La macchina per cucire che utilizzava si è bloccata e non c'era la possibilità di mandarla in assistenza, ma Rita non ci ha pensato su due volte: non poteva né voleva fermarsi. E ne ha acquistata una nuova su Amazon. Appena arrivata, ha ripreso subito a cucire. «Mi ha contattata un poliziotto e mi ha chiesto un aiuto - racconta Rita - Ho fatto quello che potevo e poi ho chiesto io una mano a lui». Già, perché a Rita occorreva materiale per realizzare altre mascherine. Ha contattato il suo tappezziere, Carmine Bifulco, il cui negozio si trova a Casavatore, in provincia di Napoli, che si è detto disponibile a darle le stoffe, l'unico problema era la consegna. «Carmine vive a Somma Vesuviana, il negozio era chiaramente chiuso e lui non poteva spostarsi - dice - Così ho telefonato al poliziotto, gli ho spiegato la storia e loro ci hanno dato una mano».
Con una autorizzazione, il tappezziere è potuto andare al negozio e consegnare bobine di stoffa resinata e in Tnt alla polizia che ha fatto da tramite per portare tutto alla sarta delle mascherine. «Carmine mi ha mandato una bobina di questo tessuto impermeabile - prosegue - e così ora ne cucio di due tipi: in cotone e in questo materiale». Una gara di solidarietà che ha visto anche le donazioni di stoffe da un altro negozio, il Napolitano group, a Villaricca, sempre in provincia. Rita ha chiesto aiuto a tutti per poter soddisfare tutte le richieste. L'associazione di commercianti del posto si è messa a sua disposizione e uno di loro, Antonio Papa le ha fornito gli elastici quando quelli che lei aveva comprato sono finiti. Le gente la contatta su Facebook, poi si sentono al telefono e Rita crea una lista per le consegne. Quando le mascherine sono pronte, avvisa le persone. «Se abitano in zona, do il mio indirizzo, loro vengono e bussano - dice ancora - Mi affaccio dalle scale del palazzo, perché casa mia ha l'affaccio interno al parco dove abito, e 'lanciò il pacchetto con le mascherine». Per chi, invece, abita più lontano, si chiama il corriere.