Coronavirus a Napoli, un positivo ogni 5 tamponi e record di contagi tra i 40enni

Coronavirus a Napoli, un positivo ogni 5 tamponi e record di contagi tra i 40enni
di Ettore Mautone
Martedì 3 Novembre 2020, 23:30 - Ultimo agg. 4 Novembre, 15:10
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Sono 4.065 i nuovi casi di Coronavirus registrati nella città di Napoli negli ultimi 7 giorni per un totale dall’inizio dell’epidemia di 15.526 casi. I 479 positivi di ieri in valore assoluto sono il secondo valore più basso nella settimana appena trascorsa ma nel rapporto tra casi e test eseguiti segnano per la prima volta una percentuale superiore al 20 per cento. Dunque uno su 5 è risultato ieri positivo al virus in città. Un parametro saliente nella scala di monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità per verificare l’andamento della febbre epidemica che per ora colloca Napoli e la Campania a metà della scala di gravità tra le regioni. Tra i casi di ieri ben 125 risultano sintomatici (un valore stranamente superiore al totale di quelli registrati su scala regionale che sono 101). Probabilmente il dato risente di un disallineamento tra livello aziendale e regionale. Nell’intero mese di ottobre i casi totali di positivi al virus sono stati 11mila. In questo lasso di tempo il maggior numero si concentra nella fascia di età tra i 19 e i 50 anni e in maniera significativa circola anche nel range di età che va da 0 a 18 anni con ben 1.518 casi. Dato che evidentemente ha avuto l’impatto che conosciamo sulla scuola. 

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Nell’analisi dei dati epidemiologici relativi alle ultime quattro settimane l’età media dei contagiati è fissata a 42 anni, ancora piuttosto bassa rispetto a quanto emerso nella prima ondata epidemica della primavera scorsa.

I decessi in totale in città sono stati 32 nel mese di ottobre (su oltre 200 su scala regionale), concentrati come è nelle previsioni nella fascia di età dai 70 agli 89 anni. Nessuno è morto sotto i 50 anni a riprova di una malattia che ormai è consolidato abbia conseguenze nefaste in misura direttamente proporzionale all’età in ragione della concomitante maggiore incidenza di patologie croniche che accompagnano la senescenza. L’età media dei decessi torna a salire collocandosi attorno ai 77 anni. 

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In valore assoluto il maggior numero di contagi è localizzato nel territorio di San Carlo all’Arena (967), a seguire c’è Fuorigrotta (757), poi Ponticelli (649), Pianura (609) e poi ancora con 548 Barra, 537 Secondigliano, 511 San Lorenzo, 524 Miano, 490 Soccavo, 447 Scampia, 472 Piscinola mentre pochissimi casi si riscontrano nella zona industriale, in quella del Porto e a Capri a disegnare una mappa delle zone rosse diametralmente opposta a quella che si era delineata nel mese di agosto lungo la scia dei tamponi effettuati ai rientri dai viaggi all’estero che hanno visto importare il virus soprattutto dai giovani dei quartieri collinari del Vomero e Arenella e di Posillipo. Lo spostamento del contagio che ha progressivamente e massicciamente investito le zone popolose del centro e quelle ad alto tasso di disagio socio-sanitario della cinta periferica a nord, est e ovest della città, mostra come il flusso del virus segua ora binari diversi da quelli di inizio estate muovendosi lungo le vie dei trasporti pubblici, delle convivenze strette in comunità familiari disagiate, nelle scuole e nella movida serale senza regole. Tutto questo dovrebbe risentire dunque delle restrizioni imposte nelle ultime settimane e far sentire i propri effetti già dalla settimana in corso. I focolai in città tuttavia sono ora insediati in luoghi di vita e di lavoro che mal si conciliano con il distanziamento sociale quale misura principe per sbarrare il passo alla diffusione dell’epidemia. Fondamentale dunque è riprendere il controllo del tracciamento dei casi e dei contatti nell’ambito dei focolai, garantire quarantene sicure in luoghi protetti, ripartire con gli screening all’interno di categorie professionali. 

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