di fanatici del jogging, soprattutto lungo le strade panoramiche della città; abbiamo intercettato anche sparuti turisti, principalmente lungo via Caracciolo, increduli per ciò che sta accadendo al centro della loro vacanza e preoccupati perché pensano di non riuscire a tornare a casa. Abbiamo incrociato anche quattro famiglie con bambini. Una era nella Villa Comunale deserta, in un angoletto nascosto senza possibilità di incontrare nessuno: «Volevano giocare con la palla, non ce l'abbiamo fatta a dire di no». A Scampia nell'immensa e deserta piazza Giovanni Paolo II due sole figure, un papà e il figlio, anche loro correvano dietro un pallone ridendo. Le altre due famiglie con bimbi andavano di fretta, una a Toledo, l'altra a Fuorigrotta, tutti avevano la mascherina, anche i piccini.

I BACI
In fondo a Riva Fiorita nessuna automobile, due scooter parcheggiati. Sulla scogliera una coppia di giovani in cerca di serenità e di baci e una coppia di amici in cerca di un posto dove rollare tranquilli senza nessuno intorno. Su via Petrarca e sul lungomare qualche coppietta: i ragazzi non resistono alla voglia di stare assieme, parlare fitto fitto, abbracciarsi e stringersi. Di ragazzi in strada, però, ne abbiamo incrociati pochissimi, segno che il messaggio è passato: basta con la follìa dei grupponi nei quali il contagio è più facile. Nel deserto di via Fratelli Cervi, verso le 17 oltre alla nostra auto solo un ciclomotore: arriva a tutta velocità alle spalle, il ragazzo impenna, sbanda un po' e sembra che stia cadendo, poi riesce a tornare su entrambe le ruote.
Il ragazzo non indossa il casco, però ha la mascherina chirurgica per proteggere bocca e naso.

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