Medico e infermiere del 118 aggrediti durante l'espletamento del loro lavoro. Ma quello che finirà tra i deplorevoli casi subiti dagli operatori sanitari, stavolta ha i contorni ancora più tristi di una vicenda che si consuma tutta in una centrale operativa. E che mette in evidenza come il lavoro svolto da chi presta aiuto ai pazienti sia oggi ancora più difficile per la paura legata alla pandemia, al rischio contagio, all'attenzione che bisogna dare ad ogni intervento.
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LA VICENDA
Vittime il medico Gennaro De Simone e l'infermiere volontario Andrea Truppa, componenti di una postazione in servizio a San Giorgio a Cremano. Sono loro che hanno presentato una denuncia dettagliata su un'aggressione subita nella centrale operativa del 118 di Castellammare e già raccontata come lo stesso medico sottolinea in una relazione consegnata al legale di fiducia alla polizia della città delle terme. Per ricostruire i fatti bisogna partire da lunedì sera attorno alle 23, quando la postazione sangiorgese è allertata per intervenire a San Sebastiano, dove un uomo accusa un dolore al torace ma «no Covid». Dicitura, quella legata al coronavirus, di fondamentale importanza, perché in caso di sintomi riconducibili all'emergenza epidemica, bisogna recarsi dal paziente indossando i dispositivi di protezione idonei. «A casa del paziente racconta il medico rileviamo 37,5 di febbre e una saturazione patologica». Un allarme insomma, che induce medico e infermiere a tardare per indossare i relativi dispositivi. Ritardo che il dottor De Simone segnala telefonicamente alla centrale operativa: «L'operatrice interpreta la comunicazione come un richiamo e mi attacca il telefono in faccia; richiamo di nuovo e un altro operatore fa lo stesso. L'intervento viene comunque portato a termine: l'ambulanza si dirigerà prima alla onlus Misericordia di Caivano per sanificare il mezzo e quindi a Castellammare per recuperare i nuovi dispositivi di protezione individuali. Ed è qui che succede il fattaccio, secondo il racconto di Gennaro De Simone: «Durante il dialogo col collega che mi deve consegnare i dispositivi e al quale sto raccontando, un modo estremamente pacifico, quanto accaduto, si intromette un operatore della centrale. Abbandonando la postazione di lavoro, mi viene ferocemente incontro prendendomi a pugni sul viso, sbattendomi con violenza a terra e successivamente scalciandomi. Una volta caduto, in mia difesa ed esclusivamente per proteggermi, si interponeva il mio collega infermiere, venendo anche lui aggredito». Risultato? Prima denuncia alla polizia, poi le necessarie cure all'ospedale del mare (con una prognosi di sette giorni per trauma facciale e lesioni multiple) : «I fatti conclude il medico sono documentati nei dialoghi registrati con la centrale operativa e dalle telecamere».