Coronavirus a Napoli, due nuovi ricoveri e 13 denunciati al campo rom di Scampia

Coronavirus a Napoli, due nuovi ricoveri e 13 denunciati al campo rom di Scampia
di Melina Chiapparino
Lunedì 20 Luglio 2020, 21:19 - Ultimo agg. 21 Luglio, 12:05
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E’ trascorsa una settimana dal primo caso Covid individuato nel campo rom di Secondigliano dove oggi, altri due abitanti hanno manifestato sintomi per cui è stato necessario il ricovero ospedaliero. Si tratta del marito della 17enne rom incinta che dal 13 luglio è assistita al Policlinico federiciano e della madre della minorenne considerata “il paziente zero”. Entrambi i parenti della ragazza, hanno cominciato a manifestare febbre e dispnea, per cui sono stati trasferiti all’ospedale Cotugno dove i medici hanno riscontrato anche un’infezione da tubercolosi nella donna. Il campo sulla Circumvallazione Esterna non è stato mai chiuso ma con il trascorrere dei giorni, iniziano ad emergere difficoltà e malcontento.

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«Ci servono pannolini per i bambini e generi di prima necessità come latte e alimenti che non possiamo procurarci» spiega Goran, 43enne rom che vive in un prefabbricato con dieci congiunti tra cui la moglie, i figli e i nipotini. «Sono risultato negativo al tampone e anche i miei familiari non hanno il Covid ma nonostante questo non possiamo uscire e iniziamo ad essere veramente in difficoltà» spiega Goran che lavora come autista nei bus scolastici che trasportano i bambini rom a lezione nei vari istituti del quartiere. «Chiediamo aiuto per le necessità quotidiane e per chi, come noi, non ha la possibilità di muoversi» aggiunge il 43enne che invoca l’intercessione delle istituzioni per una sua situazione particolarmente complicata ora che è intervenuta questa emergenza. «Il 23 luglio devo recarmi all’ufficio immigrazione a Napoli, per completare delle pratiche che riguardano il mio permesso di soggiorno ma, in queste condizioni, non so come fare e temo di avere problemi se non dovessi presentarmi» conclude Goran.

Le difficoltà legate all’isolamento fiduciario, di certo non mancano e l’approvvigionamento dei beni di prima necessità è uno degli impegni che diverse associazioni di volontariato hanno preso in carico. Anche il Comune di Napoli dovrebbe attivare delle iniziative nei prossimi giorni ma il punto principale è una questione di sorveglianza sanitaria. «Anche chi è risultato negativo al tampone nasofaringeo se ha avuto contatti stretti o considerati sufficientemente a rischio con i casi Covid deve essere posto in isolamento per il suo bene e quello dell’intera comunità del campo rom» fanno sapere dalla direzione dell’Asl Napoli 1 che ha stilato un bilancio sugli abitanti isolati. Ad oggi, su una comunità rom composta da poco meno di 500 persone sono 75 gli abitanti che non possono allontanarsi dal campo rom e dalle proprie abitazioni dove sono isolati in regime fiduciario. Nonostante questo, ci sono stati dei casi di allontanamento volontario di soggetti nonostante fossero stati sottoposti alla misura cautelare dell’isolamento. Fino adesso sono stati denunciati 13 abitanti del campo rom che avevano cercato di eludere la sorveglianza sanitaria e tra queste, un gruppo di persone era in partenza per alcuni giorni da trascorrere al mare in Calabria.

Ricapitolando, i numeri riguardo contagi e isolamenti fiduciari nel campo sulla Circumvallazione Esterna è dunque fermo a 8 casi di Covid che includono la minore, una coppia di serbi arrivati pochi giorni fa, ricoverati al Covid Center dell’ospedale del Mare, i due parenti della 17enne ricoverati al Cotugno e 3 soggetti positivi posti in isolamento fiduciario nel campo gestito dal Comune di Napoli. Le indagini dell’Asl Napoli 1 stanno proseguendo con l’attività di “Contact tracing” per individuare i contatti in maniera progressivamente sempre più ampliata, dalle relazioni più strette di coabitazione alle frequentazioni meno assidue e lo screening attraverso i tamponi è stato allargato anche al campo rom di Scampia. In quest’ultimo, su via Cupa Perillo, sono stati sottoposti all’isolamento fiduciario 29 abitanti.

Tra le attività che proseguono senza sosta, c’è il mondo del volontariato a cominciare dall’Associazione Salvabimbi onlus che in sinergia con l’Asl partenopea e la Regione Campania ha distribuito più di 2000 mascherine per bimbi del campo rom di Secondigliano e altrettanto materiale rivolto agli adulti. L’obiettivo, ora, è creare un “punto di assistenza” fisso all’interno del campo per sostenere gli abitanti anche quando l’emergenza Covid sarà conclusa. «La presenza di una tenda con una postazione dove fornire assistenza alla comunità rom in maniera continuativa fornirà servizi di educazione sanitaria, orientamento e informazione oltre a dotare materialmente gli abitanti dei presidi utili e dell’assistenza loro necessaria- ha spiegato Domenico Buonanno, presidente di Salvabimbi onlus- tutta la nostra attività è in sinergia con l’Asl e la Regione Campania anche stavolta saremo pronti a offrire il nostro contributo di volontari per operare in sinergia»

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