Coronavirus, scuole chiuse e classi virtuali spente: a Napoli la rivolta dei genitori

Coronavirus, scuole chiuse e classi virtuali spente: a Napoli la rivolta dei genitori
di Mariagiovanna Capone
Giovedì 2 Aprile 2020, 09:00
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Hanno aspettato con pazienza, poi non ce l'hanno fatta più e hanno esternato il loro disappunto per una didattica a distanza scarsa e superficiale. I genitori degli alunni dell'istituto comprensivo Foscolo-Oberdan di piazza del Gesù sono preoccupati per la preparazione dei loro figli che da quando è iniziata l'emergenza, con conseguente chiusura delle scuole alla didattica, stanno andando avanti «con compitini e letture». Nessuna classe virtuale, nessun rapporto diretto, sia per primaria che secondaria di primo grado, nessun piano per non veder calare la preparazione degli studenti, che in questa fascia di età è tanto delicata. Soltanto lunedì dopo innumerevoli solleciti, infatti, la dirigente Donatella Delle Vedove ha informato le famiglie di aver avviato le procedure per la creazione delle classi virtuali, ossia quasi un mese dopo l'annuncio da parte del Miur di utilizzare questi mezzi. «Non è possibile che da settimane siano proposti sempre e solo compiti, senza verifiche e nessun contatto tra alunni e maestre» è lo sfogo di una mamma.

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Le disposizioni del Miur per la Dad sono state fissate subito dopo il Dpcm del 9 marzo. Da un lato, essa nasceva per sollecitare «l'intera comunità educante a continuare a perseguire il compito sociale e formativo del fare scuola e fare comunità. Mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di appartenenza, combattere il rischio di isolamento e di demotivazione». Priorità per il ministro Azzolina sono «le interazioni tra docenti e studenti che possono essere il collante che mantiene, e rafforza, la trama di rapporti, la condivisione della sfida che si ha di fronte e la propensione ad affrontare una situazione imprevista». Dall'altro lato, la Dad «è essenziale per non interrompere il percorso di apprendimento» e sono stati forniti innumerevoli esempi di dispositivi da utilizzare in modalità telematica, fornendo mezzi e anche una task force in supporto alle scuole meno preparate.
 


«Solo lunedì, dopo molti solleciti da parte di noi genitori preoccupati che la preparazione didattica dei nostri figli sia insufficiente e carente rispetto ai coetanei di altre scuole, la preside ha messo in discussione l'attuale assetto didattico» spiega uno dei genitori infuriati. «Abbiamo saputo da amici con figli che frequentano altre scuole in zona che loro sono molto avanti - prosegue - che da subito sono state istituite classi virtuali e una Dad reale e fattiva». «Scuole come Costantinopoli e Confalonieri, con platee mediamente più difficili - precisa un altro - già da metà marzo hanno scelto di stare al fianco di famiglie e alunni, senza lasciarli di fronte ad assegni che hanno verifiche relative. Sono molto deluso di quello che invece viene proposto ai miei figli alla Foscolo-Oberdan, soprattutto perché iniziano ad annoiarsi e a chiedere loro per primi di più». Non tutte le scuole primarie e gli istituti comprensivi di Napoli hanno creato le classi virtuali, anzi sono la minoranza, ma i segnali di volontà di compensare la distanza ci sono quasi in tutte. «Non da noi alla Foscolo-Oberdan, dove appena l'altro ieri c'è stato un incontro burrascoso tra i coordinatori di classe affinché si facesse qualcosa per i nostri figli» insiste una mamma. Nell'ultima comunicazione, spiegano, la dirigente Delle Vedove parla di modalità di didattica a distanza da attivare «gradualmente», e a oggi l'unica utilizzata è quella attraverso l'utilizzo di Argo, il registro elettronico che offre l'uso di Did Up con cui si assegnano compiti, e si allegano contenuti; e Scuola Next per la restituzione dei compiti da parte degli alunni ai docenti; e la correzione e restituzione dei compiti agli alunni.
Ora le famiglie degli alunni si chiedono: «Quanto ancora dobbiamo aspettare per avere una Dad concreta?».

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