Coronavirus a Napoli, i migranti tra gli invisibili della pandemia: parte la filiera di solidarietà dal basso

Coronavirus a Napoli, i migranti tra gli invisibili della pandemia: parte la filiera di solidarietà dal basso
di Paola Marano
Venerdì 1 Maggio 2020, 18:08 - Ultimo agg. 20:58
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Una risposta concreta alle esigenze dell' «esercito di invisibili» della pandemia, persone estromesse dalle misure di sostegno statali perché senza permesso di soggiorno o in gravi condizioni di marginalità: migranti in attesa di essere regolarizzati che vivono tra Forcella, piazza Garibaldi e il Vasto, ma anche italiani in stato di vulnerabilità a causa dell'emergenza, a cui la macchina della burocrazia impegnata nel fronteggiare la crisi guarda con miopa. 

E’ un seme della solidarietà che abbatte ogni forma di discriminazione quello piantato da ActionAid a Napoli attraverso il pogetto Seeds - realizzato insieme alle associazioni locali, alle comunità della diaspora e le organizzazioni di cittadini stranieri -  che fornirà a soggetti a rischio generi alimentari a domicilio sostenendo piccoli produttori agricoli del territorio campano. Grazie alla collaborazione con Slow Food, infatti,  frutta, verdura e prodotti alimentari sono acquistati direttamente dalle aziende agricole messe in crisi dalla pandemia con la chiusura dei mercati rionali.
 


A consegnare i beni saranno altri migranti impegnati in attività di volontariato con diverse associazioni, che una volta intercettate le famiglie in difficoltà ritireranno il cibo dai coltivatori locali e lo consegneranno ai beneficiari. Una filiera di distribuzione vitruosa che a Napoli potrà avvalersi del supporto dei Taxi Green Solidali, un progetto avviato da Snam4Mobility, la società di Snam attiva nella mobilità sostenibile, e Wetaxi, che ha messo a disposizione cinque vetture per il trasporto dei beni ai destinatari.

«Nel primo giorno di lavoro sono già stati consegnati 200 pacchi a persone sole o famiglie con bambini da 0 a 3 anni – spiega Daniela Capalbo, referente territoriale di ActionAid – cerchiamo di aprirci come rete e per questo abbiamo lanciato una call sia per volontari ma anche per associazioni e sindacati che vogliano entrare a far parte della squadra di questo progetto».

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Un contributo prezioso può essere dato anche a distanza, con una donazione da effettuare sul sito dell’organizzazione internazionale a questo link. La distribuzione di beni di prima necessità rappresenta solo la prima fase del progetto: l’obiettivo è attivare già da ora un dialogo con i più vulnerabili in modo da costruire una rete di sostegno dal basso che sia già consolidata quando ci sarà da affrontare il post- pandemia.
 
 «Noi conosciamo i problemi di queste persone, rimaste escluse dagli aiuti di Comune e Regione -  spiega Fatou Diako, presidente dell’ associazione interculturale napoletana per la promozione dei diritti degli stranieri Hamef - alcuni non hanno residenza, né permesso di soggiorno e pagano il fitto a nero, quindi non chiedono aiuto per paura di essere espulsi. Ma quando vedono che siamo noi i volontari impegnati in questo progetto si sentono rassicurati».
 

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