Coronavirus a Napoli, donna muore mentre aspetta il tampone. Le figlie: ora esaminate almeno noi

Coronavirus a Napoli, donna muore mentre aspetta il tampone. Le figlie: ora esaminate almeno noi
di Melina Chiapparino
Martedì 7 Aprile 2020, 23:30 - Ultimo agg. 8 Aprile, 08:31
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«È morta mentre aspettava il tampone e noi ora siamo bloccate in casa». A raccontare la storia di Luisa Cotomaccio, deceduta lo scorso 3 aprile, è la figlia Pina convinta che «il tempo che è stato perso per assistere la mamma, non si deve perdere con i familiari». La 90enne di Piscinola aveva accusato febbre alta il 10 marzo e, successivamente, era insorta una bronchite fino al punto che si era reso necessario sottoporla al test per il Coronavirus. Ad oggi, i familiari non sanno se l’anziana fosse stata contagiata e, soprattutto, temono che loro possano essersi infettati ma «non ci faranno il tampone». «Alla comparsa di febbre e tosse, dopo una prima visita, il medico di base ci aveva dato una terapia per dieci giorni ma senza risultati» spiega Pina Prinzi, che ha accudito la madre con la sorella Assunta. «Mamma peggiorava, così il dottore, sospettando il Covid, ci aveva detto di andare al Cotugno» raccontano le donne che però avevano scelto di non ricoverare l’anziana. «Soffriva di una serie di patologie, e poi era tanto anziana: temevamo che, se non fosse stata infetta, avrebbe potuto contrarre il Coronavirus in ospedale - continua Pina - così decidemmo di richiedere il tampone, per decidere con sicurezza». Un tampone che non è mai arrivato.

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IL TAMPONE
«Abbiamo chiesto al medico di base di attivare la procedura per il tampone il 27 marzo, non avendo avuto riscontro abbiamo contattato l’Asl alla quale non risultava la nostra richiesta, per cui il dottore ha inviato un sollecito», insistono le sorelle che il 3 aprile hanno chiesto aiuto al 118. «L’ambulanza, chiamata alle 11 del mattino è arrivata alle 15 - spiegano - l’equipe del 118 ha assistito mamma in maniera eccellente, consigliandoci di ricoverarla come caso sospetto ma aspettavamo il tampone». La 90enne è morta alle 20 di quella sera: il giorno dopo - aggiunge Pina - «ci ha chiamato l’Asl assicurandoci che a breve sarebbero venuti per il tampone. Ma mamma non c’era più». 

LA RICHIESTA
Il problema, oggi, è il seguente: «Considerando la morte sospetta siamo in quarantena ma senza poter fare i tamponi perché, per ora, non abbiamo sintomi». Pina, che vive in un’altra casa con il marito, la figlia e due nipotine, è bloccata nell’appartamento della madre con Assunta che ci conviveva. «Non vogliamo dare la colpa a nessuno per la morte di mamma, abbiamo deciso di non ricoverarla ma sicuramente se il tampone fosse arrivato prima, avremmo scelto con più consapevolezza che fare» chiarisce Pina.

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