Coronavirus, l'Aifa: dati incoraggianti dal farmaco anti-artrite sperimentato da Paolo Ascierto al Pascale

Coronavirus, l'Aifa: dati incoraggianti dal farmaco anti-artrite sperimentato da Paolo Ascierto al Pascale
Mercoledì 13 Maggio 2020, 21:59 - Ultimo agg. 22:07
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Sono risultati «incoraggianti anche se non definitivi», secondo l'AIfa, quelli sul Tocilizumab, il farmaco della Roche, utilizzato solitamente per trattare l'artrite reumatoide. Lo studio suggerisce che possa ridurre «significativamente» la mortalità a un mese, ma che il suo impatto sia meno rilevante sulla mortalità precoce. 

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«L’analisi riguarda 301 pazienti – spiega l’oncologo del Pascale Paolo Ascierto, che ha sperimentato il farmaco - registrati per lo studio di fase 2 (in 20 ore tra il 19 e il 20 marzo) e 920 pazienti registrati successivamente tra il 20 e il 24 marzo, provenienti da 185 centri clinici distribuiti su tutto il territorio italiano.A causa della limitata disponibilità iniziale di farmaco, e della rapidissima richiesta da parte dei centri, in entrambi i gruppi, solo il 60% dei pazienti è stato trattato con Tocilizumab, in qualche caso anche a rilevante distanza di tempo dalla registrazione. Inoltre, verosimilmente a causa di una selezione operata nei centri, i pazienti trattati erano clinicamente peggiori di quelli non trattati, con insufficienza respiratoria più grave e forme di assistenza respiratoria più intensiva. L‘efficacia del Tocilizumabè stata valutata attraverso il tasso di mortalità a 14 e a 30 giorni. A 14 giorni il tasso di mortalità riportato nella fase 2 è risultato 18.4%, considerando tutti i pazienti (trattati e non), e 15.6%, considerando solo quelli che hanno ricevuto il farmaco. Questi valori, pur se inferiori al 20% previsto a priori, non possono essere considerati significativi. Invece, i risultati sono significativi a 30 giorni, quando i valori di letalità sono 22.4% in tutti i pazienti e 20.0% nei soli trattati (rispetto al 35% che ci si aspettava a priori)». 
 


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L’analisi degli effetti collaterali, prosegue Ascierto, «non ha mostrato segnali rilevanti di tossicità specifiche.
Complessivamente, quindi, lo studio Tocivid-19, pur con i limiti di uno studio a singolo braccio (ovvero senza il braccio di controllo con il placebo), suggerisce che Tocilizumab possa ridurre significativamente la mortalità a un mese, ma che il suo impatto sia meno rilevante sulla mortalità precoce. Ci si augura che gli studi di fase 3 randomizzati tutt’ora in corso possano nelle prossime settimane confermare questi risultati. Infine, sarà anche interessante estrapolare i dati relativi a possibili biomarcatori [per esempio il valore basale dell’interleuchina-6] per verificare se possono essere utili nel selezionare i pazienti che possano avere un beneficio dal trattamento. I prossimi mesi ci vedranno sicuramente impegnati in una serie di ulteriori analisi dei dati».
 

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