Coronavirus a Napoli, premi ai medici eroi; salta l'intesa sui fondi: «Troppe esclusioni»

Coronavirus a Napoli, premi ai medici eroi; salta l'intesa sui fondi: «Troppe esclusioni»
di Ettore Mautone
Venerdì 17 Luglio 2020, 08:38 - Ultimo agg. 10:52
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Bonus Covid per i camici bianchi: fumata nera al tavolo tra Regione e sindacati, dopo due lunghi mesi di trattative che non sono bastati per sciogliere i nodi finora emersi. Dopo le ripetute prese di posizione dell'intersindacale della dirigenza medica - che ha preteso e ottenuto tavoli separati dai Confederali - questa volta è stata la Cisl ad abbandonare il tavolo considerando irricevibile la riformulazione dei premi. La proposta della Regione prevede una prima fascia (1100 euro) per il personale sanitario impegnato per almeno 20 turni (o 55 euro per ogni giornata di presenza) nelle Unità con posti letto esclusivamente dedicati ai Covid-19 (Terapie intensive, Rianimazioni), nei Pronto soccorso e Obi dei Dea di I e II livello, nei presidi ospedalieri di base, 118 e Trasporti sanitari, nei laboratori della rete Covid, nelle Dialisi infettivologiche, nelle Radiodiagnostiche Covid, nei Servizi diagnostici e nelle camere operatorie e aree sub intensive dedicate. In totale circa 8mila addetti. La fascia di rischio intermedia, formata da una platea di circa 2500 camici bianchi, riceverebbe invece 600 euro, sempre lordi, per un impiego di almeno 20 turni (ossia 30 euro per ogni giornata di presenza). Interessato è il personale dei Servizi di Igiene pubblica e attività territoriali Covid (dipartimenti di prevenzione), camere mortuarie in ospedali con aree Covid, i servizi materno infantili, psichiatrici, dei Sert e impegnati in assistenza domiciliare. Infine la terza fascia composta da 29mila addetti di altre unità operative e servizi ospedalieri non ricompresi nelle precedenti fasce a cui sarebbero attribuiti 200 euro lordi per almeno 20 turni (10 euro per ogni giornata di presenza).

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I SINDACATI
Solo la Uil era orientata a firmare la proposta, ma in serata ha optato per il no. Nettamente critica invece la Cisl ma anche la Cgil e il Nursing Up che hanno preso le distanze con un proprio documento. «L'accordo è divisivo ed esclude molti lavoratori dalla premialità - dice Giosué Di Maro della Cgil medici - non riconoscendo il rischio di contagio ed il disagio stress correlato. Non abbiamo firmato ma siamo disponibili a riprendere le trattative se saranno riconosciute le nostre osservazioni». Durissimo il commento ufficiale della Cisl affidato a una nota congiunta della categoria: «Finora sono arrivati solo annunci e promesse - dicono Doriana Buonavita segretario generale Cisl Campania, Lorenzo Medici, segretario regionale Cisl Fp, Lino Pietropaolo segretario regionale Cisl Medici e Luca Barillà segretario regionale Cisl Felsa - oggi l'ennesima beffa che offende chi si è speso per il Paese. Ci opporremo in tutte le sedi. La maggior parte del personale è stato escluso da una premialità dignitosa. Siamo convinti che nella seconda fascia sarebbero dovuti rientrare almeno altri 20 mila operatori ospedalieri che invece sono stati conteggiati nell'ultima. Tra l'altro chi non ha effettuato tutti i turni del periodo Covid-19 rischia di percepire ancor meno. La trattativa è stata condotta malissimo senza risorse certe ed esigibili».

LA DIRIGENZA MEDICA
Su quest'ultimo punto la Cisl si riallinea alle posizioni finora espresse dall'Anaao, Cimo e Aaroi e dagli altri sindacati della dirigenza medica che dieci giorni fa avevano rispedito al mittente la proposta regionale riservandosi di inviarne una alternativa agli Uffici di Palazzo Santa Lucia. «Come intersindacale abbiamo elaborato una proposta articolata - avverte Antonio De Falco della Cimo - puntualizziamo tre cose fondamentali: che non siano soldi che vengono dalle leggi Cura Italia e dal Decreto Rilancio, che devono esaurirsi nelle indennità contrattuali attribuite al comparto, che non siano i fondi destinati due anni fa alla dirigenza sanitaria dalla Finanziaria e terzo che siano salvaguardati i medici che si sono ammalati di Covid-19 che allo stato sono esclusi da tutto e che devono andare in fascia A indipendentemente da quanto hanno fatto». «Su tutto dovremmo prima sapere la cifra disponibile per i premi e poi dividere questi fondi in base a criteri oggettivi di rischio e impegno nelle prime linee» concludono Vincenzo Bencivenga (Annao) e Giuseppe Galano (Aaroi).
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