«Il fatto che la Campania abbia un indice di contagio tra i più alti in Italia e il numero di decessi tra i più bassi ci dimostra che l’assistenza territoriale sta funzionando. Non che sia perfetta, siamo nel pieno di una pandemia, ma ci sono migliaia di pazienti che vengono assistiti a casa, evitando che arrivino ad occupare posti letto in ospedale». Luigi Sparano e Corrado Calamaro (Fimmg Napoli) rispondono a chi in questi giorni cerca di fare della medicina di famiglia il capro espiatorio di una crisi che meriterebbe valutazioni ben più ampie e articolate.
«A chi attacca i medici di famiglia di restare chiusi nei propri studi - dice Luigi Sparano - è bene far notare che è proprio nello studio che si concretizza il lavoro di migliaia di colleghi, alcuni dei quali hanno sacrificato tutto arrivando a contagiarsi».
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Se al “disonore” delle cronache arrivano, com’è ovvio, i casi nei quali non si riesce a dare tempestiva risposta alla telefonata di un paziente, nulla si conosce della routine massacrante che c’è dietro ogni giorno di lotta al virus.
«Ciascun medico di famiglia - ricorda Corrado Calamaro - ha una platea che va dai 1300 ad oltre 1500 assistiti.